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Le Mura di Viterbo, ne circondano il centro storico, sono lunghe 4 chilometri. L’inizio della costruzione della cinta muraria della città ancora oggi ben conservata, risale all’XI secolo e si protrasse fino al XIII secolo in base all’espandersi della città. Il centro storico di Viterbo all’inizio aveva ovviamente un’ estensione minore rispetto ad oggi, ed era tra i due torrenti Urciorno e Paradosso.La città per difendersi dalle continue lotte si dotò di mura altissime, torri di difesa e porte di accesso, una volta diminuito il pericolo di invasioni nemiche vennero edificate anche le porte monumentali che immettevano nelle principali direttirici viarie. Le mura hanno visto gli assedi dei Barbarossa fino alle lotte Garibaldine del Risorgimento. E’ da queste porte monumentali che venivano accolti Principi, Papi, Imperatori in visita e che sostavano a Viterbo prima di andare a Roma. Quattro sono i principali centri abitati che vennero nel tempo inclusi nella città. Il primo fu il Vico Quinzano ed infatti è al 1095 che risale il primo tratto di mura  che andava da Porta Fiorita  a porta della Verità fino alla Porta Romana, arrivava fono alla Porta Sonza che si trova presso l’odierno Monastero di Santa Rosa. Il secondo tratto di mura circonda San Francesco, dove c’era l’antico Castello di Sant’Angelo, fiancheggia il piazzale Gramsci e prosegue fino al torrione sotto le ex carceri di San Lupara edificato nel 1208.  Nel 1215 vennero poi edificate le mura intorno a Porta Bove  che da San Faustino, un tempo la sede degli abitanti fuggiti dalla distrutta città di Ferento, arrivavano fino alla torre di porta Faul.  Nel 1268, venne poi edificato il tratto di mura che va da porta Faul  alle rupi di San Clemente, sotto l’odierna piazza San Lorenzo dove sono il palazzo e la loggia dei Papi, per ricongiungersi al tratto di mura già precedentemente costruito che partiva da Porta Fiorita , fino a Porta San Pietro , Piano Scarano e colle del Duomo.  Vi sono anche delle porte e tratti di mura scomparse , mura che andavano dalle odierne Corso Italia e via Mazzini. Tra queste c’è la scomparsa porta Sonza, la porta di Santa Maria Maddalena, quest’ultima presso la chiesa omonima a valle Faul, la Porticella o Quadriera nella zona di San Faustino  e forse una Porta del Salvatore a ponte Tremoli . Nonostante i numerosi restauri subiti attraverso i secoli, il tracciato delle mura rimane in sostanza quello realizzato tra l’XI ed il XIII secolo, oltre alla cinta muraria, vi sono porte e numerose torri. Le porte in origine dovevano essere 14, alcune sono state chiuse e riaperte in epoche diverse queste permettevano l’accesso al centro storico di Viterbo : Porta Fiorita, Porta Salsicchia, Porta Vallia, Porta di San Sisto, porta dell’Abbate, porta San Marco, porta di Castel Sant’Angelo, porta di Santa Lucia, Porta Bove, porta, Euliali o di Valle, porta San Lorenzo, porta del Carmine. Di tutte queste porte oggi ne restano 7. Le tecniche costruttive del tracciato murario non sono omogenee ma legate ai diversi periodi storici della città.

