piazza San Lorenzo, Viterbo, informazioni storiche e turistiche foto a cura di Anna Zelli sito ufficiale web www.annazelli.com
Viterbo |
piazza san lorenzo viterbo centro storico | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
PIAZZA SAN LORENZO |
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Piazza San Lorenzo, Viterbo : è qui che si insediò il primo nucleo della città il Castrum Herculi, qui sorgeva un antichissimo tempio dedicato al dio Ercole che rimase in auge fino all’Alto Medioevo, finchè nel 1192 si realizzò l’ importanza dell’edificazione della Cattedrale, del Palazzo Vescovile e del Palazzo Papale. Questi edifici sono databili intorno al XIII secolo, resti di mura etrusche sono stati rinvenuti nel 1933 durante i lavori di abbassamento della piazza, un tempo sopra questi resti vi era la chiesa di San Sebastiano di cui però non si hanno tracce. La piazza San Lorenzo è dominata dalla Cattedrale e dal suo campanile, ed è circondata da alcuni importanti edifici, tra questi il vecchio ospedale della città di Viterbo le cui fondazioni etrusche sono visibili al livello della strada tra la piazza e via San Lorenzo. Sul lato meridionale della piazza si trova la Dimora di Valentino della Pagnotta, edificio del XIII secolo così denominato dal nome del priore che nel 1458 lo acquistò. Una scalinata di tre gradini dà accesso ad un portico a due fornici con altrettanti archi a tutto sesto, separati da una colonna, mentre la zona del piano superiore presenta una facciata arricchita da due finestre bifore. Il palazzo fu danneggiato dai bombardamenti del 1944 ma venne ricostruito esattamente com'era in origine. Il lato nord della piazza è dominato dalla Loggia del Palazzo dei Papi, allungata e ricostruita nel 1266 con l'erezione di Viterbo a sede papale. La Loggia mette in comunicazione il Palazzo dei Papi vero e proprio, in particolare la Sala del Conclave, con i fabbricati del lato est della Piazza. Sempre sulla piazza San Lorenzo c'è il complesso dell'Ospedale Grande degli infermi che insiste sulla piazza e sulla via San Lorenzo, ormai dismesso a parte alcune aree dedicate alla cura delle infermità mentali. Duomo di San Lorenzo, o Cattedrale, a piazza San Lorenzo, Viterbo, sorge sull’omonimo colle, il Duomo è in stile architettonico romanico, rinascimentale, ricevette questo titolo da Celestino III nell'anno 1193 dopo che Federico I, nel 1167, aveva concesso a Viterbo il titolo di città, la sua costruzione ebbe inizio nel XII secolo e fu completata nel XVI secolo. La città di Viterbo fu nominata a diocesi da papa Celestino III nel 1192 e la cattedrale di San Lorenzo divenne così Cattedra vescovile, si trova accanto al palazzo dei Papi. Il Duomo fu edificato sulle rovine di un tempio pagano dedicato ad Ercole, ed al posto di una piccola chiesa dedicata a San Lorenzo risalente al VII secolo. La facciata fu voluta dal cardinale Giovanni Francesco Gambara, e fu rifatta nel 1570 in stile rinascimentale. La cattedrale di San Lorenzo è il principale luogo di culto della città di Viterbo, La Cattedrale assunse una significativa importanza nella seconda metà del XIII secolo, quando insieme al palazzo dei Papi divenne sede papale. La facciata presenta un rosone centrale ma purtroppo la facciata non è in sintonia architettonica con gli altri edifici di stampo medioevale. Dall'esterno l'unica opera originale visibile è il campanile, formato nella parte alta da strati segnati da doppie bifore e da fasce policrome orizzontali che alternano il bianco del locale travertino e l'azzurro del basalto. L'accesso ai portali del Duomo avviene attraverso una breve scalinata. Nel 1944 il duomo di San Lorenzo subì notevoli danni a causa dei bombardamenti degli alleati, successivamente fu restaurato restituendo parte della struttura romanica preesistente. Lo spazio interno è diviso in tre navate separate da due file di colonne culminanti in eleganti capitelli. Il pavimento è in stile cosmatesco, fu rimaneggiato nel secolo XVI, quando furono aperte nelle pareti laterali dieci cappelle: questo comportò la perdita degli affreschi murali dipinti sui muri, demoliti per far posto alle cappelle stesse. Nel XVII secolo venne edificata una volta a botte decorata nel 1681 da Urbano Romanelli che impedì la vista della capriata decorata attualmente visibile. Alla stessa fase edilizia è riconducibile l'allungamento della navata centrale e la costruzione dell'abside barocco, attualmente nascosto dalla ricostruzione di un moderno abside in luogo di quello romanico, visitabile, insieme alla bellissima sagrestia ed al Palazzo dei Papi, rivolgendosi presso il Museo del Colle del Duomo di Viterbo. Gran parte di queste modifiche è stata poi rimossa dopo la seconda guerra mondiale: l'esplosione di una bomba caduta nella cattedrale durante un bombardamento del 1944, infatti, produsse ingenti danni ed il successivo restauro fornì l'occasione per riportare gran parte dell'interno della chiesa al presumibile e primitivo impianto romanico. Otto delle dieci cappelle vennero così murate insieme con la parte absidale. Nella zona absidale