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Famiglia Di Marsciano, Conti, testimonianze a Viterbo: palazzo Marsciano a piazza San Lorenzo. La famiglia di Marsciano o dei Conti di Marsciano, originaria dell’Umbia, accorpò i rami di Parrano, di Montegiove e di Migliano.  Traggono il nome con l’edificazione del castello Di Marsciano a nord di Todi. Sul testamento del 1476, del Capitano di Ventura Antonio Di Marsciano, si legge che la famiglia avesse avuto origine dai barbari Burgundi, i quali,  erano una tribù germanica dell'Est che dalla Scandinavia migrò verso l'isola di Bornholm, l'isola dei Burgundi e da qui verso l'Europa continentale. Secondo Plinio il Vecchio questa popolazione faceva parte dei Vandali. Lo storico Ferdinando Ughelli, ipotizza l'origine di questa famiglia dai Cadolingi, risalendo nella storia familiare fino alla persona del conte Cadolo, del X secolo.Gli storici moderni propendono che la famiglia discenda dai Conti di Chiusi, come peraltro riportato dallo stesso Antonio di Marsciano nel suo testamento, secondo il quale questa notizia sarebbe stata tramandata dai suoi avi. La storia della famiglia è tracciata dall'XI secolo fino all'anno 1667 nell'opera dello storico Ferdinando Ughelli, che ne ha anche ricostruito la genealogia per mezzo di un dettagliato albero genealogico. Il lavoro dell'Ughelli venne commissionato da Lorenzo di Marsciano. Bernardo di Bulgarello può essere considerato come capostipite della famiglia Di Marsciano,il quale, ricevette per primo, il castello di Parrano dal Vescovo di Orvieto, da qui, i successori, si insedieranno fino a a Marsciano, occupando i feudi circostanti e ponendosi come roccaforte strategica tra i comuni di Orvieto e Perugia. I Conti Di Marsciano ebbero nei secoli cariche pubbliche ad Orvieto a partire dal XII secolo, oltre alla Signoria di Marsciano fino al 1682, ebbero anche il possesso del castello di Parrano. La Famiglia dal XIV secolo è presente anche a Viterbo, quando Angelina, figlia del Conte Giacomo Di Marsciano fondò a Viterbo il Monastero di Sant’Agnese,documenti attestano la presenza di terziarie francescane a Viterbo fin dal 1417, le quali, venivano chiamate le "povere di Cristo" e abitavano nella casa Tignosini in S. Tommaso. Nel 1426 a Viterbo giunse durante la quaresima San Bernardino da Siena e istituì un bizzoccaggio, che  avrebbe seguito la regola di Angelina Di Marsciano; le bizzocche facevano parte di un movimento penitenziale religioso e laico, spesso sostenuto da donne di origine nobile,note come beghine o bizzocche,  che vivevano la vita religiosa in casa da sole o in piccoli gruppi e che non prendevano i voti. Il fatto che non vivessero in clausura, creò a queste donne non pochi problemi ed opposizioni da parte degli altri ordini religiosi maschili, nel tempo, comunque queste comunità di donne si estesero e formarono delle congregazioni. La loro ricerca spirituale era basata sulla preghiera contemplativa, sulla grande attenzione al calendario liturgico della chiesa, sull'ascolto e sulla meditazione della parola di Dio, su una impegnata attività caritativa e persino apostolica. Mostravano una forte "devozione alla Trinità, alla Madonna, all'umanità sofferente e umiliata del Cristo. Nel  Nel XV secolo i Di Marsciano,  ottennero il possesso di Montecalvello, una frazione di Viterbo, nei pressi di Grotte Santo Stefano, qui c’è ancora oggi il Castello, visitabile,  ed altre terre nel Viterbese. Nel 1539 Girolamo sposò Ortensia Baglioni, pronipote di papa Paolo III, sperando di succederle nella signoria di Vignanello: i suoi figli ottennero l’ammissione alla nobiltà di