Mura Medioevali di Viterbo, La costruzione delle mura di Viterbo ebbe inizio nel 1095, la primitiva città si estendeva tra i due fiumi Urcionio e Paradosso, la edificazione si protrasse fino al XIII secolo, inglobando tutta la città che via via si andava espandendo. Viterbo si è formata dall’unione di 4 principali centri abitati, tra questi il Vico Squinzano che fu il primo ad essere incluso nella cinta muraria della città, il primo tratto di mura del 1095 andava da porta Fiorita a porta Romana, a porta della Verità fino a porta Sonza, dove si trova l’attuale monastero di Santa Rosa. Il tratto successivo fu edificato nel 1208 e circondava San Francesco dove c’era l’antico Castel Sant’Angelo, fino ad arrivare dove oggi c’è il piazzale Gramsci e proseguiva al torrione dell’ex carcere di Santa Lupara. Nel 1215 si edificarono le mura intorno alla porta Bove, che andavano da San Faustino, abitato dalle popolazioni della distrutta Ferento, fino alla torre quadrata a nord di porta Faul. Nel1268 venne edificato il tratto di mura dalla Torre Quadrata alle rupi di San Clemente sempre nei pressi di valle Faul, ricongiungendosi con il tratto di porta Fiorita, da porta San Pietro fiancheggiava Pianoscarano per arrivare fino al colle del Duomo. Nel primitivo tratto delle mura vi era la porta Sonza che si trovava tral’attuale Corso Italia e via Mazzini, la porta di Santa Maria Maddalena presso la chiesa omonima a valle Faul, la Porticella o porta Quadriera  si trovava presso la piana di San Faustino, a ponte Tremoli c’era la porta del Salvatore. Lungo la cinta esistente si trovano 12 porte alcune aperte ed altre chiuse, che sono : porta Fiorita, porta Salsicchia, porta Vallia, porta di San Sisto, porta dell’Abbate, porta di San Marco, porta di Castel Sant’Angelo, porta di Santa Lucia, porta di Bove, porta Eulali o porta di Valle, porta di San Lorenzo, porta del Carmine.Quindi è in epoca medioevale quando la città di Viterbo, che si stava ampliando da un primitivo castello, venne cinta a mano a mano dall'alta cerchia di mura, ancora conservata in gran parte: e doveva servirle di porta anche la gotica torre di San Biele (1270). Più tardi nel secolo XIV fu munita della rocca poi ricostruita forse nel XV secolo. Nel XII secolo d.C.. fu opportuno racchiudere i diversi borghi che formavano la città all'interno di una cinta muraria per l'istituzione dell'Ordine Nuovo che doveva dare vita e sicurezza ad un grande centro cittadino. Le torri che sorgono a ridosso della cinta muraria sono state costruite per la maggior parte nel XIII secolo, anche se nel corso dei secoli ne sono state costruite altre, molte sono state abbattute e successivamente ricostruite. E' impossibile ricostruire il numero esatto delle torri, ma sicuramente erano più di cento, poiché ogni singolo palazzo ne possedeva più di una ed erano messe a difesa non solo dei palazzi ma anche della città in alcuni punti strategici. Generalmente in corrispondenza delle torri si aprivano le porte, circa venti in totale, che erano protette da un antiporta e si chiudevano con una saracinesca incastrata nel muro e sorvegliate da gendarmi. Alcune porte erano dotate di un ponte inizialmente in legno poi in muratura. La Porta San Leonardo permetteva il passaggio sulla Via Romana, la porta Romana era chiamata di San Sisto, e quella della Verità era chiamata dell'Abbate. Al quartiere di Pianoscarano si accedeva tramite Porta Fiorita, Porta del Carmine (detta di Piano Scarlano) e Porta Salicicchia. La Porta di Valle fu chiusa nel 1568 e ne fu aperta un'altra poco distante detta Porta Faul. La Porta Fiorentina detta di Santa Lucia, era spostata rispetto all'apertura attuale. La Porta Bonaventura era detta del Bove. Furono costruite delle porte, come quella di San Michele (San Biele), fuori dalla cinta muraria per un allargamento della stessa cinta. La cinta muraria che delimitava il territorio di Viterbo, eretta tra il XI ed il XII secolo, ha contribuito a proteggere, nel tempo, le bellezze artistiche ed architettoniche tipiche del centro cittadino. Il perimetro, lungo 5 km circa, era interrotto da numerose porte, alcune delle quali sono oggi murate, altre, con il passare del tempo, sono state sostituite da costruzioni più recenti, eleganti e raffinate. Le mura sono ben conservate ed i lavori per la loro edificazione iniziarono nel 1095 con l’edificazione di Porta Fiorita, oggi aperta per il transito pedonale, la cinta muraria fu terminata nel 1268 con la chiusura della valle Faul, dove prima della porta Faul, si apriva la Porta di Valle, oggi recuperata come passaggio pedonale. Esternamente alla cinta muraria davanti al tratto che va da porta San Pietro a porta Romana si erge la porta Torre di San Biele, fatta erigere nel 1270 dal Capitano del Popolo Raniero Gatti, sotto di essa passava la strada che uscendo dalla vicina Porta San Leonardo saliva verso i monti Cimini. La porta San Biele, probabilmente deriva il nome dalla corruzione di San Michele, santo molto venerato dai Longobardi. La porta San Sisto si trova nei pressi della chiesa omonima, fu costruita nel 1653. La porta Romana fu edificata per accogliere degnamente il papa Innocenzo X, fu completata nel 1705, qui spiccano la statua di Santa Rosa e gli stemmi di papa Innocenzo X e di papa Clemente XI, vi si notano anche i segni dei colpi di cannone sparati dai francesi durante l’assedio alla città di Viterbo del 1798. A breve distanza da porta Romana di nota l’abside della chiesa di San Sisto.

