OBELISCHI DI ROMA GUIDA TURISTICA ROMA INFORMAZIONI STORICHE ARTISTICHE TURISTICHE FOTO ANNA ZELLI www.annazelli.com
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obelischi di roma guida turistica di roma informazioni storiche artistiche turistiche foto a cura di anna zelli Guida Turistica di Roma Informazioni Storiche Artistiche Turistiche Culturali Foto di Roma Arte Cultura Novitā Idee sito web di informazione culturale artistico turistica di Roma Obelischi di Roma Obelischi di Roma : l'unica cittā al mondo ad avere cosi tanti obelischi Egizi č la cittā di Roma furono trafugati e portati qui dopo la conquista dell'Egitto come testimonianza della supremazia di Roma e dell'Urbe nel mondo. I Romani li utilizzarono come abbellimento dei circhi e delle arene. Purtroppo con le invasioni Barbariche, molti andarono distrutti o se ne persero le tracce. L'importanza e la bellezza degli obelischi fu a cuore di grandi Papi a partire dal periodo del Rinascimento, dove l'obelisco oltre a svolgere la funzione di abbellimento, serviva anche quando ancora esisteva la campagna romana, prima dello sciagurato avvento dei "Palazzinari",come punto di riferimento per i pellegrini. Gli Obelischi avevano la cuspide dorata e simboleggiavano l'anelito al cielo e alla trascendenza. I primi obelischi furono portati nel 10 a.C. dall'Imperatore Augusto dopo 20 anni di conquista dell'Egitto. Altri obelischi furono presi dai Templi dei faraoni ed altri dalle cave di Assuan. I Papi, da Sisto V in poi, decisero di voler abbellire i luoghi della Cristianitā collocando gli obelischi nelle piazze pių belle di Roma. Fu questa di Papa Sisto V Felice Peretti una idea davvero geniale, anche se c'č da dire che nel suo impeto di urbanizzare Roma, a modo suo, Papa Sisto V distrusse molte zone di Roma comprese tra il Celio e il Palatino. Gli obelischi sono una sorta di monolite che si assottiglia verso l'alto con 4 facce, in genere alla sommitā dell'obelisco c'era una cuspide dorata detta anche guglia. L'obelisco termina con una forma piramidale. (c'č da dire che ancora oggi i barbari sono tra noi, e sono tutti quelli che non hanno il rispetto per la storia e la cultura di Roma, quelli che imbrattano i muri, quelli che sporcano una cittā come la nostra, quelli che non la curano e la amano come si dovrebbe, i palazzinari che hanno distrutto con il consenso del Comune di Roma una cittā come la nostra, che doveva essere il fiore all'occhiello della civiltā, della bellezza e del progresso e non del profitto). Obelischi antichi di Roma
Obelisco
Lateranense,
piazza San Giovanni in Laterano (proviene dal: Circo Massimo) Obelischi moderni di Roma
Obelisco Stele di Axum alla Fao (scomparso) l'obelisco č stato restituito
all'Etiopia Gli Obelischi di Roma Obelisco Lateranense, a piazza San Giovanni in Laterano, Rione Monti Roma, č alto 32,18 metri, con il basamento č alto 45,70, fu l'ultimo degli obelischi ad essere portato a Roma, apparteneva al Faraone Tutmosi III, periodo a.C. che va dal 1504 al 1450, era a Tebe nel Tempio di Ammone, č un monolite di granito rosso, fu portato a Roma da Costanzo II, figlio di Costantino nel 357, fu costruita una nave di grandezza adatta al trasporto dell'obelisco che una volta sbarcato al porto di Ostia, fu trascinato sopra una immensa zattera lungo il fiume Tevere, e dallo scalo di via Ostiense fu trascinato per la cittā di Roma fino all'attuale viale Aventino, e poi fino all'altezza delle Terme di Caracalla, per essere innalzato al Circo Massimo, dove rimase per secoli, successivamente venne abbattuto e sepolto. Papa Sisto lo recuperō, fece togliere dalla piazza del Laterano la statua equestre del Marco Aurelio, ritenendola erroneamente di Costantino, che fu collocata al Campidoglio (oggi č ai musei Capitolini, e sulla piazza vi č una copia) e fece collocare al suo posto l'obelisco che era a Circo Massimo, l'iscrizione dell'obelisco da memoria del battesimo di Costantino che avvenne proprio li dove oggi č l'obelisco. L'opera di installazione fu eseguita da Domenico Fontana. Il Lateranense č l'obelisco pių alto di Roma ed č accanto alla Basilica di San Giovanni in Laterano, pesa 455 tonnellate, proviene dalle cave di Aswan, e non ha rivali al mondo. Venne innalzato nel XVI secolo da Domenico Fontana, č un obelisco sontuoso e pieno di decorazioni, un tempo la cuspide doveva essere ricoperta da una lamina d'oro, ed č pieno di geroglifici. L'obelisco apparteneva a Tutmosi III di Aswan, un grande conquistatore che aveva innalzato il monolito nel tempio di Karnak, fin dall'inizio venne concepito come monumento singolo, e fu il primo degli obelischi trasportati a Tebe. Alla morte di Tutmosi l'obelisco era ancora privo di scritte, e alla morte del Faraone venne trasportato a Tebe dove rimase abbandonato per 35 anni fino a quando Tutmosi IV decise di erigerlo alle spalle del Tempio di Ammone, una parte della decorazione fu dedicata a Tutmosi III, e il resto della superficie fu tenuto per se. Sulla cuspide dell'obelisco Lateranense si vede Tutmosi III che volle erigerlo 15 secoli prima della venuta di Cristo. per ricevere i favori da Amun Ra, il Dio Sole. Nella parte alta del fusto incorniciato in uno schema rettangolare si vede il faraone ritratto mentre rende offerte agli Dei, e sotto una iscrizione che tradotta dice : "egli fece come suo monumento per suo padre Amun - Ra, signore dei troni delle due terre, l'erezione per lui di un obelisco singolo nel cortile superiore del tempio nei pressi di Karnak, nella prima occasione di erigere un obelisco singolo in Tebe". Sotto questa epigrafe ne compaiono altre dedicate a Tutmosi IV, che riprese i lavori sul monolito erigendolo presso il portale superiore di fronte alla cittā di Tebe e abbellė Karnak con molte costruzioni. Quando Tebe venne conquistata dai Persiani tra il 529 e il 521, l'obelisco venne risparmiato da Cambise II, mentre distrusse ogni cosa con incendi e saccheggi. Il primo ad elaborare il sogno di portare l'obelisco a Roma fu Augusto, che perō desistette dall'idea sia per la difficoltā dell'impresa, sia perchč considerava le iscrizioni come una maledizione; a rendere reale il sogno fu l'Imperatore Costantino, primo imperatore Cristiano, fu difficile estrarlo in quanto vi erano anche altre costruzioni, e il basamento originario andō distrutto, i blocchi vennero portati ad Alessandria e qui attesero la costruzione di una nave adatta al trasporto per il Mediterraneo fino a Costantinopoli. Ma nel 337 Costantino morė e suo figlio Costanzo, nel 357 decise di portare l'obelisco a Roma. Arrivato ad Ostia, l'obelisco venne trascinato da una enorme zattera fino al vicus Alexandri, a valle della antica Basilica di San Paolo, dove fu posto su robusti carri che faticosamente lo trascinarono fino al Circo Massimo, vicino al monolito che aveva portato 3 secoli prima Augusto, l'obelisco Flaminio. L'obelisco Lateranense venne posto al centro dell'arena del Circo Massimo, di fronte alla tribuna imperiale, su una base di granito sulla quale furono iscritti dei versi che ripercorrevano la vita del monumento dal suo arrivo a Tebe fino a Costantino. Sulla sommitā dell'obelisco venne posto un globo di bronzo, che perō si rovinō subito dopo. L'obelisco Lateranense fu il primo grande monumento eretto a Roma dopo la vittoria del cristianesimo sul paganesimo e sopravvisse fino alla fine del VI secolo, finchč crollō durante l'invasione dei Goti, che misero a ferro e fuoco Roma, distruggendo ogni cosa. Nel 1145 l'area del Circo Massimo entrō a far parte dei possedimento della famiglia Frangipane che trasformō l'antico Circo Massimo in una fortezza. L'opera di distruzione del circo venne completata dai tagliatori di marmo e dai ricercatori di calcina, e la valle Murcia, abbandonata e degradata, diventō di nuovo una zona paludosa tra il Palatino e l'Aventino, ritornō ad essere quella antica palude che alle origini di Roma, vide Romolo rapire qui le Sabine per ovviare alla mancanza di donne per la sua cittā composta solo da pastori. Durante il Medioevo l'obelisco era sommerso dal fango e le tracce del circo perse. Nel "Mirabilia" del XII secolo si fa menzione di due obelischi al Circo Massimo, uno di Augusto, l'obelisco Flaminio, che oggi č a piazza del Popolo, e l'obelisco di Costanzo, l'obelisco Lateranense, che oggi č a piazza San Giovanni in Laterano. Nel 1471 l'obelisco di Augusto, il Flaminio, venne localizzato da Leon Battista Alberti. Sotto Papa Sisto V si scoprė che l'obelisco di Costanzo, il Lateranense, era