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STEMMA ARALDICO CITTA' DI VITERBO  

Stemma di Viterbo : Lo stemma della Città di Viterbo è costituito da uno scudo sannitico azzurro riportante una palma a cui è sovrapposto un leone passante verso sinistra (destra araldica) coronato d'oro. Il leone tiene con la zampa anteriore destra uno stendardo rosso con una croce d'argento in ogni quarto della quale vi sono quattro chiavi dello stesso smalto; l'asta dello stendardo, di colore verde, è sormontata da un'aquila bicipite d'oro. Lo stemma della città di Viterbo, venne riconosciuto con decreto del 19 luglio 1929 con la seguente blasonatura : “d'azzurro, al leone leopardito coronato d'oro sopra pianura di verde, accollato ad una palma fruttata di rosso, al naturale, tenente con la branca anteriore destra una bandiera bifida rossa, alla croce d'argento, cantonata di quattro chiavi di argento, poste in palo, con l'ingegno all'insù ed astato di verde”. La descrizione del gonfalone è data dal “drappo d’azzurro”. Lo stemma di Viterbo è stato descritto dallo storico Cesare Pinzi nel suo libro del 1889 “I Principali monumenti di Viterbo”, il leone era l’antico stemma guelfo di Viterbo dell’XI secolo, la palma era l’emblema della città di Ferento che venne aggiunto allo stemma Viterbese dopo la sconfitta e la distruzione nel 1172 di Ferento, mentre l’asta sormontata dall'aquila bicipite, fu donata alla città di Viterbo dall'Imperatore Federico I, Barbarossa, nel 1167, ed infine la bandiera che viene sorretta dal leone,  con la croce bianca in campo rosso e con le chiavi decussate fu donata alla città di Viterbo nel 1315. Sembra che dal 1172 lo stemma di Viterbo fosse rappresentato solo dal leone, legato alla antica leggenda della città etrusca Surina, antico nome di Viterbo, legato alle sorgenti termali dove le antiche popolazioni vedevano la manifestazione del dio inferi Suri, che aveva come simbolo il leone legato al mito del dio Ercole che si vestiva delle spoglie leonine e anch’esso legato alle acque calde termali. Infatti un tempo sul colle dove sorge il duomo di Viterbo c’era un tempio dedicato ad Ercole, culto che durò fino al IV secolo d.C., rimane a memoria di questo antico culto pagano una grande sala nel Palazzo dei Priori detta Erculea. Lo storico Pinzi, a proposito di questa leggenda, cita il racconto dello storico e cronista di Viterbo del quattrocento: “era tra noi comune credenza che Ercole, volendo confondere et excedere alla forza di Caco sul monte Aventino, passò per le nostre pianure et trovò populi de Civita Musarna et Surrena non haver receptacoli...et cusì fessi edificare il Castello d'Ercole (il Castrum Viterbii, cui diede il proprio nome), e diegli per segno il Lione."Pertanto, quando nel Medioevo Viterbo decise di darsi uno stemma ecco risorgere dai secoli, conservata e trasmessa da quella che si definisce la memoria collettiva, la figura di Ercole e di conseguenza del leone: il leone di Ercole; un leone non rampante, ma come si dice in gergo araldico, "passante che si muove fiero, robusto e forte, da destra a sinistra." Il leone era anche preferibile dalla città guelfa in contrasto all'aquila assunta dalle città di parte ghibellina: aquila che pure comparve nello stemma tra il 1167 ed il 1172 per la concessione da parte di Federico Barbarossa del proprio vessillo imperiale per accattivarsi le simpatie della popolazione viterbese. (Giuseppe Ferdinando Egidi sostiene "di questa concessione, fatta forse soltanto verbalmente nel 1167, si ebbe più tardi la conferma ufficiale in un diploma del legato imperiale Cristiano di Magonza datato da Siena ai 19 marzo 1172"). Lo stesso drappo vermiglio appare come ricordo della concessione imperiale perché colore della parte ghibellina. Nello stesso anno Viterbo prese e distrusse definitivamente la vicina Ferento ed allora con forte orgoglio campanilistico mise lo stemma della città rivale, la palma, dietro il proprio Leone. La palma che era anche simbolo di vittoria e che, per la deformazione tipica dell'araldica, ha preso figura di picca. La Bandiera della Chiesa ha origini discordanti a seconda di cronache scritte o orali: secondo il cronista Lancillotto, Clemente III, per premiare i Viterbesi che avevano liberato due Cardinali dagli oltraggi del conte Aldobrandino, ricacciandolo fino a Montefiascone, donò al leone del Comune la bandiera con le chiavi; altre cronache ci dicono che Bernardo de Coucy per l'aiuto offerto dalla città e dalle sue milizie concesse l'onore di avere la bandiera della Chiesa: croce bianca in campo rosso con nei quarti le chiavi di San Pietro. In tal modo il Leone recò fiero anche questo vessillo. In un diploma conservato nell'Archivio storico comunale vi è il disegno a colori di quella bandiera: l'asta del vessillo non è sormontata dall'Aquila imperiale; il drappo è a fondo rosso traversato completamente da una croce bianca, cui nei quattro angoli si accostano quattro chiavi pure bianche. Sulla testa del leone è poi disegnata una corona, di ignota origine, supposizione di studiosi settecenteschi è quella che indicasse l'antico leggendario principato etrusco goduto dalla Città. Più tardi nei secoli fu aggiunto il globo con il criptogramma FAVL (ad indicare la tetropoli formata da quattro centri: Ferento, Axia, Urcla e Lucerna (o Muserna), periferici alla zona abitata nel raggio di sei miglia o la sintesi abbreviata di Fano e di Voltumna, per indicare le quattro vie disposte a croce che portavano al Bosco Sacro, punto d'incontro delle stirpi etrusche) che fu tolto e rimesso per tre secoli. E' comunque il leone che campeggia in ogni stemma, che da un sigillo del 1225 è accompagnato "Non metuens verbum, Leo sum qui signo Viterbium": Non temendo alcuna offesa, io sono il Leone che rappresenta Viterbo. Sempre G.F. Egidi ci lascia queste parole: "Quindi il nostro stemma attuale, memoria dei privilegi che le autorità papale e imperiale a vicenda ci elargivano per tenerci a sè, delle vittorie nostre, e della boria cittadina, si può araldicamente descrivere così: «D'azzurro, alla palma naturale e fiorita di rosso; attraversata da un leone d'oro coronato, destropassante e guardante, sopra una campagna d'oro, appoggiato di branca anteriore destra su di un globo d'azzurro centrato e crociato d'oro, e cantonato delle lettere F. A. V. L. dello stesso, e tenente con la branca medesima uno stendardo di rosso, attraversato da una croce d'argento cantonata di quattro chiavi dello stesso, e sormontato in asta dall'aquila bicipite d'oro.» (Egidi Giuseppe Ferdinando 1889).