La attuale cinta muraria di Viterbo

Cinta Muraria via San Paolo, da Porta Faul a Porta del Carmine : Cinta muraria che da porta Faul va a porta di Valle si data tra il 1257 o il 1268, un tratto murario che a causa del torrente Urciorno che spesso straripava era soggetto a crolli continui, e a restauri.  Qui erano presenti anche tre torri, Porta Faul in origine era una torre, ma poi la sua altezza venne dimezzata.  Nel 1547 ad opera di Alessandro Farnese, nipote dell’allora Papa Paolo III, venne edificata una porta di ingresso monumentale, la Porta Faul. All’inizio venne chiamata Porta Farnesia o Farnesina. Vi sono i gigli ed una iscrizione che tradotta  ci dice : “ Nell’anno 1268 l’illustre stirpe di Raniero Gatti , Visconte, per Grazia di Dio, capitano egli stesso di Viterbo fece costruire queste mura con una fonte ricca di acque , al di qua  e al di là della torre del fosso di Faul. Accanto c’è la mole della Torre della bella Galiana, o del Branca, venne edifica nel 1296 da Corrado Branca sulla parte superiore vi sono gli stemmi e le chiavi papali e i simboli del podestà Corrado del Branca , c’è anche una iscrizione che tradotta, recita: “ Nel nome del Signore, amen. Nell’anno del Signore 1296 il nobile uomo Corrado Branca , cittadino di Gubbio, podestà della città di Viterbo, onorato per il suo felice governo, fece edificare questa torre con il provento di 150 libbre paparine, che il castello di Montalto, la terza parte del porto spetta la Comune di Viterbo, è tenuto a pagare annualmente il medesimo Comune. Rendiamo grazie a Dio”  Dopo questa torre c’è la porta di Valle, che venne chiusa dopo l’apertura della Porta Faul.  E’ stata riaperta nel 1974. Questa porta è sovrastata da una torre aperta in alto con un arco a tutto sesto. Al suo interno ci sono tre archi sovrapposti, e al suo interno una pietra riproduce lo stemma della Camera Apostolica che le chiavi e la mitra. Nel 2016 la torre e la porta di Valle sono state restaurate. Cinta muraria che da porta di Valle va a Porta San Lorenzo: secondo gli studiosi questo tratto di mura venne edificato nel 1257, mentre la porzione che va fino a Pianoscarano risalirebbe al 1118. Qui c’era la Torre di Valle, e accanto l’orto della Chiesa di Santa Maria della Palomba, oggi scomparsa, restano solo alcune tracce, e un molino. In questa zona la Famiglia Balasco aveva dei molini a frumento e molini a olio, che erano alimentati dal fosso di San Pellegrino il quale era una diramazione del torrente Teneri. In questa zona più avanti vi era la torre Amendola, che lo studioso Della Tuccia ne colloca l’edificazione al 1457, quando, nella sua parte superiore venne innalzato un muro. Proseguendo verso porta del Carmine, qui c’era la Torre del Bacarozzo, vi erano in questa zona abitazioni della Famiglia dei Monaldeschi, nei pressi della scomparsa chiesa di San Nicola degli Scolari oggi ex chiesa di San Carlo,  che fu feudataria del Castello di Montecalvello, i cui esponenti ebbero ruoli di prestigio a Viterbo durante i secoli dal XIII al XVI. Su questa torre del Bacarozzo  il Pinzi colloca al XII secolo l’apertura della Porta San Lorenzo, che conduceva all’omonimo colle. Ma dal 1467, la strada non è praticabile e la torre del Bacarozzo e la porta San Lorenzo non sono visibili, in quato facenti parte di una proprietà privata. Cinta Muraria da Porta San Lorenzo a porta del Carmine: questo tratto di mura risalirebbe al 1118, questo, tratto non presenta torri, qui c’è la Porta del Carmine che deve il nome ad un monastero non più esistente dal XVIII secolo.