della navata sinistra si trova il sepolcro di papa Giovanni XXI morto nel 1277, poco distante vi è una pregevole tavola del XII secolo raffigurante la Madonna della carbonara di stile bizantino. Nella chiesa fu sepolto anche papa Alessandro IV morto nel 1261, ma successivamente la sua salma fu spostata in luogo segreto, probabilmente per sottrarla alle profanazioni da parte dei suoi nemici, o, forse durante i lavori di restauro di epoca rinascimentale. Due papi furono sepolti nella Cattedrale: Papa Alessandro IV (1199 – 1261), al secolo Rinaldo di Jenne, rifugiatosi a Viterbo temendo la cattura da parte di Manfredi di Sicilia, la cui tomba è andata perduta e Papa Giovanni XXI (1210 – 1277), al secolo Pedro Julião, unico papa di origini portoghesi, che morì dopo essere rimasto vittima di un grave incidente nel Palazzo papale: la volta del suo studio gli crollò addosso, probabilmente per un difetto di costruzione. La tomba è tuttora visibile al fondo della navata sinistra. Nel maggio 2000 una speciale tomba onorifica venne collocata nella stessa cattedrale, per volere di Giovanni Paolo II. Da Angelo M. Ambrosini : le informazioni sulle opere interne alla cattedrale: tra queste un affresco del XVI secolo raffigurante una Madonna con il Bambino porgente l'anello delle nozze mistiche a Santa Caterina in presenza di Santa Barbara, San Pietro, San Francesco, Sant'Ambrogio e san Bernardino, opera di Antonio del Massaro da Viterbo, detto Il Pastura; un busto di Letizia Cristina Bonaparte (1804 – 1871) opera dello scultore senese Duprè (1817 – 1882), scolpita un anno dopo la morte della Bonaparte; una fonte battesimale in marmo, opera (1470) di Francesco di Ancona, su base a zampe di leone è posta una vasca circolare finemente decorata e sovrastata da un tempietto triangolare; un dipinto su tela del viterbese Giovan Francesco Romanelli (1612 – 1662) rappresentante la Sacra Famiglia con San Bernardino. Del Romanelli è presente nella navata opposta anche un dipinto rappresentante San Lorenzo; un altro dipinto rappresentante San Lorenzo che amministra la Comunione, opera del pittore romano Marco Benefial (1684 – 1764); del medesimo autore una tela raffigurante San Lorenzo è esposta nella navata opposta (sinistra); una tavola di anonimo del XII secolo raffigurante la Madonna della Carbonara, rappresentazione in stile bizantino posta nella zona sinistra dell'abside, considerata una versione anticipatrice di quella famosa esposta nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma; un dipinto del pittore marchigiano Carlo Maratta (1625 – 1713) raffigurante San Lorenzo con i poveri; una tavola rappresentante Cristo benedicente tra i santi Giovanni Evangelista, Leonardo, Pietro e Giovanni Battista, opera di Girolamo da Cremona, attivo nel XV secolo, che la dipinse nel 1472 su commissione di Francesco Maria Sèttala, vescovo di Viterbo dal 1472 al 1491. Interno del Duomo di San Lorenzo, Il primo documento che attesta l'esistenza della chiesa risale all'anno 805, chiaramente si trattava di una piccola pieve molto diversa dall'attuale. La chiesa ha subito, nel corso dei secoli numerose trasformazioni, le parti più antiche la identificano come romanico-longobarda. Notizie, che però non trovano conferma, sembra che inizialmente la chiesa fosse a cinque navate e che soltanto in seguito, durante una delle innumerevoli trasformazioni fu ridotta a tre come oggi la vediamo. La copertura dei tetti era a scheletro con travi dipinte, in seguito le travature vennero ricoperte da volte ed il suo interno modernizzato in forme barocche. Nel corso del XVI secolo altri lavori importanti furono eseguiti sulla cattedrale: abbattuta l'abside centrale, la chiesa fu allungata con la costruzione di un coro e la facciata fu ricostruita integralmente nelle forme rinascimentali come si presenta ai nostri giorni. Durante i restauri dopo l'ultima guerra, durante la quale fu seriamente danneggiata dai bombardamenti, si è cercato di riportare il suo interno all'aspetto basilicale originale. Eliminando le volte seriamente danneggiate, ricostruendo l'abside centrale e dividendo il coro dalla chiesa stessa, la pietra viva tornò ad essere l'aspetto dominante della struttura. Quello che era il coro in forme barocche, non essendo danneggiato dalle bombe, conservò il suo stile. Separato dalla chiesa mediante la ricostruzione dell'abside originale questi divenne poi la cappella privata del vescovo conosciuta col nome di cappellone. L’interno del Duomo di San Lorenzo è diviso in tre navate da 24 colonne monolitiche. Molto interessanti sono i capitelli, finemente scolpiti, tutti diversi tra loro. Il pavimento è stato quasi interamente rifatto nel 1876, dell'originale cosmatesco rimane visibile solamente qualche frammento della navata maggiore presso il presbiterio. Durante i lavori di restauro per recuperare le antiche forme romaniche, sono state chiuse 8 delle 10 cappelle cinquecentesche che si aprivano lungo le navate laterali. Le uniche due ancora aperte sono quelle dei Santi Ilario e Valentino, lungo la navata destra e quella di Santa