Lo Stemma della Città di Viterbo : evoluzione storica e araldica dello stemma di Viterbo :

1. Sembra che in un tempo antico lo stemma di Viterbo, fosse rappresentato da un unicorno che si trovava nel Duomo di Siena: infatti sul pavimento del Duomo di Siena lo stemma di Viterbo è rappresentato dal liocorno o unicorno o leocorno, che porta all’interno la scritta Viterbium, e un elefante per distinguere Roma, invece Siena ha la lupa con Romolo e Remo lattanti. Difficile spiegare perché Siena abbia voluto distinguere Viterbo col liocorno, seppure quest’ultimo abbia un riferimento, a Viterbo, quale simbolo araldico dei Farnese, infatti allo stemma gigliato farnesiamo, in Via San Lorenzo, appunto sul Palazzo Farnese, è sovrapposto un liocorno, ma siamo lontani da segnalarlo come stemma di Viterbo.

2. Nell’XI secolo, lo stemma di Viterbo era rappresentato dal solo Leone, simbolo guelfo, senza palma e senza il globo anniano quadripartito, Sembra che fino al 1172 lo stemma di Viterbo fosse rappresentato solo dal leone, perché questo simbolo era legato alla antica leggenda della città etrusca Surina, antico nome di Viterbo, legato alle sorgenti termali dove le antiche popolazioni vedevano la manifestazione del dio inferi Suri, che aveva come simbolo il leone legato al mito del dio Ercole che si vestiva delle spoglie leonine e anch’esso legato alle acque calde termali. Infatti un tempo sul colle dove oggi sorge il duomo di Viterbo c’era un tempio dedicato ad Ercole, culto che durò fino al IV secolo d.C., rimane a memoria di questo antico culto pagano una grande sala nel Palazzo dei Priori detta Erculea. Lo storico Pinzi, a proposito di questa leggenda, cita il racconto dello storico e cronista di Viterbo del quattrocento: “era tra noi comune credenza che Ercole, volendo confondere et excedere alla forza di Caco sul monte Aventino, passò per le nostre pianure et trovò populi de Civita Musarna et Surrena non haver receptacoli...et cusì fessi edificare il Castello d'Ercole, il Castrum Viterbii, cui diede il proprio nome, e diegli per segno il Lione". Pertanto, quando nel Medioevo Viterbo decise di darsi uno stemma ecco risorgere dai secoli, conservata e trasmessa da quella che si definisce la memoria collettiva, la figura di Ercole e di conseguenza del leone: il leone di Ercole; un leone non rampante, ma come si dice in gergo araldico, "passante che si muove fiero, robusto e forte, da destra a sinistra." Il leone era anche il simbolo preferito dalla fazione guelfa della città in contrasto all'aquila, simbolo,  assunto dalle città di parte ghibellina. Vi sono tracce di questo stemma sulla Chiesa di san Silvestro con due leoni, sull’angolo del Palazzo della Prefettura e un altro è sulla scala del Palazzo dei priori che conduce nella Sala della Madonna della Quercia e alla Cappella dei Priori.