Resti di Mura Etrusche a Viterbo

Resti mura etrusche, via San Lorenzo, Viterbo, i resti di antiche mura etrusche di Surina sono emersi nel 1933, dopo i lavori di restauro e di abbassamento della via San Lorenzo e della piazza San Lorenzo. A seguito di questi lavori al Duomo venne aggiunta l’attuale gradinata di accesso.

Cinta Muraria Viterbo da via San Paolo

cinta murarioa da porta faul a porta del carmine via san paolo viterbo centro storico

Via San Paolo, Viterbo centro storici, informazioni turistiche e foto a cura Anna Zelli

Cinta Muraria Viterbo da Porta del Carmine a Valle Ffaul

mura di cinta da porta del carmie verso porta faul viterbo info foto anna zelli

Via San Paolo, Viterbo centro storico, informazioni turistiche e foto a cura Anna Zelli

Mura di cinta Viterbo centro storico Fotografie

cinta muraria della città di viterbo

Mura Viterbo centro Viterbo informazioni turistiche e fotografie a cura di Anna Zelli

Mura di Pianoscarano da via del Carmine Viterbo

mura a pianoscarano viterbo da via del carmine

 Mura Pianoscarano Via del Carmine Viterbo, Cinta muuraria Viterbo centro

mura pianoscarano da via del carmine lato esterno destro porta pianoscarano viterno info e foto anna zelli

 Mura Pianoscarano Via del Carmine Viterbo, Cinta muuraria Viterbo centro

Mura a via Sant'Antonio

mura a via sant'antonio viterbo info e foto

Mura via Sant'Antonio Viterbo centro storico info e foto Anna Zelli

Mura etrusche a Viterbo

resti delle mura etrusche a via san lorenzo viterbo info e foto anna zelli

Mura Etrusche resti, Viterbo foto Anna Zelli

Pianta delle Mura e delle Porte di Viterbo

pianta delle mura e delle porte di viterbo

pianta delle Mura e delle Porte di Viterbo

Mura e Porte di Viterbo

cinta muraria della città di viterbo viterbo porte della cinta muraria della città di viterbo
Cinta muraria Viterbo centro Porte Storiche di Viterbo
porte di viterbo al di fuori del centro storico della città viterbo porte murate della città di viterbo centro
Porte fuori Viterbo Porte murate e scomparse

Piazze di Viterbo - Vie di Viterbo centro storico

vterbo piazze di viterbo centro storico vie di viterbo centro storico

Piazze di Viterbo centro - Vie di Viterbo centro

Viterbo centro storico - Viterbo dintorni

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