nella palude dove un tempo sorgeva il Circo Massimo sotto sette metri di fango, e vicino ad un fiume artificiale voluto da Callisto II per dare un nuovo assetto idrico alla cittā, la "Marana". Questo fiume artificiale, la Marana entrava a Roma da Porta Metronia e dopo aver attraversato la valle delle Camere e Santa Maria in Tempulo, attraversava a metā il circo Massimo, arrivava a Santa Maria in Cosmedin e sfociava con delle piccole cascate nel Tevere. Nel 1588 Domenico Fontana ritrovō in profonditā i 3 tronconi dell'obelisco, che restaurō e trascinō per pių di 3 chilometri su per le stradine del colle Celio fino alla piazza San Giovanni in Laterano. La piazza San Giovanni in Laterano, con la grande Basilica fondata da Costantino, fu il luogo ideale dove collocare l'obelisco, anche se Papa Sisto V avrebbe preferito piazza dei Santi Apostoli, cui era legato per aver istituito nel 1587 il Collegio di San Bonaventura nel convento francescano della chiesa, e dove un tempo vi aveva dimorato, ma la piazza non era adatta essendo troppo stretta e lunga. Pertanto l'obelisco venne posto sul lato del Laterano che un tempo era stato la dimora dei Papi, sede spostata, dopo l'esilio Avignonese e dopo il ritorno a Roma dal Laterano in Vaticano. Papa Sisto V fece demolire i resti degli antichi palazzi del Laterano, e li fece riedificare da Domenico Fontana, e vi fece erigere davanti l'obelisco. Domenico Fontana realizzō un nuovo basamento in marmo e sulla cima pose una croce e i simboli araldici del Peretti, pose 4 leoni modellati da Ludovico del Duca. Le iscrizioni sulla base dell'obelisco Lateranense vennero disegnate da Luca Orfeo e scolpite da Matteo Castello da Melida. Vi si legge tradotto: "Costantino vincitore per mezzo della Croce e qui battezzato da San Silvestro, proclamō la gloria della Croce". L'obelisco Lateranense guarda alla Scala Santa, che contiene gli scalini del Palazzo di Pilato a Gerusalemme che Cristo aveva salito durante il venerdė Santo, scalini, portati a Roma da Sant'Elena e che Sisto V aveva inserito in un edificio progettato da un suo architetto di fiducia. Nella parte dell'obelisco che guarda alla Scala Santa, tradotto c'č scritto: "Flavio Costantino Augusto, figlio di Costantino Augusto, prese questo obelisco, che suo padre rimosse dal luogo originario e per molto tempo lasciō ad Alessandria, lo mise su una nave gigantesca mossa da 300 uomini e attraverso il mare e il Tevere, lo trasportō a Roma con grossi sforzi per posizionarlo nel Circo Massimo e donarlo al Senato Romano e al Popolo".Sul lato che guarda verso il Campidoglio, dove era la statua erroneamente attribuita a Costantino, ma in realtā Marco Aurelio, tradotto, c'č scritto : "Flavio Costantino il Grande, protettore e difensore della fede cristiana, ordinō che questo obelisco che era un impuro voto dedicato al Sole dai re Egizi, fosse trasportato dal Nilo ad Alessandria, per decorare come previsto la Nuova Roma da lui da poco fondata". Il lato dell'obelisco, verso l'Esquilino, e verso la villa Montaldo Peretti, che era la villa del Papa, andata, distrutta, vi č scritto, tradotto. "Sisto V Pontefice Massimo scavō con grande fatica questo obelisco, frantumato dalle vicissitudini del tempo e profondamente seppellito nella terra e nel fango delle rovine del circo, lo trasferė al posto che occupa oggi con immenso sforzo e lo dedicō alla invincibile Croce, dopo averlo attentamente restaurato tenendo conto di come doveva essere originariamente". Quindi l'obelisco fu collocato in un luogo familiare, accanto alla Basilica di San Giovanni voluta da Costantino, e svetta come trionfo della Chiesa urbi et orbi. Obelisco Vaticano di piazza San Pietro, Cittā del Vaticano, proviene dal Circo Vaticano il circo di Caligola e Nerone, fu portato a Roma da Caligola. Sembra che in epoca romana sulla sommitā dell'Obelisco posto oggi a piazza San Pietro, vi fossero nella guglia le ceneri di Cesare. L'obelisco, in granito rosso, in se č alto 25,36, con il basamento č alto 40,28, il peso di 3500 tonnellate. L'obelisco fu collocato al centro di piazza San Pietro nel 1586 per volontā di Papa Sisto V e con l'ingegno di Domenico Fontana;, l'obelisco č in un unico blocco di porfido, di provenienza del Faraone Nencoreo III del VII secolo a.C. era collocato ad Heliopolis. Fu portato a Roma nel 37 d.c. dall'Imperatore Caligola come ornamento al suo circo privato, nell'area del colle Vaticano, circo che successivamente venne ampliato da Nerone. I giardini del Circo di Caligola si stendevano dal Colle Vaticano al Colle del Gianicolo fino a piazza Cavour.Quando il 19 Luglio del 64 d.C. a Roma scoppiō un incendio che distrusse la cittā di Roma, Nerone accusō i Cristiani, e da questa data iniziarono le persecuzioni e fu proprio in questo periodo che venne ucciso l'Apostolo Pietro, mentre i romani, sfollati a causa dell'incendio, vennero ospitati nel circo di Caligola, e qui si insediarono con piccole case. Secondo Tacito, sembra che il luogo della morte di San Pietro fosse proprio presso l'obelisco del circo di Caligola e Nerone e pertanto il luogo divenne meta di pellegrinaggio da parte dei primi cristiani. L'obelisco non ha geroglifici, ma una iscrizione in latino voluta da Caligola dove non appare il suo nome in quanto l'obelisco era in una sua proprietā, ma un elogio a Ottaviano Augusto e a Tiberio. Sul basamento, ai 4 angoli, ci sono 4 piccoli leoni in bronzo con 8 corpi che sorreggono l'obelisco. Per poterlo portare al centro della piazza, Domenico Fontana eresse una impalcatura con argani e carrucole, e vi lavorarono 800 uomini e 75 cavalli. La croce sulla cuspide voluta da Papa Sisto V liberava l'obelisco dalle influenze pagane,si diede cosi inizio alla "cristianizzazione" degli obelischi egizi di Roma. In origine al posto della croce di Sisto V c'era una Palla di bronzo che sembra contenesse le ceneri di Giulio Cesare, la "palla" oggi si trova a Palazzo dei Conservatori al Quirinale (sulla superficie della antica guglia sono visibili i fori delle palle degli archibugi sparate dai Lanzichenecchi, durante il sacco di Roma del 1527). Se l'obelisco Lateranense č l'obelisco pių alto di Roma, l'obelisco pių importante č pių scenografico č l'obelisco Vaticano, che si erge su una delle pių belle piazze di Roma, piazza San Pietro, dove c'č il colonnato, opera del genio di Gian Lorenzo Bernini, realizzato per Papa Alessandro VII Chigi tra il 1656 e il 1675. L'obelisco Vaticano č anepigrafo, e dalle origini incerte, si ritiene che questo tipo di obelischi fosse oggetto di culto nei templi dedicati al sole di Heliopolis, e l'obelisco Vaticano fu probabilmente uno di questi. Quando l'Imperatore Augusto nel 30 a.C. conquistō l'Egitto trasportō l'obelisco ad Alessandria d'Egitto e lo innalzō nel Foro di Giulio, una piazza monumentale che il principe di Roma aveva dedicato al suo padre adottivo, Giulio Cesare. Diede ordine al prefetto di incidere sulla base "Iussu Imperatoris Caesaris Filii Cornelius cnei filius Gallus Prefectus fabrum Cesaris divi forum illium fecit". Nel 37 d.C. l'imperatore Caligola ordinō di demolire il Foro di Giulio e di trasferire l'obelisco a Roma nel suo circo Vaticano, che in origine fiancheggiava l'attuale basilica di San Pietro, da dove si estendevano i giardini chiamati Horti Agrippinae, proprietā che Caligola aveva ereditato dalla madre Agrippina. Plinio il Vecchio nel "Naturalis Historia" riferisce del trasporto dell'obelisco da Alessandria d'Egitto a Roma, come di un evento straordinario. L'imbarcazione arrivata alla foce del Tevere per ordine di Caligola venne ormeggiata al porto di Ostia, e l'obelisco portato a Roma, venne issato nel centro del Circo Vaticano con l'ausilio di una pesante struttura di legno, sulla base dell'obelisco venne posta una iscrizione che celebrava Augusto e Tiberio. Nel 64 d.C. il Circo Vaticano era ancora in uso, tanto che qui si consumō il massacro dei Cristiani ordinato da Nerone e il martirio del'Apostolo Pietro. Nel III secolo d.C. l'obelisco era giā in disuso, e l'area utilizzata come necropoli, che si sviluppō in seguito alla tumulazione di San Pietro, che si insediō su tutto in perimetro dell'antico circo fino a 3 metri dalla sua antica spina dove un tempo c'era l'obelisco. L'obelisco Vaticano fu l'unico degli obelischi di Roma che sopravvisse a secoli difficili e alle invasioni barbariche, rimanendo sempre miracolosamente al suo posto, dove sorgeva il centro della cristianitā. Lo spiazzo dove sorgeva l'obelisco era dietro il