3. Nel 1167, per donazione dell’Imperatore Federico I Barbarossa, nello stemma venne inserita l’asta sormontata dall'aquila bicipite L’aquila, era un simbolo ghibellino, e comparve nello stemma tra il 1167 ed il 1172. Questa asta, sormontata dall’aquila bicipide, venne inserita nello stemma per concessione di Federico I Barbarossa del proprio vessillo imperiale alla città di Viterbo, in questo modo, l’imperatore volle accattivarsi le simpatie della popolazione viterbese. Giuseppe Ferdinando Egidi sostiene di questa concessione, che questa fu fatta, forse, soltanto verbalmente, nel 1167, solo più tardi si ebbe la sua conferma ufficiale in un diploma del legato imperiale Cristiano di Magonza datato Siena il 19 marzo 1172.

4. Nel 1172 si aggiunse allo stemma di Viterbo, oltre al leone, e all’aquila, un altro elemento, quello della palma o picca : la palma era il simbolo araldico della antica città di Ferento che venne sconfitta e distrutta in quell’anno dai viterbesi. La palma che era anche simbolo di vittoria per la deformazione tipica dell'araldica, ha preso poi la figura di picca. Vi sono testimonianze sulla facciata del Palazzo delle Carceri in Piazza del Plebiscito, sull’angolo di Via Roma con la medesima piazza e sopra l’ingresso della Porta san Pietro. Inoltre, afferma Cristofori : “due altri leoni ne rimangono del secolo XVI, con la palma gigliata, oltre un terzo del 1577 nella porta principale di S. M. delle Fortezze, con la palma ed il vessillo imperiale, ma tutti senza il globo quadripartito, sotto la branca destra”.

5. Nel 1315 fu donata alla città di Viterbo la bandiera che viene sorretta dal leone,  con la croce bianca in campo rosso e con le chiavi decussate. Lo stesso drappo vermiglio appare in quanto ricordo della concessione imperiale perché rimandava al colore della fazione ghibellina. La Bandiera della Chiesa ha origini discordanti a seconda che le cronache fossero scritte o orali: secondo il cronista Lancillotto, Clemente III, per premiare i Viterbesi che avevano liberato due Cardinali dagli oltraggi del conte Aldobrandino, ricacciandolo fino a Montefiascone, donò al leone del Comune la bandiera con le chiavi; altre cronache ci dicono che Bernardo de Coucy per l'aiuto offerto dalla città e dalle sue milizie concesse l'onore di avere la bandiera della Chiesa: croce bianca in campo rosso con nei quarti le chiavi di San Pietro. In tal modo il Leone recò fiero anche questo vessillo. In un diploma conservato nell'Archivio storico comunale vi è un disegno a colori di quella bandiera: l'asta del vessillo non è sormontata dall'Aquila imperiale; il drappo è a fondo rosso traversato completamente da una croce bianca, cui nei quattro angoli si accostano quattro chiavi pure bianche. Sulla testa del leone è poi disegnata una corona, di ignota origine, supposizione di studiosi settecenteschi è quella che indicasse l'antico leggendario principato etrusco goduto dalla Città.

6. Un altro ancora. era lo Stemma di Viterbo, con il leone ma senza il globo "con la picca a punta, a guisa di trifoglio, o la palma schiantata" sono sul fronte del Palazzo papale.

7. Dalla metà del XV secolo un altro elemento si aggiunge allo Stemma di Viterbo, era un globo con il criptogramma FAVL, ovvero, sotto la zampa sinistra del leone, inizia a comparire un globo con le lettere F A V L. ad indicare la tetropoli formata da quattro centri: Ferento, Axia, Urcla e Lucerna o Muserna, periferici alla zona abitata nel raggio di sei miglia o la sintesi abbreviata di Fano e di Voltumna, per indicare le quattro vie disposte a croce che portavano al Bosco Sacro, punto d'incontro delle stirpi etrusche. Questo criptogramma fu tolto e rimesso per tre secoli. Ciò è dovuto a frate Annio, Giovanni Nanni (1432 - 1502), domenicano, il quale aveva fatto incidere una epigrafe, per avvalorare la sua tesi che pretendeva Viterbo derivare dai tre castelli Fano di Volturna, Vetulonia e Longula, asserendo poi, che Pipino, figlio di Carlo Martello, aveva unito alla tetrapoli regia anche il Castello d’Ercole sul Colle di san Lorenzo.  Ma ben si sa che Viterbo era un modesto castrum nei secoli VIII e IX, e la sigla FAVL non sta certo a significare FA(num) V(o)L(turnae) o Fanum, Arbanum, Vetulonia e Longula.