Lucia nella navata sinistra. Tra le cappelle chiuse lungo la navata di destra, vi è quella dedicata a S. Francesco Saverio nella quale si trova il monumento funebre della principessa Letizia Bonaparte, cugina dell'imperatore Napoleone III, che visse per diversi anni a Viterbo. Notevole di questo monumento è il busto della principessa, scolpito dal Dupré e oggi conservato presso il museo del duomo. Nelle due testate del transetto, sopra due cantorie in legno, si trova l’organo a canne della Cattedrale L'esterno del Duomo di San Lorenzo : presenta una facciata in stile rinascimentale, voluta dal cardinale Giovanni Francesco de Gambara il quale, sul fascione marcapiano che la divide in due, ha fatto scolpire il suo nome. I tre oculi sulla facciata probabilmente hanno preso il posto di tre rosoni della facciata originaria, uno di questi rosoni è murato su una parete del palazzo papale adiacente. Un altro piccolo rosone, sulla destra della facciata, dà luce alla cappella dedicata a Santa Caterina. Le due colonne in marmo del portale principale provengono da un anteriore edificio romano, forse il tempio pagano di cui il duomo ha preso il posto. I portoni in bronzo delle tre porte sono recenti; opera dell'artista Roberto Joppolo, sono stati inaugurati il 6 settembre 2009 da papa Benedetto XVI. Campanile del Duomo di San Lorenzo : piazza San Lorenzo sul colle San Lorenzo, è del Trecento, si trova di fianco alla chiesa, sulla sinistra, in stile gotico-toscano, costruito nel 1369. La parte inferiore del campanile è interamente in peperino mentre la parte superiore è a fasce alterne di peperino e travertino. Quattro ordini di bifore alleggeriscono la parte superiore che termina con una cuspide ottagonale, è formato nella parte alta da strati segnati da doppie bifore e da fasce policrome orizzontali che alternano il bianco del locale travertino e l'azzurro del basalto. Torre Campanile Duomo San Lorenzo,piazza San Lorenzo,Viterbo, Notizie sul Colle San Lorenzo, risalgono all'VIII secolo, qui c'era un castrum sicuramente munito delle sue difese, e probabilmente questo luogo venne usato già dai Bizantini alla fine del VI e del VII secolo, come baluardo contro l'avanzata dei Longobardi, . Successivamente i Longobardi intorno al 605 o 606, riuscirono ad occupare sia Viterbo,che Bagnoregio, Orvieto e Ferento, ed è su questo castrum che edificarono la loro roccaforte, tantè che è proprio da qui che Desiderio nella sua postazione fortificata tentò di assalire il Ducato Romano. Probabilmente qui c'era un muro di cinta, case, orti, una chiesa dedicata a San Lorenzo Martire, un'altra chiesa oggi scomparsa dedicata a San Michele ed una cella del Monastero di Farfa, la ex chiesa di Santa Maria della Cella, di cui oggi rimane solo il campanile. Dal XII secolo questa fu la zona in cui si insediarono alcuni feudatari del Castello di Valcena, uno di loro sposò una viterbese la cui famiglia aveva qui alcuni terreni. Nel XIII secolo questa famiglia assunse il nome De Castello e successivamente Tignoso di Landolfo da cui il nominativo Tignosi, fin dal 1219 iniziò a costruire un bastione a protezione dei suoi beni, consistenti in palazzi, orti e torri.Questo bastione nel 1243 rese possibile ai Tignosi di sopravvivere agli attacchi imperiali. Nel 1244 il Castello di San Lorenzo o di Ercole, subirono per mano dei viterbesi gravi distruzioni, tra queste l'abbattimento di 15 torri e nel 1278 ai Tignosi rimasero cinque palazzi, cinque case ed una torre.Probabilmente la torre superstite è quella che oggi vediamo trasformata in campanile a fianco del duomo San Lorenzo. In questa zona fino alla seconda metà del Cinquecento c'era una strada che dal ponte San Lorenzo conduceva a valle Faul, poi dismessa da Vescovo Carlo Montigli.La torre venne trasformata in campanile nel 1369, quando il Pontefice Urbano V che risiedeva a Montefiascone, accordò una indulgenza a chi si incaricasse di tali lavori. L'ispirazione fu gotico toscana, alternando conci in travertino con quelli in peperino, che si svolgono per quattro ordini, ornati da finestre con doppie bifore per ogni parete. Furono inserite 36 scodelle di maiolica monocrome disposte a triangolo tra una bifora e l'altra che andate distrutte, non vennero mai più sostituite. Ai primi del XV secolo, secondo la moda di allora, il campanile fu dotato di un orologio che fino alla seconda metà dell'Ottocento rimase ancora al suo posto. Nel corso dei secoli la Torre Campanile di San Lorenzo ha subito vari danni, dovuti anche and eventi naturali, Danni ci furono nel 1792, quando il campanile venne colpito da un fulmine, fu restaurata, ma un altro fulmine cadde nel 1810, e il nuovo ripristino venne affidato a Giacomo Zei Danni maggiori si verificarono nel 1883 quando un fulmine piegò la croce, squarciò la cuspide , gettò in avanti due dei quattro finestroni a quaternario di colonnette e distrusse il muro in basso tanto che fu paventata l'idea della demolizione. Ma si procedette al restauro che terminò nel 1885, e si provvide anche a mettere un parafulmine. Altri danneggiamenti ci furono a causa delle