transetto destro della vecchia Basilica Costantiniana delimitato a sud dall'antico cimitero dei Sassoni. Vicino all'obelisco c'era l'antica via Triumphalis che saliva fino a Monte Mario e portava fino a Veio. Papa Niccolō V, al soglio tra il 1447 e il 1455, dopo l'esilio Avignonese, decise di trasferire la sede a Roma, in Vaticano, e per il giubileo del 1450, si diede inizio al restauro delle Chiese e delle Basiliche di Roma e dei palazzi papali. Si decise perciō di riunire in una comunitā urbana la basilica di San Pietro, il palazzo e la fortezza di Castel Sant'Angelo, tutto non si potč fare, ma almeno si restaurō Castel Sant'Angelo. Durante i lavori di Borgo si pensō anche ad una nuova collocazione dell'obelisco. Si deve la realizzazione del progetto a Papa Sisto V, eletto Papa nel 1585, il quale tra i vari architetti che si presentarono a Roma per il progetto di trasferimento del'obelisco, scelse Domenico Fontana. Il Fontana, dato l'impegno del trasporto scrisse un'opera pubblicata nel 1590 "della Trasportazione dell'Obelisco Vaticano". Tutta la cittadinanza doveva collaborare all'evento, il luogo dei lavori era blindado e non si poteva nemmeno parlare pena sanzioni pesantissime, Fontana era molto scrupoloso perchč sapeva che un solo errore gli sarebbe costato la vita. L'obelisco venne imbracato in una struttura di legno e dopo mesi di immane lavoro e preghiere l'obelisco venne issato il 16 settembre del 1586, nella palla di bronzo in cima all'obelisco, che si credeva contenesse le spoglie di Cesare, venne posta una reliquia della croce del Cristo portata a Roma da Sant'Elena, madre dell'Imperatore Costantino. Una nuova epigrafe venne posta alla base dell'obelisco che onorava grandemente Papa Peretti, per l'opera realizzata, come prima vi era l'epigrafe inneggiante ad Augusto che aveva portato a Roma l'obelisco. Nell'epigrafe tra l'altro tradotto si legge : "l'obelisco dedicato dagli antichi ad empio culto, e purgato da impura superstizione, ora pių giustamente e pių felicemente veniva dedicato da Sisto alla Croce invitta.". Vi sono poi altre iscrizioni, a forma di esorcismo in cui si invoca il Cristo contro ogni male e pericolo. Nonostante tutto il sovrumano lavoro e gli sforzi del Fontana, l'obelisco non risultō in asse con la facciata, ma spostato di 4 metri, non propriamente per un errore del Fontana, quanto dal fatto che la nuova facciata di San Pietro, verrā realizzata pių tardi da Carlo Maderno sotto Papa Paolo V Borghese. Nel 1817, ai piedi del monolito venne disegnata una meridiana e una rosa dei venti, opera dell'astronomo L. F. Gigli. Obelisco Liberiano Esquilino, č a piazza dell'Esquilino, Rione Monti, Roma, dietro la Basilica di Santa Maria Maggiore, č alto 14,75 metri, con il basamento č alto 25,53 metri, fu il secondo obelisco eretto da Papa Sisto V,la provenienza sembra da PsammeticoII del VI secolo a.C. oppure potrebbe essere di fattura romana in quanto privo di iscrizioni,oppure potrebbe essere stato portato a Roma da Domiziano o da Nerva per ornare insieme al suo gemello obelisco del Quirinale il Mausoleo di Augusto a Campo Marzio. Prima di essere collocato nei pressi della basilica di Santa Maria Maggiore, si trovava abbandonato e in 4 pezzi nei pressi della chiesa di San Rocco a via di Ripetta. Sempre Domenico Fontana, insieme alla collaborazione del fratello Marsilio e del nipote Carlo Maderno, iniziō i lavori per l'erezione dell'obelisco dietro l'abside della Basilica. Doveva essere anche l'ornamento della Villa Montaldo di proprietā dei Peretti, il casato di Papa Sisto V,il cui ingresso era nelle vicinanze e che era ancora visibile nel 1860. La Villa del Casato di Sisto V si estendeva da via Marsala, a via del Viminale , a via Porta San Lorenzo, e via Cavour, questa immensa villa andō distrutta per volere di Papa Pio IX per la costruzione dell'attuale Stazione Termini (che dire ?). La villa era tutta recintata ed aveva 4 ingressi monumentali, il Casino Felice fu opera di Domenico Fontana che utilizzō materiali prelevati dalle terme di Diocleziano (quello che non fecero i Barbari fecero i Papi e la storia si ripete) č noto con il nome di palazzo Massimi oggi sede del Museo Nazionale Romano. Per fare spazio alla collocazione dell'obelisco Esquilino, furono abbattute (sic) due chiesette una di San Alberto e l'altra di San Luca sede dal 1478 della Confraternita dei Pittori. Tra le iscrizioni dell'obelisco vi č una che recita : "Con grande gioia guardo verso la culla del Cristo Dio vivente ed eterno, io che triste servivo al sepolcro del morto Augusto". L'obelisco Esquilino sorge proprio dietro l'abside di Santa Maria Maggiore, č in granito rosso ed č anepigrafo, insieme all'obelisco del Quirinale, erano due monumentali guardiani posti al varco del Mausoleo, della Tomba Imperiale di Augusto. Il Mausoleo di Augusto era uno dei pių importanti monumenti di Roma, eretto da Augusto durante il suo sesto consolato nel 28 a.C., si trova in quello che era il confine settentrionale del Campo Marzio ed era circondato da un boschetto sacro, con horti aperti al pubblico. Il Campo Marzio era la pianura esterna alle Mura Serviane tra il Campidoglio, il Tevere, le pendici del Quirinale ed il Pincio, una delle leggende sulle sue origini lo collega ai Tarquini che possedevano queste terre in qualitā di Agro Regio, al momento della espulsione dei Tarquini da Roma, anno della fondazione della Repubblica nel 509 a.C. l'area divenne pubblica. In passato l'area del Campo Marzio era una zona paludosa senza edifici ed adibita per gli esercizi militari, da cui il nome Marzio, per Marte, il dio della Guerra, al cui culto era dedicata tutta l'area. Qui in etā Repubblicana si svolgevano i comizi centuriati, vi era anche una grandiosa piazza porticata di 310 metri per 44 metri, vicina al Pantheon, chiamata Saepta, adibita ai Comizi, mentre nel Diribitorium si faceva lo scrutinio dei voti. Il Campo Marzio era una zona di potere in epoca repubblicana romana e tale č rimasta fino ad oggi, nel 2013. Anche l'antica urbanistica di Roma č stata mantenuta, l'antica via Lata č oggi via del Corso, mentre dove un tempo c'era lo stadio di Domiziano oggi c'č piazza Navona. La zona del Campo Marzio, nonostante il su aspetto pianeggiante e solitario confinata ai bordi di Roma, in epoca imperiale divenne zona di rappresentanza con un edilizia a carattere pubblico, l'operazione ha inizio dal II secolo a.C. quando agli antichi luoghi di riunione e ai santuari si aggiungeranno portici, templi, edifici per lo spettacolo, terme senza mai raggiungere la densitā soffocante del Foro. Proprio perchč gli spazi a nord del Campo Marzio erano ampi e spaziosi, che Augusto decise di erigere qui il suo Mausoleo, per la sua dimora eterna, mentre la zona a sud del Campo Marzio, quella di Largo Argentina e del Ghetto era ricca di edifici, tra questi il Teatro di Pompeo, il primo nella cittā di Roma, 4 templi repubblicani a Largo Argentina, il Porticus Minucia, il Circo Flaminio, il Portico d'Ottavia, il tempio di Giove Statore. Augusto il primo Imperatore di Roma, si costruė una sorta di cittā nella cittā uno spazio privato di culto e di propaganda, un trittico celebrativo formato dal Mausoleo, terminato tra il 28 e il 29 a.C., l'Ara Pacis votata il 13 a.C. e dedicata il 9 a.C. e l'Horologium del 10 a.C. Il Mausoleo venne inaugurato il 23 a.C. dopo la morte del giovane Marco Claudio Marcello, nipote di Augusto, divenne la tomba della Gens Claudia, l'ultimo imperatore che qui fu seppellito, fu Nerva, nel 98 d.C. Adriano si costruė un proprio mausoleo, sull'altra sponda del Tevere, e sarā il Mausoleo di Adriano, oggi Castel Sant'Angelo. Forse i due obelischi posti davanti al Mausoleo di Augusto furono portati a Roma da Claudio e giā in epoca romana le punte delle piramidi venivano tagliate per ospitare altri ornamenti. Durante il Medioevo crollarono anche questi come tutti gli altri obelischi di Roma ad eccezione dell'obelisco Vaticano. Nel 1519 Papa Leone X recuperō parti dell'obelisco occidentale collocandole nella vicina via di Ripetta, frammenti di granito rosso erano visibili nella vicina chiesa di San Rocco, e qui rimasero fino a quando Papa Sisto V decise di erigere di fronte alle Basiliche di Roma i simboli del Nilo, trofei della vittoria del Cristianesimo sul paganesimo. L'obelisco venne quindi innalzato dietro alla basilica di Santa Maria Maggiore nel 1587, dopo aver demolito piccole casupole e fatto spazio al piazzale, che doveva cosė anche facilitare l'accesso