8. Fino al 1889 è comunque il leone che campeggia in ogni stemma di Viterbo, che da un sigillo del 1225 è accompagnato "Non metuens verbum, Leo sum qui signo Viterbium": Non temendo alcuna offesa, io sono il Leone che rappresenta Viterbo. Sempre G.F. Egidi ci lascia queste parole: "Quindi il nostro stemma attuale, memoria dei privilegi che le autorità papale e imperiale a vicenda ci elargivano per tenerci a sè, delle vittorie nostre, e della boria cittadina, si può araldicamente descrivere così: “D'azzurro, alla palma naturale e fiorita di rosso; attraversata da un leone d'oro coronato, destropassante e guardante, sopra una campagna d'oro, appoggiato di branca anteriore destra su di un globo d'azzurro centrato e crociato d'oro, e cantonato delle lettere F. A. V. L. dello stesso, e tenente con la branca medesima uno stendardo di rosso, attraversato da una croce d'argento cantonata di quattro chiavi dello stesso, e sormontato in asta dall'aquila bicipite d'oro“. (Egidi Giuseppe Ferdinando 1889)

9. Lo Stemma di Viterbo, quello del leone con il globo, così rimase, fino alla fine dell’800.

Stemma della Città di Viterbo

L'attuale Stemma della Città di Viterbo, fu approvato con decreto del 19 luglio 1929 è formato da uno scudo sannitico azzurro con una palma alla quale è sovrapposto un leone passante verso sinistra coronato d’oro. Il leone con la zampa anteriore destra, sorregge uno stendardo rosso con una croce d’argento, in ogni quarto vi sono quattro chiavi d’argento, l’asta dello stendardo è verde sormontata da un’aquila bicipite d’oro. Questa la descrizione della blasonatura : “d'azzurro, al leone leopardito coronato d'oro sopra pianura di verde, accollato ad una palma fruttata di rosso, al naturale, tenente con la branca anteriore destra una bandiera bifida rossa, alla croce d'argento, cantonata di quattro chiavi di argento, poste in palo, con l'ingegno all'insù ed astato di verde”. Dobbiamo allo storico Cesare Pinzi la descrizione dello stemma viterbese, nel suo libro “I Principali monumenti di Viterbo”, del 1889.

Fotografie Stemma Città di Viterbo

viterbo stemma leone piazza del comune angolo via san lorenzo

Stemma Leone a Piazza del Comune angolo Via San Lorenzo, foto Anna Zelli

stemma città di viterbo piazza del comune angolo via san lorenzo

Stemma Leone a Piazza del Plebiscito angolo Via San Lorenzo, foto Anna Zelli

piccolo stemma di viterbo a piazza del plebiscito viterbo centro storico

piccolo stemma città di Viterbo, Piazza del Plebiscito, foto Anna Zelli

viterbo il leone simbolo della città

Viterbo. il Leone, Piazza del Plebiscito angolo Via San Lorenzo foto Anna Zelli

viterbo stemmi piazza del comune angolo via roma

stemmi di Viterbo, Piazza del Comune angolo Via Roma, foto Anna Zelli

viterbo stemma piazza del plebiscito

Stemma al palazzo dei Priori, Piazza del Plebiscito, Viterbo, foto Anna Zelli

viterbo stemma a piazza del comune angolo via san lorenzo

stemma Piazza del Plebiscito angolo Via San Lorenzo, Viterbo, foto Anna Zelli

viterbo stemmi piazza del comune angolo via cavour

Stemmi Piazza del Plebiscito angolo Via Cavour Viterbo, foto Anna Zelli

viterbo stemmi piazza del plebiscito

Stemmi Piazza del Plebiscito, Viterbo, foto Anna Zelli

stemma piazza del plebiscito angolo via san lorenzo

Stemma Piazza del Plebiscito angolo Via San Lorenzo Viterbo, foto Anna Zelli

viterbo stemmi cortile palazzo dei priori

Stemmi al cortile palazzo dei Priori, Piazza del Plebiscit, Viterbo, foto Amma Zelli

viterbo stemma leone palazzo dei papi

stemmi al palazzo dei Papi e alla loggia papale, Piazza San Lorenzo, Viterbo
 

 Stemma Città di Viterbo, Leone a piazza del Plebiscito angolo Via San Lorenzo, foto Anna Zelli

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