Viterbo nel 1546, ma i feudi di Vignanello e Parrano furono infeudati ai Marescotti, contro i quali per quasi un secolo non si placarono le rivendicazioni dei conti Di Marsciano, sfociate anche in atroci fatti di sangue. Successivamente, i legami di parentela con gli Spiriti di Viterbo e con i Montemarte della Cervara, importante famiglia dell’area orvietana, rafforzarono i conti di Marsciano che dalla casa della Cervara ereditarono numerosi beni, fra cui il castello di Alviano nel 1616. A Viterbo i Di Marsciano,  ebbero una in piazza Santo Stefano nel 1546, e poi presso la cattedrale di San Lorenzo. Questa casa a piazza San Lorenzo, venne ingrandita nel 1620 da Ottaviano con l’acquisto dall’ospedale Grande Infermi di Viterbo dell’area adiacente; ebbero inoltre per eredità dai Baglioni, il palazzo già Mazzatosta in via dell’Orologio Vecchio. Una fase positiva per la fami­glia si ebbe sotto Papa Innocenzo X, che insignì i De Marsciano del marchesato di Gorga, sottratto per debiti alla famiglia Conti, ma dopo pochi anni rivenduto da Marcantonio al principe Camillo Pamphili. Il conte Lorenzo Di Marsciano, venuto nel 1652 in possesso delle case di famiglia presso la cattedrale viterbese, progettò di trasformarle in un palazzo di tono principesco, ma i lavori, avviati poi interrotti quindi ripresi, non giunsero mai a compimento, anche a causa di liti successorie e divisorie che travagliarono la famiglia nel sec. XVIII; nel 1803 l’incompiuto edificio passò in proprietà a Girolamo Molaioni. Dal sec. XVII la famiglia si fissò sta­bilmente anche in Roma, dove ottenne l’iscrizione alla nobiltà di Campidoglio e rivestì incarichi pubblici, acquistandovi beni mantenuti fino ai primi decenni del XX secolo. La presenza di questa famiglia a Viterbo si può sintetizzare come segue: il primo della famiglia a stabilirsi  a Viterbo fu il colonnello Gasparo De Marsiaino, che nel primo Cinquecento sposò la patrizia viterbese Laura di Ottaviano Spiriti, il figlio Fabio intraprese la carriera ecclesiastica e fu priore nel 1563 della chiesa viterbese di Santo Spirito a valle Faul poi chiesa di Santa Croce ed oggi nel 2020 in totale stato di abbandono, il primogenito Lodovico fu ufficiale pontificio in Ungheria. Il suo titolo di conte di Marsciano trovò forza con il ricco patrimonio della famiglia Spiriti lasciatogli in eredità dalla zia materna Francesca, ultima della sua stirpe (1577). Di gran rilievo anche il duplice legame matrimoniale di Lodovico, dapprima con Porzia Monaldeschi, poi (1595) con Caterina della Cervara (ca. 1545 – 1624). Lodovico mori nel 1600 lasciando numerosa prole tra cui il conte Alessandro (Viterbo 1586 – 1650), primo della famiglia a stabilirsi in Roma. Infatti, divisi i beni con i congiunti, Alessandro cedette la sua parte della casa di famiglia presso la cattedrale al fratello Ottaviano (1615) e si trasferì in Roma in via dei Condotti. A Viterbo, come si è visto, Ottaviano ampliò il palazzo di famiglia, disponendo anche della ricca dote recatagli dalla nobile sposa viterbese Caterina Nini (nozze del 28 luglio 1613); morì giovane, così anche il patrimonio viterbese della famiglia finì per ritornare nelle mani di Alessandro, la cui ricchezza passò al figlio Lorenzo, che andò a vivere a Roma. Dei numerosi figli di Lorenzo ereditò il titolo comitale il primogenito Lodovico, vissuto a Modena e dal 1690 a Roma, marito della brillante dama Anna Maria Testi e agente del duca di Modena presso la Santa Sede.I soggiorni dei conti di Marsciano a Viterbo furono sempre più saltuari finché Alessandro, figlio di Lodovico, non alienò gli ultimi possedimenti viterbesi nel 1755.