incursioni aeree del 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale, che oltre al campanile danneggiarono la Chiesa e tutta l'area. Tra il 1984 e il 1987 si provvide ad restauro e al consolidamento di tutte le strutture presenti a piazza San Lorenzo. All'interno del campanile venne sostituita la scala in legno con una in ferro, Organo del Duomo di San Lorenzo, piazza San Lorenzo, Viterbo, si trova nelle due testate del transetto, sopra due cantorie in legno, è un organo a canne costruito nel 1965 dalla ditta organaria pescarese Zenoni e restaurato ed ampliato dalla ditta organaria fiorentina Maggiora nel 2005. A trasmissione elettrica con consolle in navata, lo strumento ha tre tastiere di 61 note ciascuna ed una pedaliera concavo-radiale di 32. Scalinata della Cattedrale di San Lorenzo, sul colle San Lorenzo, nella piazza omonima, questa venne edificata nel 1933 per dare accesso alla chiesa. La scalinata è formata da 8 lunghi gradini. Museo del Colle del Duomo, piazza San Lorenzo, Viterbo, centro storico, aperto nel 2000, in occasione dell'Anno Santo, ed è allestito nei locali della Diocesi, tra la Cattedrale, il Campanile e negli spazi all'aperto che circondano il duomo,raccoglie le opere della Diocesi di Viterbo, configurandosi essenzialmente come Museo di Arte Sacra. Sono conservate tavole, quadri, tele, disegni e bozzetti di vari artisti come Strigelli, Domenico Corvi, Anton Angelo Falaschi, Pietro Papini, Mmarco Benefial, Pietro Vanni. Vi sono anche ritratti di personaggi della chiesa come vescovi e cardinali che nei secoli hanno governato la Diocesi di Viterbo. Possiamo ammirare anche oggetti liturgici come reliquiari, calici, ostensori, croci, piviali ovvero paramenti liturgici indossati durante la messa, pianete un tipo di mantella liturgica, e numerosi altri paramenti sacri di ogni fattura ed epoca storica. Vi sono inoltre, statue di bronzo, di marmo, di legno, oltre ad epigrafi, capitelli e colonne. Come reperti archeologici si possono ammirare : un sarcofago etrusco di terracotta del III secolo a.C., un frammento di statua marmorea raffigurante Diana Efesina, dea dalle molte mammelle, un blocco di marmo con una iscrizione proveniente da Ferento, parte di un'ara trasformata in capitello, un cippo etrusco in peperino che reca scolpita una porta finta. Vi è inoltre una piccola Crocefissione attribuita a Michelangelo Buonarroti. Il museo conserva anche una tavola della Madonna della Carbonara risalente alla fine del XIII secolo. Colle San Lorenzo Colle San Lorenzo, Viterbo, piazza San Lorenzo qui è il luogo dove si conservano le memorie etrusche dell’antica Surina e le testimonianze della Viterbo medioevale. Qui lo spazio era difeso sui due lati ed isolato da una grande trincea fossato scavata nel periodo etrusco e fino al 1244 difesa da mura sopra le quali si intervallavano ben 16 alte torri di cui una sola è giunta ai giorni nostri quella di Messer Braimando. Proprio per questa naturale disposizione difensiva che nell’alto medioevo sia i pochi abitanti di Viterbo che i Longobardi popolarono il Castrum Herculis divenuto poi Castrum Viterbii. Nell’XI secolo il Castrum Viterbi si trovava nella zona pianeggiante del colle San Lorenzo nella parte che andava dal ponte San Lorenzo alla chiesa di San Clemente, la scelta di questo insediamento sulla sommità dell’altura che guardava verso valle Faul, una rupe tagliata a picco sulla valle, aveva essenzialmente una funzione difensiva. Il castello contava a mala pena 1000 abitanti, protetto probabilmente anche da fortificazioni longobarde, forse erette da Desiderio, che nel 773 si stava dirigendo alla conquista di Roma, e per questo fortificò la piccola città come se fosse una rocca in quanto già inespugnabile ed impervia nella parte che guardava a valle Faul. Il castello era munito anche di torri e probabilmente vi era già una piccola chiesa dedicata a San Lorenzo ed un monastero annesso, entrambi di età longobarda, in quella che oggi si vede come la antica chiesa di Santa Maria della Cella. Il ponte San Lorenzo era in quel tempo, un ponte levatoio, poggiava sia su antiche strutture etrusco romane, che sul fianco scosceso del colle che andava verso la odierna via Sant’Antonio. Il caseggiato del castello era provvisto di una antica strada romana, che si diramava dalle antiche mura del colle, la attuale via San Clemente, che conduceva a valle Faul. Sotto l’abside maggiore del Duomo alcuni scavi hanno portato alla luce resti romani risalenti al I o V secolo, e forse sempre sotto il duomo potrebbero esserci i resti dell’antico tempio dedicato ad Ercole. Palazzo dei Papi, piazza San Lorenzo, Viterbo, quando si supera via San Lorenzo per arrivare alla omonima piazza, si è subito incantati dalla gentile forza del palazzo papale ingentilito da una meravigliosa loggia. Fu proprio la presenza dei Papi ed in particolare durante il papato di Alessandro IV che nel 1257 aveva trasferito qui la sua sede, indusse il Comune a dar vita a questo gioiello architettonico emblema e vanto della città. Il trasferimento della sede papale da Roma a Viterbo