ai giardini della confinante e scomparsa Villa Peretti Montaldo. L'impresa venne eseguita da Domenico Fontana, successivamente al'innalzamento dell'obelisco Vaticano, con la collaborazione di suo fratello Marsilio Fontana, e del nipote Carlo Maderno. Sulla sommitā dell'obelisco Liberiano pose lo stemma di casa Peretti, i monti e la stella, e la croce, fusi in bronzo dallo scultore Giacomo Tranquilli. La basilica di Santa Maria Maggiore era molto amata da Papa Peretti perchč nell'abside era conservata la reliquia della culla di Betlemme e la riproduzione della grotta della nativitā di Arnolfo di Cambio. Papa Sisto V volle riconsacrare il monolito al Cristo, con l'epigrafe che si legge nella lapide alla base dell'obelisco rivolta verso la basilica che tradotta dice : "Cristo per l'invitta Croce dia pace al suo popolo, egli che volle nascere nel presepe al tempo della pace di Augusto". La pace di Augusto, celebrata con l'Ara Pacis, era ora la pace Cristiana, garantita dalla croce sulla sommitā dell'idolo pagano. Un tempo il monolito aveva vegliato sulla tomba di Augusto, ora purificato ed esorcizzato vegliava sull''umile giaciglio che aveva ospitato la nascita del Cristo. Sul lato nord dell'obelisco si legge. "Io adoro Cristo Signore che Augusto vivente adorō nascituro da una Vergine, dopo di che egli non volle pių essere detto Signore". A levante, verso la scomparsa villa del Papa tradotto si legge: "con grande gioia vennero la culla di Cristo Dio vivente in eterno, io che triste servivo al sepolcro del morto Augusto". Sulla parte verso via Panisperna, tradotto, si legge : "Sisto V pontefice Massimo questo obelisco portato dall'Egitto e dedicato ad Augusto nel suo Mausoleo, in seguito abbattuto e spezzato in pių parti, giacente sulla strada presso San Rocco , restituito nell'antico suo aspetto, comandō che fosse qui pių felicemente eretto in onore della salutifera Croce. Nell'anno 1587, terzo del suo pontificato". Dopo l'erezione dell'obelisco la piazza venne chiamata piazza di Santa Maria Maggiore dalla parte della guglia, oggi si chiama piazza Esquilino. Obelisco Flaminio, a piazza del Popolo, Roma, č un obelisco Egizio,in origine si trovava al Circo Massimo, zona Aventino, e poi fu spostato a piazza del Popolo. Fu portato a Roma da Augusto. E' alto 23,91 metri, con il basamento č alto 36,43, l'obelisco č vicino alle antiche Mura Aureliane, e posto nella splendida piazza del Popolo che da sola esprime tutta l'arte di Roma, dall'arte Romanica e Rinascimentale della chiesa di Santa Maria del Popolo, il Barocco delle chiese gemelle di Santa Maria in Monte Santo, la chiesa degli artisti, e di Santa Maria dei Miracoli, e l'arte Neoclassica del Valadier. Prima nella piazza del Popolo c'era solo una modesta fontana, il Valadier rimodellō sotto l'obelisco la fontana con i 4 leoni egizi. L'obelisco Flaminio ricorda nei suoi geroglifici il Faraone Seti I , periodo 1318-1304 a.C. e il Faraone Ramsete II epoca 1300 a.C.. Fu trasferito a Roma dal Tempio di Eliopoli. L'obelisco fu inaugurato in Laterano nel 1589. E' rimasta sul basamento da un lato l'iscrizione di Augusto al Dio Sole, mentre sull'altro lato si legge che ora Augusto č pių felice perchč l'obelisco č stato posto di fronte alla Vergine , la Chiesa di Santa Maria del Popolo. L'obelisco Flaminio č secondo per antichitā dopo l'obelisco Lateranense, č databile 1279 -1213 a.C., e prende il nome dalla antica via Flaminia, via consolare di Roma, aperta dal console Caio Flaminio nel 220 a.C., dove il tratto interno alle Mura Aureliane, era detto via Lata. La via Flaminia collegava Roma al nord Italia, unificava i territori di Veio, Capena e Falerii. La via Flaminia iniziava dalla Porta Fontinalis delle Mura Serviane nei pressi del Campidoglio e poi proseguiva verso ponte Milvio fino al nord. L'obelisco fu estratto da Sethi I, il secondo faraone della XIX Dinastia, alla morte del Faraone nel 1304 a.C. il monolito non era stato ancora eretto e solo parzialmente decorato e inscritto. Le iscrizioni dell'obelisco vennero completate da Ramsete II, e l'obelisco venne innalzato sd Heliopolis, nel centro del culto solare. Rimase qui per 13 secoli, fino a quando con la conquista dell'Egitto da parte dei Romani, nel 30 a.C. Augusto ordinō di smontarlo e di portarlo a Roma, come trofeo della vittoria. Per il trasporto venne costruita appositamente una nave in grado di affrontare il viaggio in mare da Alessandria fino a Roma, la nave venne esposta nel porto di Pozzuoli a ricordo dell'evento, ma pochi anni dopo venne distrutta da un incendio. Nel 10 a.C. l'obelisco solennemente dedicato al sole venne eretto nella spina del Circo Massimo, dove si svolgevano le corse dei carri che girando intorno al monolite ricordavano il movimento dei pianeti intorno al sole. Ai lati dell'obelisco Flaminio ci sono due iscrizioni, che tradotte dicono. "L'Imperatore Augusto, figlio divino di Cesare, imperatore per l'undicesima, Tribuno per la dodicesima, dedicō questo obelisco al Sole, quando l'Egitto si era fatto governare dai Romani". La sommitā dell'obelisco Flaminio fu ornata da una palla dorata sormontata da una punta, sia l'obelisco Flaminio, che l'altro obelisco il Lateranense caddero nel Medioevo, quando il circo Massimo andō in disuso, e furono sepolti dai detriti. L'onelisco Flaminio, venne ritrovato e dissepolta la base sotto Papa Gregorio XIII, al soglio tra il 1572 e il 1585, e definitivamente dissotterrato nel 1587, ma poi venne di nuovo abbandonato in via dei Cerchi, poi il Papa decise per la sua collocazione a piazza del Popolo, e venne definitivamente issato da Carlo Fontana il 3 Marzo del 1589, sulla base vennero lasciate le iscrizioni di Augusto, mentre sulla parte verso la Basilica fu posta una nuova iscrizione, "Pių Augusto e pių lieto mi innalzo davanti al sacro tempio di colei dal cui seno verginale durante l'impero di Augusto nacque il sole di Giustizia". Obelisco del Quirinale detto anche Obelisco di Monte Cavallo č a piazza del Quirinale, rione Monti e rione Trevi, Roma, č alto 14,65 metri,con il basamento e la croce 28,94 metri. Era insieme all' altro obelisco dell'Esquilino collocato nel Mausoleo di Augusto. Fu inaugurato a piazza del Quirinale da Papa Pio VI il 26 ottobre del 1786. Poichč l'obelisco non ha iscrizioni, ha una origine incerta, dei 2 obelischi quello dell'Esquilino rimase per 70 anni davanti alla Chiesa di San Rocco, mentre l'altro, quello che oggi č al Quirinale, fu interrato nei giardini del Mausoleo di Augusto, e qui rimase dimenticato per pių di 150 anni, durante il Papato di Pio VI, durante dei lavori di ristrutturazione delle fondamenta di piccole case nei pressi dello scomparso Ospedale di San Rocco fu rinvenuto nel 1781, l'obelisco in 4 pezzi e la base in due pezzi, da qui fu trasportato al Quirinale e l'opera fu affidata a Giovanni Antinori. L'obelisco č tra le due copie di Castore e Polluce, copia romana dei Dioscuri degli scultori greci Fidia e Prassitele. Tutto il gruppo e la fontana furono una trasformazione da parte di Antinori. In precedenza l'enorme vasca in granito era nel Foro Romano a Campo Vaccino, e li era stata collocata nel 1593 da Giacomo della Porta per abbeverare il bestiame, ed č la stessa che oggi si trova a piazza del Quirinale .La fontana dei Dioscuri fu completata da Raffaele Stern nel 1818. Il colle del Quirinale č il pių alto dei colli capitolini secondo la leggenda qui vi era un piccolo villaggio di Sabini, dove vi avrebbe dimorato Tito Tazio dopo la pace con i romani. I Sabini avevano eretto sul colle Quirinale un altare in onore del Dio Quirino, dal quale il colle prese il nome, la scoperta di tombe dell'VIII e del VII secolo a.C. potrebbe confermare questa ipotesi. L'obelisco al centro della piazza si affacciava sui palazzi del Quirinale un tempo sede dell'Amministrazione Papale, oggi residenza del Presidente della Repubblica Italiana. Il monolito venne inserito in un progetto di abbellimento della zona. Il palazzo del Quirinale era nato per volere di Papa Gregorio XIII, che aveva costruito qui la sua residenza estiva sul luogo ove un tempo sorgeva la villa di Ippolito d'Este, risultato della trasformazione della vecchia vigna del cardinale Oliviero Carafa. Nel 1580 Ottaviano Mascherino aveva eretto un primo fabbricato noto come palazzina Gregoriana, che sarā l'inizio del grande palazzo che verrā successivamente realizzato. Nel 1587 Papa Sisto V acquistō il resto della proprietā degli Este e Domenico Fontana fu incaricato di occuparsi