Stemma dei Di Marsciano : È del tipo definito "troncato" da filetto. Nel primo, campo in oro, nel secondo di rosso, tre gigli d'oro 2 e 1 . Compare per la prima volta in un documento del 1256.

Stemma “primitivo” della famiglia di Marsciano nel convento francescano de la Scarzuola Versione con aquila aggiunta. Differisce dal precedente per l'aggiunta dell'aquila imperiale che fu concessa dall'imperatore Enrico VII di Lussemburgo, disceso in Italia e ospitato dai Conti di Marsciano nel Castello di Poggio Aquilone nell'anno 1312.

Versione "moderna dello stemma dei Di Marsciano : È del tipo definito "interzato in fascia": nel primo d'oro all'aquila di nero rostrata di rosso e coronata nel campo; nel secondo d'argento a tre ghirlande d'alloro o trecce militari al naturale in fascia: nel terzo di rosso a tre gigli d'oro 2 e 1. Cimiero: un cavallo nascente.

La famiglia Spiriti, a Viterbo, originaria della Germania, giunse in Italia per stabilirsi a Viterbo, successivamente a Gaeta  e  nel Trecento giunse a Cosenza. Dal libro dei parlamenti di Cosenza del 1493 e nei privilegi della città, la famiglia Spiriti figura inclusa nella seconda piazza degli onorati cittadini. Andrea, fu membro della Camera Apostolica di papa Innocenzo VIII e generale di papa Alessandro VI. Giovanni Battista, fu ambasciatore per la città di Viterbo al papa Giulio II, duce dell'esercito dell'imperatore Massimiliano, dal quale ottenne d'inserire nello scudo l'aquila imperiale. Poi si trasferirono definitivamente al sud d’Italia tra Napoli e Cosenza, a loro si attribuisce il possesso del palazzo a piazza San Lorenzo a Viterbo di fronte alla Cattedrale, poi passato ai Di Marsciano

Palazzo Marsciano, già Spiriti. piazza San Lorenzo, Viterbo, si trova di fronte alla Cattedrale San Lorenzo venne acquistato nel 1463 dal Capitolo di San Lorenzo, poi venduto nel 1803 a Girolamo Molaioni. Questo palazzo è stato per anni la sede dell’Ospedale Grande degli Infermi ed anche oggi ospita alcuni pazienti con disabilità in alcuni reparti.Sulle finestre si legge il nome "Di Marsciano".Il palazzo venne edificato nella zona che un tempo fu il giardino dei Tignosi e successivamente divenne la casa della famiglia Spiriti, una famiglia molto ricca che discendeva dalla famiglia Petrucci.  Questa famiglia si estinse dopo che Donna Francesca Spiriti nel 1577 donò la proprietà al nipote Ludovico Marsciano Conte di Castelfiore.

 Bibliografia: Tratto in parte da Wikipedia e dalla Scheda di Saverio Franchi – Ibimus- Gente di Tuscia

Famiglia Di Marsciano a Viterbo

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Famiglia di Marsciano a Viterbo, Palazzo Di Marsciano a  piazza San Lorenzo

Palazzo della Famiglia Di Marsciano a Viterbo piazza San Lorenzo

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Famiglia di Marsciano a Viterbo, palazzo Marsciano a piazza San Lorenzo

Due finestre con scritta entrambe Di Marsciano palazzo
che fu di loro proprietà piazza S. Lorenzo Viterbo

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Palazzo della Famiglia dei Marsciano a piazza San Lorenzo Viterbo

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Palazzo Di Marsciano, Viterbo  piazza San Lorenzo

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