fu come sopra detto, voluto nel 1257 da Papa Alessandro IV Segni, poiché in quel tempo la Curia Romana risentiva della instabilità dell’Urbe, ed il pontefice dopo annosi contrasti con gli Svevi decise di trasferirsi in un luogo più tranquillo per poter riorganizzare la resistenza guelfa contro i ghibellini. Morto Papa Alessandro IV questo trasferimento venne confermato anche dai suoi successori. Pertanto si rese necessario ampliare il Palazzo Vescovile, per adeguarlo alla importanza e magnificenza papale. Il lato del palazzo verso valle Faul appare come una fortezza difensiva, dalla struttura massiccia e scandita da enormi contrafforti, simile all’architettura militare, senza alcun elemento decorativo. Il lato che invece si affaccia sulla piazza appare totalmente diverso, tra il palazzo Vescovile a sinistra la loggia in mezzo e il palazzo Papale a destra, vi è un grande arco, che permetteva l’accesso alla piazza anche da valle Faul. La facciata è raccordata alla piazza da un imponente scalone che supera il fossato sottostante, qui sono presenti degli archi, che danno accesso ai piani inferiori del palazzo Papale. La famosa sala del Conclave e in alto,dopo aver salito la gradinata di accesso, situata a sinistra subito dopo la terrazza e la loggia. Interessante è la Sala Gualtiero che prende il nome da vescovo che nel XVI secolo la fece completamente ristrutturare, ha un soffitto a cassettoni ed una serie di affreschi. Un grande portale mette in collegamento la sala del conclave, mentre altre due porte danno accesso agli ambienti vescovili. La Sala del Conclave ospita il secondo piano, in questa sala si tennero 5 conclavi. Il 29 agosto del 1261 fu eletto Papa Urbano IV, il 1 settembre 1271 Papa Gregorio X, il il 17 settembre 1276 Papa Giovanni XXI, il 25 novembre 1277 Papa Niccolò III, il 22 febbraio 1281 Papa Martino IV. La sala del conclave fu ultimata per volere di Raniero Gatti, è un grande ambiente coperto con capriate di legno. Il pavimento originale, presenta dei fori, praticati durante il conclave del 1270 che si concluse con l’elezione di Papa Gregorio X Visconti e fu in quell’occasione che i vescovi furono chiusi "cum clave" in quanto non si decidevano ad eleggere il pontefice. Questo fu il conclave più lungo della storia, durò 33 mesi e un giorno, i viterbesi per sollecitare la conclusione scoperchiarono anche il tetto. La sala ha 12 bifore a tutto sesto, composte da due archetti poggianti su una colonnina centrale e due piccole semicolonne laterali. Loggia dei Papi al Palazzo dei Papi, piazza San Lorenzo, Viterbo,sul colle San Lorenzo, il palazzo è uno dei principali monumenti di Viterbo, chiamato così poiché fu sede papale fra il 1257 al 1281, ed è noto anche per aver ospitato l’interminabile elezione pontificale fra il 1268 e 1271, Di notevole bellezza il loggiato. Il palazzo venne edificato tra il 1255 e il 1266, mentre la loggia fu ultimata nel 1267 per volontà di Andrea Di Beraldo della famiglia Gatti, testimoniata da una epigrafe posta sull’ingresso principale del palazzo. La loggia poggia su un arco con la volta a botte è formata in un solo lato da sette archi sorretti da esili colonnine binate che si intrecciano formando una elegante trabeazione. Dalla loggia si entra nella grande Sala del Conclave, teatro della famosa elezione di papa Gregorio X. Il palazzo dei Papi oggi è la sede del vescovado, fu edificato su commissione di Raniero Gatti nel 1266 al fine di offrire ai pontefici, ospiti di Viterbo una dimora sicura. Tale decisione fu legata all’iniziativa intrapresa nel 1257 da papa Alessandro IV che volle trasferire la sede papale in una città più tranquilla che gli permettesse così di riorganizzare la resistenza guelfa. Dei successivi interventi dell’allora palazzo vescovile posto nell’area dell’attuale Ospedale Grande quando Viterbo divenne sede papale, non resta alcun documento. Solo i restauri del XX secolo, hanno permesso di riportare alla luce le forme gotiche dell’edificio. Su piazza del Duomo si nota l’imponente gradinata che porta alla sovrastante loggia, definita da eleganti archi sormontati da una trabeazione di influenza francese, vi sono 8 coppie di colonnine molto esili che sostengono una serie di archi a tutto sesto, che intrecciandosi formano degli archi a sesto acuto, gli archi sono sovrastati da una trabeazione che presenta una decorazione a metope (metope : è un elemento architettonico del fregio dell'ordine dorico dell'architettura greca e romana. Consiste in una formella in pietra, scolpita a rilievo, a seconda dei casi altorilievo o bassorilievo) con il leone simbolo della città. E’ presente anche l’aquila imperiale, le doppie infule papali (le infule papali: sono un ricordo di quella che doveva essere la forma originaria della mitra, cioè una larga striscia di stoffa che circondava la testa e ricadeva sul corpo, le infule datano dal X secolo, quando la mitra era ormai un copricapo conico: anticamente, pur pendendo dalla parte posteriore, esse erano portate sul davanti e appoggiate alla parte anteriore delle spalle, È dotata di infule anche la