dell'ampliamento. Venne costruito un edificio lungo l'attuale via del Quirinale, che venne collegato al vecchio palazzo attraverso un doppio porticato. Il grande portale e la facciata furono definiti da Flaminio Ponzio prima e da Carlo Maderno, poi. Sotto Papa Urbano VIII il Bernini diede un aspetto architettonico unitario ed eresse la Loggia delle Benedizioni ed il torrione di guardia. La piazza del Quirinale venne progettata da Domenico Fontana, che portō qui le due statue dei Dioscuri, copie romane degli originali greci di Prassitele e Fidia, Castore e Polluce, i figli di Zeus e Leda. I dioscuri provenivano dalle Terme di Costantino, che sorgevano, vicino a piazza del Quirinale. Domenico Fontana fece restaurare le due statue, le pose al centro della piazza, sulla fontana che aveva progettato e che era alimentata dall'acqua Felice, che proveniva dalle sorgenti situate tra Zagarolo e Palestrina e riforniva le zone dell'Esquilino, del Viminale e del Quirinale, e della bella villa di Papa Sisto V. L'obelisco venne eretto solo successivamente da Giovanni Antinori, sotto Papa Pio VI Braschi, al soglio dal 1775 al 1779, che integrō le statue dei Dioscuri all'obelisco, mentre il vecchio fontanile di Giacomo della Porta, venne sostituito sotto Papa Pio VII, al soglio dal 1800 al 1823, con l'attuale vasca da Raffaele Stern il cui modello era di Antinori. Sulla base c'č un epigramma che racconta come l'obelisco che giaceva al mausoleo di Augusto venne posto qui ad ornamento della piazza. Obelisco Agonale detto anche obelisco Pamphilius, č a piazza Navona, rione Parione, Roma, posto sulla fontana dei Quattro Fiumi del Bernini, č in granito,č alto 16,54 metri, proveniva dalle cave di Aswan, portato a Roma dall'Imperatore Caracalla, restō all'Iseo per due secoli, e poi venne trasferito al circo di Massenzio, 306-312, durante il Medioevo, l'obelisco crollō, ed il primo ad interessarsene fu papa Sisto V, ma fu solo con Papa Innocenzo X che si trovō l'attuale collocazione a piazza Navona, dove il Papa aveva la sua residenza. l'opera affidata al Bernini si concluse nel 1651. L'obelisco con il basamento č alto 30,17. A Gian Lorenzo Bernini, si deve l'originalitā e la genialitā di concepire gli obelischi non come qualcosa di statico, a se stante, ma come un dinamico elemento architettonico di abbellimento. A lui si deve la straordinaria collocazione dell'obelisco sopra la fontana dei Quattro Fiumi, a piazza Navona. La rappresentazione dei 4 Fiumi : il Danubio, il Rio della Plata, il Nilo ed il Gange, si conclude con l'erompere dell'obelisco dalle scogliere di marmo bianco. Bernini giocando sui pieni e sui vuoti, ricavō una enorme roccia, cava a forma di grotta, con i simboli di Papa Innocenzo X e le insegne del pontefice, e ai 4 lati, quattro enormi figure maschili di ispirazione michelangiolesca in dinamica tensione centripeta. Sulla cima del monolite al posto della solita croce pose una colomba, emblema di Papa Innocenzo X. Vi č una iscrizione rivolta verso la fontana del Moro che tradotta dice : "Innocenzo X la pietra ornata di enigmi nilotici sovrappose ai fiumi che qui sotto scorrono allo scopo di offrire con la magnificenza salutare amenitā a chi passeggia, bevanda per chi ha sete, occasione per chi vuole meditare". Verso oriente una epigrafe, che tradotta dice : "I nocivi mostri degli Egizi calca la colomba che portando l'olivo della pace e delle virtų, coronata di gigli, prendendo per suo trofeo un obelisco in Roma trionfa". Su lato che guarda alla chiesa di Sant'Agnese in Agone vi č un'altra iscrizione che tradotta dice : "Innocenzo X P.M. ampliata e adornata la casa natale dei Pamhilij e liberata la piazza Agonale da inopportuni edifici la pių celebre piazza dell'Urbe nobilitō accrescendone la maestā". L'ultima iscrizione : "Questo Obelisco portato a Roma dall'Imperatore Caracalla a lungo rimasto giacente e spezzato tra i ruderi del circo Castrenze, Innocenzo X Pontefice Ottimo Massimo trasferė restaurō ed eresse nell'anno 1651, settimo del suo pontificato". L'obelisco inserito nella teatralitā architettonica celebrava il trionfo della Chiesa Cristiana sul mondo pagano, anche attraverso l'acqua Vergine con cui la fontana era alimentata, e che diffondeva la cristianitā in tutti i continenti attraverso la personificazione dei pių grandi fiumi del mondo, potere temporale e spirituale e l'acqua come elemento purificatore. L'obelisco fu portato a Roma nel periodo compreso tra l'81 e d il 96 d.C. La fontana e la collocazione dell'Obelisco Agonale a piazza Navona furono commissionate al Bernini da Papa Innocenzo X Pamphili che voleva che si ricordassero i fasti della sua famiglia. Sulla cima dell'obelisco per volere di Papa Innocenzo X fu posta una colomba e non il simbolo cristiano č una gigantesca colomba di bronzo alta 1,78 metri con in bocca l'olivo che č un elemento presente nello stemma dei Pamphili. La fontana venne inaugurata nel 1651. E' Una delle pių belle fontane del Barocco Romano. L'obelisco Agonale, detto anche obelisco Pamphilius, non č un monolito, ma si inserisce in un'opera architettonica geniale, in una composizione dinamica e piena di vita, č un tutt'uno con la fontana dei Quattro Fiumi di Gian Lorenzo Bernini, fontana che č al centro di piazza Navona, che fu il palcoscenico del potere di Papa Innocenzo X Pamphili, al soglio dal 1644 al 1655. Sulla piazza troneggia il palazzo Pamphili costruito da Girolamo Rainaldi e finemente affrescato da grandi artisti dell'epoca. La piazza Navona, in epoca romana, era lo stadio di Domiziano, risale all'81-96 d.C., e il sito moderno ricalca il perimetro del sito antico, intorno alla originaria arena, ci sono gli edifici medioevali e rinascimentali, che si trovano dove un tempo c'erano le gradinate, la cavea e la porta triumphalis. In origine negli stadi, l'obelisco non era al centro, perchč l'arena era vuota per facilitare le gare, e questo obelisco, venne prelevato dal Circo di Massenzio. Nello stadio di Domiziano, oggi piazza Navona, subė il martirio Agnese una giovane martire, e qui sorse dapprima un oratorio e successivamente la chiesa di Santa Agnese in Agone, opera del Borromini. Durante l'epoca Rinascimentale e Barocca la piazza era adibita ai giochi, vi si svolgevano le corride, giochi con gli alberi della cuccagna, naumachie moderne, nelle quali si allagava la parte centrale della piazza per farvi svolgere i giochi navali, Poi Papa Innocenzo X, come Papa Sisto V volle usare gli obelischi come simboli della cristianitā e per celebrare il nome della famiglia Pamphili. Obelisco Campense o Solare di piazza Montecitorio, č a piazza Montecitorio, rione Colonna, Roma, č in granito rosa, in origine si trovava a Campo Marzio e poi secoli dopo fu trasferito a Piazza Montecitorio. Fu portato a Roma da Augusto č alto 21,79 metri, largo 33,97. Fu rinvenuto a pezzi nel 1748 ed era usato come indicatore di un grande orologio solare. Era di Heliopolis, del perido del Faraone Psammetico II, 595 - 589 a.C., le scritte in geroglifico osannano la gloria del Faraone. Sulla base Augusto fece incidere 7 righe ripetute anche sul lato opposto della base che ricordavano la conquista dell'Egitto e una dedica al Sole. Si racconta che nella guglia posta in cima all'obelisco fossero conservate le ceneri dell'Imperatore Ottaviano Augusto. L'obelisco in granito rosa su due facciate presenta iscrizioni geroglifiche che raccontano i fenomeni naturali secondo la scienza egizia. Tra il 1789 e il 1792 quando vennero iniziati i lavori, per volere di Papa Pio VI, di restauro dell'obelisco, che fu eretto e ripristinato come orologio solare. Per il restauro di questo obelisco venero usati i marmi di granito rosso della Colonna di Antonino Pio, della quale rimane solo il basamento conservato ai Musei Vaticani. Con la nuova sistemazione di piazza Montecitorio, inaugurata il 7 giugno 1998, č stata tracciata sui sanpietrini della piazza una nuova meridiana, in memoria di quella di Augusto, che punta verso il portone d'ingresso del palazzo. L'ombra dell'obelisco non punta, perō, esattamente in quella direzione, e la sua funzione gnomonica č definitivamente perduta. L'obelisco di Piazza Montecitorio, č il secondo grande obelisco che Augusto portō a Roma dopo quello del Circo Massimo, detto Obelisco Liberiano. L'Obelisco si trova nella piazza del potere romano: Montecitorio. Il posto dove poggia questo obelisco detto anche Solare o Campense, ha una leggera altura, formatasi per l'utilizzo della zona durante il Medioevo