tiara papale che pur non essendo stata abolita, la tiara è però in disuso per volontà di Paolo VI). e gli stemmi della famiglia Gatti. Al centro di questo grande arco c’è un grande pilastro ottagonale che ha anche la funzione di cisterna per la sovrastante fontana posta sulla terrazza della Loggia. La loggia veniva utilizzata dal Papa anche per benedire la folla con la solennità dovuta. Sicuramente le logge erano due anche sul lato opposto, ma di questa verso valle Faul non se ne ha traccia. Archi all’esterno del Palazzo Papale, Viterbo, sono all’esterno del palazzo, sono due archi rampanti realizzati per contrastare la spinta della volta. Questi due archi sono posti in modo asimmetrico, superano la via San Clemente, e sono un raccordo strutturale con il fianco scosceso del colle San Lorenzo.La loggia poggia su un arco con la volta a botte è formata in un solo lato da sette archi sorretti da esili colonnine binate che si intrecciano formando una elegante trabeazione. Su piazza del Duomo si nota l’imponente gradinata che porta al sovrastante palazzo dei Papi. La loggia è altresì definita da eleganti archi sormontati da una trabeazione di influenza francese, vi sono 8 coppie di colonnine molto esili che sostengono una serie di archi a tutto sesto, che intrecciandosi formano degli archi a sesto acuto, gli archi sono sovrastati da una trabeazione che presenta una decorazione a metope (metope : è un elemento architettonico del fregio dell'ordine dorico dell'architettura greca e romana. Consiste in una formella in pietra, scolpita a rilievo, a seconda dei casi altorilievo o bassorilievo) con il leone simbolo della città. E’ presente anche l’aquila imperiale, le doppie infule papali (le infule papali: sono un ricordo di quella che doveva essere la forma originaria della mitra, cioè una larga striscia di stoffa che circondava la testa e ricadeva sul corpo, le infule datano dal X secolo, quando la mitra era ormai un copricapo conico: anticamente, pur pendendo dalla parte posteriore, esse erano portate sul davanti e appoggiate alla parte anteriore delle spalle, È dotata di infule anche la tiara papale che pur non essendo stata abolita, la tiara è però in disuso per volontà di Paolo VI). e gli stemmi della famiglia Gatti. Al centro di questo grande arco c’è un grande pilastro ottagonale che ha anche la funzione di cisterna per la sovrastante fontana posta sulla terrazza della Loggia. Fontana alla Loggia dei Papi, piazza San Lorenzo, Viterbo, In questa fontana sono stati riutilizzati i resti di una antica fons papalis che fu commissionata nel 1268 da Visconte Gatti figlio, di Raniero Gatti, il quale volle che fosse portata acqua dalla Mazzetta, contrada Pietrare, in città perché fosse utilizzata dal Palazzo Papale. Nella seconda metà del XV secolo la fontana fu distrutta in seguito ad un crollo della copertura e della facciata della loggia, nel recupero di quanto era rimasto vennero riutilizzate solo alcune parti come la coppa ed il suo supporto. La vasca sottostante che poggia su un gradino ha delle specchiature quadrangolari. La fontana subì ulteriori restauri nel 1897 e nel 1908, in questo periodo venne anche restaurato il palazzo Papale per riportarlo alla sua forma originaria. La fontana poggia su un gradino sul quale sta una grande coppa rotonda con 16 specchiature quadrangolari delle quali sei decorate con uno stemma a rilievo, della famiglia Gatti, di Papa Sisto IV della Rovere (al soglio dal 1471 al 1484), del vescovo Francesco Maria Visconti dei Settalà, del cardinale Raffaele Galeotto Roario. Lo stemma della famiglia Gatti è ripetuto 6 volte. Al centro della vasca c’è una colonna con un capitello ornato da foglie arricciate. Sopra questa colonna poggia la seconda vasca più piccola, a forma di coppa poligonale, profilata da 12 teste di leone con piccoli bocchettoni. Al centro di questa coppa c’è una bassa cuspide sulla quale si vedono gli stessi stemmi della prima vasca, escluso quello della famiglia Gatti. Sulla sommità un cesto di frutta al di sopra del quale zampilla l’acqua che poi si riversa nelle due vasche inferiori. Fontanella, lato sinistro Cattedrale, piazza San Lorenzo, Viterbo, forse risale al periodo tra il XII ed il XIII secolo. In origine era appoggiata sul lato frontale del campanile. E’ formata da una vasca semicircolare e si trova ad un livello inferiore rispetto alla piazza del Duomo, guardando la Cattedrale è sul lato sinistro della chiesa. È sostenuta da due blocchi dove sono scolpite due croci, la fontanella è inserita in una nicchia al centro della quale vi è una bocchetta con una testa di leone dalla quale fuoriesce l’acqua. Fontanella, lato destro cattedrale, piazza San Lorenzo, Viterbo,questa fontanella si trova sul lato destro della cattedrale, ad un livello più basso del Duomo, fu costruita nella metà del XX secolo, nel 1960, usando elementi risalenti al XV e XVII secolo. Sul fronte c’è lo stemma del Cardinale Francesco Maria Brancaccio, vescovo di Viterbo. La fontana è a coppa e poggia su una colonna ornata da quattro teste femminili, in alto quattro putti alati dalla cui bocca ci sono le bocchette per la fuoriuscita dell’acqua, Molto bello il capitello coppa dal quale fuoriesce l’acqua con aquile e volti di angeli, queste figure alate sono intercalate da motivi simbolici, un cesto di frutta, una zampogna, due scudi incrociati, e tre pere sostenute da un nastro. Qui si trova l’ingresso dell’Episcopio e dei suoi giardini. Fontana nel palazzo del Vescovo, piazza San Lorenzo, Viterbo, è una fontana a forma di coppa che poggia su una vasca circolare, questa fontana venne commissionata dal cardinale Francesco Maria Brancaccio nella seconda metà del XVII secolo. Sulla vasca è scolpito lo stemma del cardinale Brancaccio: quattro zampe di leone in mezzo alle quali c’è un piccolo stemma dei Barberini, ornato sopra dal cappello cardinalizio. Al centro della vasca c’è un pilastro ottagonale che sostiene una coppa con 8 lobi semicircolari, in ogni due di questi lobi c’è un cannello per la fuoriuscita dell’acqua. Questa seconda coppa ha varie decorazioni a rilievo e lo stemma del Cardinale Brancaccio: una zampa, varie costolature parallele e costolature oblique, e un’ape. La sommità della seconda vasca la più piccola è ornata da una sorta di bocciolo dal quale fuoriesce l’acqua che si riversa nella coppa. Fontana del giardino del Palazzo dei Papi, piazza San Lorenzo, Viterbo,questa fontana, probabilmente venne costruita alla fine del XV secolo, quando il vescovo Settala fece realizzare il giardino per il Palazzo Papale. La fontana presenta una coppa semisferica appoggiata su un muretto, sorretta da un piedistallo cilindrico, in alto due globi, due mensole e al centro un parallelepipedo al centro del quale c’è la testa di un leone con un bocchettone, ai lati del parallelepipedo, ci sono in rilievo uno scudo ed una rosetta. Chiesa Santa Maria della Cella, via San Clemente, piazza San Lorenzo,Viterbo, la si vede si vede sporgendosi dalla Loggia dei Papi ed è sulla parte destra della terrazza che affaccia verso valle Faul. La chiesa insieme al campanile è una delle più antiche testimonianze della architettura medioevale di Viterbo. Di questo edificio si hanno notizie a partire dal VII secolo, questa Cella era una comunità periferica dell’antico nucleo monastico di Farfa della Sabina che nei primi decenni dell’VIII secolo ampliò i propri possedimenti oltre il territorio di Rieti per spingersi fino all’area del Monti Cimini. Nei primi decenni del VIII secolo, l’abbazia iniziò ad ampliare i confini dei propri possedimenti oltre il territorio reatino e, ad occidente, raggiunse l’area cimina ed il distretto tuscanese. La Tuscia viterbese, seppure nominalmente assoggettata alla Chiesa romana, continuò a risentire lungamente dell’influenza diretta dell’impero longobardo e di questa particolare condizione approfittarono i farfensi per consolidare le loro proprietà e per fondare nuove comunità periferiche, chiamate “celle”, che avevano la funzione di amministrare in loco il complesso sistema di aziende curtensi dipendenti dal monastero sabino. Il campanile della Chiesa di Santa Maria della Cella è visibile dalla terrazza della loggia dei Papi, e proprio il campanile è tutto ciò che resta di questa antica chiesa medioevale, che dall'VIII secolo come già scritto, apparteneva all'Abbazia di Farfa, infatti nel 967 l'imperatore Ottone I confermava che questa apparteneva ai benedettini, e la definì come Cella Sancte Marie infra Castrum Viterbense, ovvero che era all'interno dell'abitato di Viterbo. Questa chiesa sorse ancora prima della Cattedrale e del Palazzo Papale. Ad essa era collegato il convento Benedettino, ma nel 1349 sia la chiesa che il convento a causa di un terremoto subirono ingenti danni, e vennero ricostruiti e novo nella seconda metà del XV secolo per volere del Vescovo Pietro De' Gennari. Nel 1550 venne istituita la Confraternita della Concezione detta anche di Santa Maria della Cella, che si dedicava alla carità e alla assistenza dei poveri. Il Campanile presenta delle analogie con quello della Chiesa di San Sisto e con il chiostro della Chiesa di Santa Maria Nuova. Ci sono motivi in laterizio sia nel campanile che nella torre campanaria. Via San Clemente, Viterbo, vi si accede sia dalla piazza San Lorenzo, oltre che da Via Sant'Antonio che da Valle Faul, la via è al di sotto della Loggia dei Papi, qui vi è una scalinata che immette sulla via San Clemente, a destra conduce alla via di Sant'Antonio, mentre a sinistra porta a Valle Faul. Palazzo Marsciano, piazza San Lorenzo, Viterbo, si trova di fronte alla Cattedrale, venne acquistato nel 1463 dal Capitolo di San Lorenzo, poi venduto nel 1803a Girolamo Molaioni. Questo palazzo è stato per anni la sede dell’Ospedale Grande degli Infermi ed anche oggi ne ospita in alcuni reparti. Palazzo del Priore o Casa di Valentino della Pagnotta, piazza San Lorenzo, Viterbo, questa casa è stata riportata al suo aspetto originale attraverso restauri resi necessari dai danni provocati dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. È un edificio del XIII secolo così denominato dal nome del priore Valentino della Pagnotta