come discarica di materiali. Il palazzo a cui il monolito guarda č il Parlamento, la cui costruzione si deve al genio del Bernini che doveva realizzare una residenza barocca per i Ludovisi. Il Bernini, realizzō la facciata curva, che seguiva l'andamento morfologico del terreno. modulando sul prospetto le bugne giganti e grezze dalle quali fuoriescono rami e foglie. I lavori vennero interrotti per mancanza di fondi, ripresero sotto Papa Innocenzo XII al soglio dal 1691 al 1700, sotto la direzione dell'architetto Carlo Fontana, per adibirlo alla Curia Pontificia. Dopo l'Unitā d'Italia e l'elezione di Roma Capitale il palazzo fu eletto come sede della Camera dei Deputati. Nel 1919 l'architetto Ernesto Basile lo ampliō con l'aggiunta di un nuovo edificio in stile liberty sul lato opposto rispetto al prospetto di piazza Montecitorio, che da su piazza del Parlamento. L'Imperatore Augusto, dopo la conquista dell'Egitto volle celebrare l'evento con due obelischi, entrambi di Heliopolis, nel 10 a.C., l'obelisco di Montecitorio, detto Campense, era giā a Roma, eretto nel Campo Marzio e fungeva da gnomone, lo gnomone in greco, gnomon, č la parte dell'orologio solare che proietta la propria ombra sul piano, e si trovava su una piazza adibita a meridiana, si chiamava "Horologium Augusti", ed era stato costruito da Mecenate con l'intervento di astronomi e matematici di Alessandria d'Egitto. L'impianto di Augusto, venne restaurato da Domiziano e si estendeva su un'area di 160 metri per 60 metri, pavimentata con lastre in travertino sulla quale era disegnato un quadrante con liste di bronzo e scritte anch'esse in bronzo. L'obelisco Solare si trovava al centro e fungeva da indice della gigantesca meridiana di Augusto, indicando il passaggio del sole al meridiano, e la diversa lunghezza delle ore solari nel corso delle stagioni. Era altresė orientato in modo da far cadere la sua ombra il 23 settembre sull'Ara Pacis, giorno del compleanno dell'Imperatore Augusto ed inizio dell'equinozio di autunno. Sulla base vi č una epigrafe, identica a quella dell'obelisco Flaminio di piazza del Popolo, che tradotta dice : "Quando Imperatore per la dodicesima volta, Console per l'undicesima e tribuno per la quattordicesima, l'Imperatore Augusto, figlio del Divino Cesare dedicō l'obelisco al Sole, (quando) l'Egitto era governato dai Romani". Questo orologio Solare si trovava nel Campo Marzio settentrionale, in uno spiazzo che oggi corrisponde tra piazza del Parlamento, piazza San Lorenzo in Lucina, via del Giardino Theodoli e vicolo della Torretta. Augusto scelse questa zona per manifestare ai romani e al mondo la sua potenza, insieme all'Ara Pacis, Altare marmoreo dedicato nel 9 a.C. che celebrava l'etā di Augusto come un periodo di prosperitā e pace, insieme al Mausoleo di Augusto, che si trova lė accanto. Alcuni resti della pavimentazione dell'obelisco Solare, sono stati rinvenuti 8 metri sotto la pavimentazione, nei sotterranei della chiesa di San Lorenzo in Lucina, insieme ad una "domus" del I secolo, in un ambiente dove vi era il titulus Lucinae del 336, della futura chiesa di San Lorenzo in Lucina, voluta da Papa Sisto III, rifatta da Papa Pasquale II, e rinnovata nel Seicento ad opera dell'architetto Cosimo Fanzago. L'obelisco di Piazza Montecitorio č tra quelli ben conservati, insieme all'Obelisco Vaticano, era ancora al suo posto tra l'VIII e il XIII secolo, probabilmente crollō poco dopo, e successivamente fu danneggiato da un incendio appiccato dalle truppe degli invasori normanni guidate da Roberto il Guiscardo, che entrarono a Roma per saccheggiarla nel 1084. L'obelisco Campense viene ricordato nel 1500 da Francesco Albertini nel suo "Opusculum de Mirabilibus urbis Romae" che lo racconta come "mezzo scoperto", probabilmente molte parti del monolito erano a terra. Papa Sisto V, nel 1587, cercō di rimetterlo in sesto, ma siccome l'impresa si rivelō subito troppo ardua, dopo meno di un mese fece risotterare il tutto. Ci provō anche Papa Alessandro, anche lui senza successo, si deve invece a Papa Benedetto XIV Lambertini, al soglio dal 1740 al 1758, di rimuoverlo dal luogo in cui l'obelisco giaceva. Dopo 3 anni di lavori, si procedette alla sostituzione dei blocchi mancanti e al restauro di tutte le parti, Per ricordare l'impresa sulla facciata di piazza del Parlamento al n. 3 vi č una lunga iscrizione che tradotta dice : "Benedetto XIV estrae con grande costo e capacitā questo obelisco elegantemente iscritto di geroglifici egizi, portato a Roma dall'Imperatore Cesare Augusto, quando l'Egitto era sotto il potere romano, dedicato al sole, ed eretto nel Campo Marzio a indicare la luce e l'ombra del sole e il passare dei giorni e delle notti su un pavimento di pietra con impresse targhe di bronzo. Rotto e capovolto dall'inclemenza del tempo e dai barbari, seppellito sotto terra e palazzi, Benedetto lo trasportō in un sito vicino per il pubblico godimento, il supporto delle lettere e l'ordine della memoria fecero in modo che l'antico ruolo dell'obelisco non fossero dimenticati". Nel 1792, sotto Papa Pio VII l'obelisco Solare e la base vennero collocate dall'architetto Giovanni Antinori a piazza Montecitorio, che č il luogo ove oggi lo ammiriamo. Ci vollero 2 anni per dare compimento all'impresa, in alto c'č il globo a somiglianza di quello di Augusto, ma il tentativo di riutilizzare l'obelisco anche come orologio solare non riuscė pių. Sulla base dell'obelisco di piazza Montecitorio, dove in origine al posto della Camera dei Deputati c'era la Curia, si legge tradotto : "Ripulito dallo sporco e adornato di ornamenti, Pio VI ha restituito alla cittā e al cielo l'obelisco del re Sesostri, che Cesare Augusto aveva posto in un terreno come indicatore delle ore, ma che era stato distrutto dalla violenza del fuoco e dal passare del tempo, e da Benedetto XIV abbandonato dopo che lo aveva rimosso dagli accumuli di terra". Vi anche un'altra epigrafe che tradotta dice: "Regalmente eretto come una piramide che indica il tempo sulla sua meridiana, a lungo č rimasto rotto, disprezzato e dimenticato in una collina di rifiuti. Ora a nuovi splendori e dignitā č chiamato da Sisto Pio, orgogliosamente a contare con la sua ombra ognuna delle sue gloriose ore". C'č anche la firma dell'architetto: Joan Antinori, Camerte. Archit. Obelisco della Minerva, a piazza Santa Maria sopra Minerva, Roma, nei pressi del Pantheon, č noto come il "obelisco del pulcin della Minerva" dove pulcin significa, porcino riferito all'elefante scolpito da Ercole Ferrara su disegno del Bernini che sembra pių che un elefante un maialino. L'obelisco della Minerva, č di granito, č alto 5,47 metri,con il basamento č alto 12,89. Proviene dall'Egitto, dalla cittā di Sais sul delta del Nilo, fu eretto dal Faraone Aprie (589 - 570 a.C.). Fu ritrovato nel 1665 in un'area intorno alla chiesa di Santa Maria sopra Minerva, nel giardino del convento dei Domenicani presso Sant'Ignazio, e in ottimo stato di conservazione. L'obelisco č in granito rosso, con geroglifici sulle 4 facciate e poggia su un piccolo elefante il disegno č opera del Bernini, che per la dimensione e per la grassezza fu paragonato pių ad un porcellino "er porcin della Minerva", divenuto nel tempo "il pulcin della Minerva". Anche se a me personalmente piace molto e non lo trovo cosi sproporzionato. Il disegno del gruppo era del Bernini, ma lo scultore fu Ercole Ferrara. Il lavoro venne commissionato da Papa Alessandro VII Chigi, e tra i vari progetti scelse questo forse perchč era stato regalato al Papa un elefante dal Re del Portogallo nel 1630, elefante che fu ospitato nel Giardino del Belvedere e che era anche molto amato dai romani. In un primo momento questo progetto del Bernini fu ostacolato dal Domenicano Padre Paglia che voleva che l'opera gli fosse affidata dato che l'obelisco era stato ritrovato nel suo convento, tantč che sembra che la posizione dell'elefante che porge le terga alla chiesa di Santa Maria sopra Minerva, simboleggi proprio tale divergenza. L'obelisco della Minerva ne ha un altro gemello che si trova ad Urbino, sul fusto vi sono iscrizioni egizie, ad Atum e Neith e relazioni con la cittā di Sais in Egitto. L'obelisco della Minerva si trova davanti alla chiesa di Santa Maria sopra Minerva costruita tra il 1280 e il 1300, da fra Sisto e fra Ristoro autori anche di Santa Maria Novella a Firenze. L'elefante disegnato dal Bernini, fu scolpito da Ercole Ferrata nel 1667, sul basamento tradotte ci sono le seguenti iscrizioni : "Chiunque tu sia che vedi l'obelisco le figure scolpite del sapiente Egitto trasportate dall'elefante, il pių forte degli animali, sappi che č prova di robusta mente sostenere la solida sapienza", l'altra : "Alessandro VII, l'antico obelisco di Pallade Egizia venuto fuori dal suolo ed eretto nella piazza prospiciente il Tempio di Minerva č ora della Madre di Dio nell'anno 1667 dedicō alla divina sapienza". Si riteneva che in origine l'obelisco fosse stato dedicato ad Iside, la Pallade Egizia di cui era esistito nella zona del Pantheon il pių grande tempio di Roma, oltre a un tempio dedicato a Minerva, entrambe le dee personificavano la "divina sapienza" assimilate nella cristianitā alla Vergine Maria. Papa Alessandro VII Chigi, non potette presenziare alla inaugurazione dell'obelisco della Minerva, in quanto morė 3 settimane prima, il "pulcin della Minerva", l'Obelisco della Minerva fu inaugurato l' 11 Luglio 1667. Obelisco Macuteo del Pantheon a piazza della Rotonda, Roma, in granito rosso, č sulla fontana davanti al Pantheon č alto 6,34 metri, con il basamento č alto 14,52 metri, l'obelisco apparteneva al Faraone Ramsete II, periodo 1300 -1234 a.C. ed era collocato in origine in Egitto a Heliopolis, non si sa quando sia stato portato a Roma, fu eretto nell'Iseo Serapeo a Campo Marzio. Fu ritrovato nel 1300, nei pressi della basilica di Santa Maria sopra Minerva, e fu successivamente posto nel 1374 a piazza San Macuto. L'attuale collocazione fu voluta da Papa Clemente XI che lo fece innalzare sopra la fontana del Pantheon ad opera nel 1575 di Giacomo della Porta. Gli elementi decorativi della fontana come i delfini, gli stemmi pontifici, lo stemma degli Albani il Casato di Papa Clemente XI, e la croce in alto all'obelisco furono aggiunti dall'architetto Filippo Barigioni. L'obelisco Macuteo si trova davanti al Pantheon uno dei monumenti meglio conservati di Roma, il tempio fu fatto edificare da Agrippa tra il 27 e il 25 a.C., in origine a pianta rettangolare ed orientato in senso opposto, la ricostruzione cilindrica č da attribuirsi ad Adriano tra il 118 e il 125 d.C., il tempio fu poi donato nel 608 dall'Imperatore bizantino Foca a Papa Bonifacio IV, che trasformō il tempio pagano del Pantheon in chiesa cristiana che si chiamō chiesa di Santa Maria ad Martyres. La piazza della Rotonda, Pantheon, fu un mercato per molto tempo, ed i detriti provocati da questo uso della piazza provocarono un rialzo del terreno. Alla metā del quattrocento Papa Eugenio IV fece collocare al centro della piazza due piccole vasche affiancate da due leoni egizi di basalto, riutilizzati nella attuale fontana la cui realizzazione venne iniziata da Giacomo della Porta e ricostruita nel 1711 sotto il Papato di Clemente XI da Filippo Barigioni per ospitare l'obelisco ritrovato nel corso del XIV secolo dietro la tribuna della chiesa di San Macuto, in origine l'obelisco sulla cuspide aveva raffigurati i due cartigli di Ramsete II e su ciascun lato del fusto dell'obelisco il nome di Ramsete II compare seguito dalla sua affinitā con il dio sole "eccellente figlio di Ra, sua immagine sacra protettore delle sue creature colui che moltiplica le sue offerte il costruttore grande per i monumenti della casa di Ra. Grande per festivitā come Ra sul trono di Atum". L'obelisco venne ritrovato sotto Santa Maria sopra Minerva che fu costruita sulle rovine dell'Iseo Campense, mentre altri resti dell'obelisco vennero ritrovati sotto la chiesa di San Macuto, in via del Seminario, dove ci sono ancora alcuni resti della base, si ha notizia dell'obelisco da Baccio Bracciolini che nel trattato del 1448 "De Varietate Fortunae" lo colloca ai piedi della regione chiamata "Pigna" dove era la pigna di bronzo che in origine era a via del Gesų, l'obelisco rimase li fino al tempo di Papa Clemente XI che decise di collocarlo a piazza della Rotonda, davanti al Pantheon, al posto della precedente fontana ne venne costruita una con 4 delfini ai lati e sulla sommitā della cuspide venne posta la croce sopra una stella e gli stemmi di Papa Clemente XI. Obelisco Dogali č alla Stazione Termini, su viale delle Terme di Diocleziano, rione Castro Pretorio, Roma, č alto 9,25 metri, anche questo fu ritrovato nel 1883 nella zona tra piazza della Minerva e piazza Sant'Ignazio, e nel 1887 venne innalzato come monumento commemorativo ai 584 soldati caduti nella battaglia di Dogali durante la Guerra d'Africa. Era del Faraone Ramses II, e si trovava d Heliopolis; fu portato a Roma in epoca imprecisata. Fino al 1925 č stato di fronte alla Stazione Termini, a piazza dei Cinquecento, dopo di che venne spostato nel piccolo giardino di fronte alle Terme di Diocleziano, sempre nei pressi della Stazione Termini. Nel 1936 fu abbellito, dopo la conquista dell'Etiopia con il leone di Giuda in bronzo portato da Adis Abeba, ma alla caduta del fascismo il leone fu restituito al Negus Ailč Selassič. (il monumento č imbrattato da scritte: non potrebbe il Comune di Roma vigilare sui monumenti ? far si che chi li imbratta venga costretto a qualche lavoro socialmente utile cosi che ci si pensi prima di dal sfogo cosi impunemente alla imbecillitā ?). L'obelisco Dogali che oggi si trova in viale delle Terme di Diocleziano fu posto in origine davanti alla Stazione Termini, che fu aperta nel 1863 ma completata nel 1874 da Salvatore Bianchi, era stata chiamata "Termini" in onore degli impianti termali preesistenti. Per la costruzione della stazione Termini fu abbattuta la villa Montaldo Peretti di Papa Sisto V. (che dire ?) L'obelisco faceva coppia insieme all'obelisco che oggi č alla Villa Medici a Roma, dal 1790 nei giardini di Boboli a Firenze. Sulla cuspide dell'obelisco Dogali c'era uno scarabeo alato con il disco solare e due cartigli di Ramsete II. Sopra ogni lato del fusto vi era una colonna di iscrizioni a enumerare i nomi del re e gli epiteti che lo definivano come prediletto delle divinitā solari, e menzionando le offerte elargite a Heliopolis. Dopo la conquista dell'Egitto da parte dei Romani, questo obelisco, insieme all'obelisco di piazza della Minerva, all' obelisco di piazza della Rotonda e all'obelisco di villa Celimontana, ornava il Tempio di Iside a Roma, dalla cui area venne disotterrato nel 1883. L'obelisco fu scoperto da Rodolfo Lanciani a via del Beato Angelico, vicino all'abside di Santa Maria sopra Minerva, venne estratto da sotto due metri di detriti, la parte superiore recava i segni del punto ove c'era la sfera di bronzo, di epoca romana, l'obelisco giā era stato avvistato nel 1719, ma per non bloccare i lavori del monastero venne seppellito. In un primo momento si pensō di collocarlo a largo Argentina, ma per la morte in guerra dei soldati italiani in Eritrea del 26 gennaio 1887 dove perirono 548 militari annientati in campo, si pensō di metterlo alla stazione Termini. L'obelisco venne collocato su progetto di Francesco Azzurri, a piazza dei Cinquecento, il quale vi aggiunse due edicole di tipo cimiteriale e il monumento venne dedicato ai caduti : agli Eroi di Dogali, i cui nomi sono ricordati nell'iscrizione in bronzo. Negli anni 1920 l'obelisco dalla piazza dei Cinquecento, venne spostato in via delle Terme di Diocleziano, in un piccolo giardino davanti al complesso delle Terme di Diocleziano, fu posta una nuova lapide che dice . "Questo simulacro del Leone di Giuda da Addis Abeba fu qui portato dopo la conquista dell'Impero, o gloriosi morti di Dogali l'Italia Fascista li ha vendicati, 9 Maggio 1937". Obelisco Aureliano di Antinoo alla Passeggiata del Pincio, Roma, č alto 9,24 metri,con il basamento č alto 17,26 metri, fu voluto da Augusto addolorato per la perdita di Antinoo annegato nelle acque del Nilo, e per ricordarlo volle ornare il suo cenotafio, monumento funebre commemorativo senza le spoglie del defunto, con un obelisco, sul quale fece scolpire geroglifici che narrano la triste storia di Antinoo, probabilmente era stato innalzato nei pressi nel Mausoleo di Augusto. Nel 1713 Donna Cornelia Barberini lo donō a Papa Clemente XIV che lo mise nel cortile della Pigna ai Musei Vaticani, e quando si pose fine alla sistemazione del Pincio dall'Architetto Marini venne innalzato nel 1822 nel piazzale dove ancora oggi possiamo ammirarlo. Il Pincio in antico era chiamato Collis Hortolorum, e giā in epoca romana, repubblicana, era stato scelto come luogo per le dimore residenziali delle famiglie romane pių importanti, qui vi erano gli horti di Lucullo e gli horti degli Acili. Gli ultimi ad abitare