che nel 1458 lo acquistò, un bell’esempio di edilizia privata viterbese, tardo medioevale. Questo palazzetto, forse fu edificato nel 1278, subendo vari rifacimenti nel corso dei secoli, si articola su due livelli, la facciata è scandita da due archi a tutto sesto sostenuti da una colonna centrale, e da due semicolonne laterali, si inserisce bene nel contesto di piazza San Lorenzo e del palazzo Papale unendo stile romanico e stile gotico. Con i restauri apportati dopo la Seconda Guerra Mondiale sono state aperte le finestre al primo piano e realizzata una apertura della parete a ridosso del porticato. I due grandi archi si aprono alla sommità della gradinata di accesso. Palazzo Vescovile, piazza San Lorenzo, Viterbo, si trova guardando la Loggia dei Papi sul lato destro. Sulla facciata si può ammirare un grande stemma. Palazzo del Seminario Diocesano, piazza San Lorenzo, Viterbo, si trova accanto alla Casa di Valentino della Pagnotta, guardando, sul lato sinistro, questo palazzo dopo i bombardamenti del 1944 venne ricostruito, durante i bombardamenti furono distrutte le chiese medioevali del 1207 di San Sebastiano e di Santa Lucia dei Fabbri, in basso ci sono i blocchi in peperino , opus quadratum, e su questi poggiano le fondamenta del palazzo, mentre i blocchi sulla parte opposta sono riferibili a resti di antiche mura etrusche di Surina che sono emersi dopo lavori di restauro e di abbassamento della strada e della piazza San Lorenzo avvenuta nel 1933. A seguito di questi lavori al Duomo venne aggiunta l’attuale gradinata di accesso. Resti mura etrusche, via San Lorenzo, Viterbo, i resti di antiche mura etrusche di Surina sono emersi nel 1933, dopo i lavori di restauro e di abbassamento della via San Lorenzo e della piazza San Lorenzo. A seguito di questi lavori al Duomo venne aggiunta l’attuale gradinata di accesso. Campanili a piazza San Lorenzo, uno è il campanile del Duomo, e l'altro è della scomparsa Chiesa di Santa Maria della Cella. Chiese a piazza San Lorenzo, la chiesa da vedere è il Duomo, la Cattedrale di San Lorenzo, l'altra è una chiesa che non esiste più Santa Maria della Cella, di questa chiesa resta solo il campanile. Stemmi a piazza San Lorenzo, Viterbo, si ammirano numerosi stemmi alla facciata del palazzo dei Papi, uno stemma è sul palazzo vescovile, stemmi sono alla fontana posta di fronte al palazzo dei papi. Scalinate a piazza San Lorenzo, Viterbo, ci sono 8 gradoni per accedere alla Casa di Valentino della Pagnotta, gradini di accesso sono al Duomo di San Lorenzo, una imponente gradinata si staglia al palazzo dei Papi e alla Loggia Papale,altre gradinate conducono via San Clemente e a Valle Faul. Vie a piazza San Lorenzo Viterbo, da qui si accede alla via San Lorenzo, che partendo da piazza San Lorenzo arriva fino alla piazza del Plebiscito, c'è anche una piccola via accanto al palazzo Vescovile che porta all'ascensore che conduce a valle Faul, dove c'è il parcheggio, una via chiusa è su via San Lorenzo e da accesso all'ex Ospedale degli Infermi, e si chaima via dell'Ospedale, un tempo chiamata vicolo dell'Ospedale. Dalla gradinata piuttosto ripida, posta sotto il palazzo Papale, si accede alla via San Clemente e da qui a via Faul, e a via Sant'Antonio. Ascensore a piazza San Lorenzo, che porta a valle Faul dove c'è un grande parcheggio gratuito, la corsa dura meno di un minuto. Piazza San Lorenzo Viterbo informazioni e fotografie
Mappa piazza San Lorenzo e dintorni Viterbo centro storico Mappa piazza San Lorenzo e dintorni, informazioni turistiche e foto Anna Zelli Tunnel a destra parcheggio valle Faul che porta ascensore per piazza San Lorenzo Viterbo
tunnel che porta all'ascensore per piazza San Lorenzo, Viterbo,informazioni e foto Anna Zelli Alle destra palazzo Vescovile accesso all'ascensore piazza San Lorenzo Viterbo piazza San Lorenzo, palazzo Vescovile, Viterbo, foto Anna Zelli Ascensore verso valle Faul da piazza San Lorenzo Viterbo ascensore verso valle Faul, piazza San Lorenzo, Viterbo, informazioni turistiche e foto Anna Zelli Piazza San Lorenzo Viterbo piazza San Lorenzo, loggia e palazzo dei Papi, Viterbo, informazioni turistiche e foto Anna Zelli Duomo e campanile Chiesa San Lorenzo piazza San Lorenzo Viterbo piazza San Lorenzo, Duomo di San Lorenzo, Viterbo, foto Anna Zelli Duomo e campanile Chiesa San Lorenzo piazza San Lorenzo Viterbo
piazza San Lorenzo, Cattedrale e Campanile San Lorenzo, Viterbo, foto Anna Zelli Piazza San Lorenzo Loggia e palazzo dei Papi piazza San Lorenzo, palazzo Papale e Loggia dei Papi, Viterbo, foto Anna Zelli Complesso ex Ospedale Grande Infermi a destra il palazzo Marsciano piazza San Lorenzo Viterbo piazza San Lorenzo, ex Ospedale Grande degli Infermi e Palazzo Marsciano, Viterbo, foto Anna Zelli Casa Valentino della Pagnotta Piazza San Lorenzo Viterbo piazza San Lorenzo, Casa Valentino della Pagnotta, Viterbo, foto Anna Zelli Piazza San Lorenzo Viterbo centro storico piazza San Lorenzo, Viterbo, foto Anna Zelli Da vedere nei dintorni di piazza San Lorenzo Viterbo
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