il colle furono i "Pinci" che diedero il nome ai giardini, si insediarono qui nel IV secolo in una ricca domus il cui terrapieno noto oggi come il Muro Torto, fungeva da muraglione di terrazzamento e di contenimento dei fianchi del colle, sul quale c'erano giardini e piccoli padiglioni. Nel 1564 nei giardini del Pincio fu edificata la villa del Cardinale Giovanni Ricci da Montepulciano, poi acquistata da Ferdinando de Medici che la trasformō; tutta la zona restō sempre a vocazione agricola, gestita dagli operosi agostiniani di Santa Maria del Popolo. Nel 1816 Giuseppe Valadier costruė una piazza terrazzata sulla cresta del colle creando un mirabile connubio tra natura, paesaggio e costruzioni urbane. Fu il primo giardino pubblico di Roma voluto da Napoleone e da Papa Pio VII, e da questa terrazza si gode una impareggiabile vista di Roma e della Cittā del Vaticano sullo sfondo. Il Valadier pose in posizione panoramica anche la sua residenza privata che oggi conosciamo come la "Casina Valadier", un piccolo ed aggraziato cubo porticato presto trasformato in Kaffeehaus. Fu nel 1822 che in un viale del colle ad opera dell'architetto Giuseppe Marini, venne collocato per volere di Papa Pio VII, l'obelisco di Antinoo. L'obelisco di Antinoo, a differenza degli altri obelischi, ad eccezione dell'Obelisco Agonale e dell'Obelisco Sallustiano, era stato portato a Roma dall'Egitto, quando era giā diventato provincia Romana, fu trasportato per volere dell'Imperatore Adriano per ornare il monumento funebre di Antinoo. I geroglifici furono copiati dal monolito dell'Iseo Capitolino e intagliati dagli artigiani locali, che non avevano familiaritā con la scrittura egizia per cui le iscrizioni risultarono incerte e con contorni modificati. L'obelisco del Pincio doveva commemorare Antinoo, che era annegato nel Nilo durante il viaggio dall'Egitto a Roma, il committente Adriano aveva uno spiccato interesse per l'Egitto e per i suoi monumenti che aveva replicato nella sua villa, la villa di Adriano a Tivoli. Dopo questa disgrazia, Antinoo venne divinizzato ed in suo onore vennero costruiti templi in Egitto e a Roma. In Egitto gli venne anche dedicata una cittā, Antinopoli. A Roma gli venne dedicato un tempio, che conteneva anche l'obelisco, tra il 130 e il 138, ma di cui purtroppo non si dove fosse ubicato. Nel III secolo d.C. il monolito venne trasferito nel Circo Variano, da Eliogabalo, che risiedeva nella villa del Sessorium, dove costituiva l'elemento principale della spina. L'obelisco crollō durante il Medioevo, ma la sua memoria rimase sempre viva. Antonio da Sangallo nel 1525, lo descrisse e lo disegnō, dicendo che era posto mezzo miglio fuori Porta Maggiore, nel Circo Navale situato sul lato dell'acquedotto di fronte a San Giovanni, nella vigna di Messer Girolamo Milanese. Andrea Fulvio, ricorda l'obelisco di Antinoo nell'Antiquitates Urbis, e lo colloca "tra la via Labicana e l'Acquedotto Claudio, fuori le mura del monastero di Santa Croce, dove c'era un circo, i cui contorni e le mura si possono ancora oggi vedere nella vicina vigna, con un obelisco rotto in due pezzi abbandonati nel centro". Anche Pirro Ligorio, nel suo "Libro delle Antichitā Romane", del 1553, e racconta "l'ottavo circo era quello che oggi senza nome si vede rovinato fuori delle mura moderne, si vedono i segni di questo circo, e vi sono due pezzi dell'obelisco che vi era dedicato, molto bello, e probabilmente eretto qui dall'Imperatore Aureliano". Per cui anche il nome di obelisco Aureliano. Nella seconda metā del Cinquecento il Circo e l'area intorno al circo erano di proprietā dei fratelli Saccocci, che nel 1570, scavarono ed estrassero i 3 frammenti dell'obelisco, e considerando l'evento, del ritrovamento, straordinario, apposero una lapide a memoria su uno dei pilastri dell'Acqua Felice, a 60 metri a sud dove viale Castrense si apre sulla via Casilina. Questi orti dove giaceva l'obelisco, passarono di mano a vari proprietari, tra cui i Barberini e tra questi, Papa Urbano VIII che voleva farlo erigere dal Bernini nei suoi giardini, successivamente a Papa Clemente XIV, al soglio dal 1769 al 1772, che lo collocō in Vaticano nel Cortile della Pigna. Poi per volontā di Papa Pio VII, al soglio dal 1800 al 1823, venne trasferito al Pincio, nel viale dell'Obelisco dove oggi lo ammiriamo, e come lo ricorda l'iscrizione opposta sul lato nord dell'obelisco. Obelisco Matteiano di villa Celimontana, si trova nei giardini di villa Celimontana il cui ingresso č a via della Navicella, rione Celio, Roma, č alto 2,68 metri, con il basamento 12,23 metri. Il piccolo obelisco ha una aggiunta senza geroglifici di 10 metri, proviene da Eliopoli ed era stato eretto dal Faraone Ramsete II nel XIII secolo, una volta trafugato dall'Egitto e portato a Roma fu collocato nel Tempio ad Iside Capitolina. L'obelisco fu in seguito,ritrovato nei pressi del Foro, e Cola di Rienzo nel 1347 lo fece innalzare di fianco all'ingresso della basilica dell'Aracoeli, che si trova in Campidoglio. Fu poi nuovamente spostato, fino a passare di proprietā al Principe Ciriaco Matteo di Rocca Sinibalda che lo ricevette in dono dal Comune di Roma nel 1582, Il Principe Mattei, proprietario della villa Mattei, oggi villa Celimontana lo collocō al'interno della villa. In un primo momento era posto nel centro del piazzale, per essere poi di nuovo spostato nel 1817 dal nuovo proprietario della villa, il Principe Godoi, in fondo al vialetto dove ancora oggi si trova. Alla data del 9 Maggio 2008 l'obelisco č puntellato, ma i ponteggi sono tutti arrugginiti, segno che nessuno sta lavorando al restauro, come potete vedere dalla foto, la parte vera e propria dell'obelisco e solo quella superiore, la gran parte č l'aggiunta del basamento di oltre 12 metri. L'obelisco Matteiano fu il primo degli obelischi egizi ad essere nuovamente innalzato in epoca moderna, insieme all'obelisco Macuteo era nel Tempio del Sole a Heliopolis in Egitto ed i due obelischi il Matteiano e il Macuteo del Pantheon, sono simili per lo stile e la fraseologia dei geroglifici. I primi obelischi erano nati ad Heliopolis, tra il 2613 a.C. e il 2345 a.C., agli inizi dell'Antico Regno tra la IV e la V dinastia. Gli obelischi erano i simboli della religiositā di stato dedicati al Dio Sole, utilizzati come veicolo unitario del paese, Ra Atum era la divinitā che rese possibile l'unitā dell'Egitto all'inizio dell'epoca dinastica dei faraoni. Non si sa bene in che periodo i due obelischi il Macuteo ed il Matteiano furono portati a Roma, e posti nel tempio di Iside Capitolina, i templi dedicati ad Iside erano stati edificati giā in Egitto in epoca antichissima, e si diffusero in Asia Minore e nei porti delle Isole del Mediterraneo orientale. I marinai consideravano la Dea Iside come loro patrona, era la madre dei cieli e degli Dei. Sembra che l'obelisco Matteiano sia stato trasportato nel Trecento dai Cosmati sul Campidoglio che era la sede del polo civico di Roma, fu annesso ad una base rettangolare con 4 astragali all'entrata sud-est di Santa Maria in Aracoeli, la Basilica era sorta a metā delXII secolo sopra il Tempio di Giunone Moneta e ricostruita tra il 1285 e il 1287 da Arnolfo da Cambio. l'Obelisco era posto vicino ad una palma e l'uso degli astragali a leone fornivano un emblema allegorico della Roma Caput mondi e del simbolo di Cola di Rienzo per la libertā comunale. L'obelisco rimase a terra per lungo tempo, alla fine l'11 settembre del 1582 con una solenne cerimonia tenuta in Campidoglio, l'obelisco fu donato dal Senato e dal Popolo di Roma a Ciriaco Mattei, membro di una importante famiglia romana, ed anche estimatore e collezionista di antichitā, il quale aveva iniziato a costruire sulla sommitā del colle Celio una bellissima villa nei cui giardini avrebbe posto l'obelisco. Fu l'unico dei monoliti egizi di Roma a non stare in una pubblica piazza. La villa Matteiana, oggi villa Celimontana era in un'area molto grande che confinava con il tempio di Claudio che ospitava la caserma della V corte dei Vigiles, nel 1553 era stata acquistata come vigna dalla Famiglia Paluzzelli per 1000 scudi d'oro, sottoposta a lunghe trasformazioni che si conclusero nel 1586. All'interno dell'area, Mattei, fece costruire tra il 1571 e il 1581 da Jacopo del Duca, discepolo di Michelangelo, il Casino principale e fece risistemare i giardini con statue e fontane, seguendo la moda dell'epoca, fece costruire un piccolo ippodromo, l'obelisco venne posto al centro dell'arena dell'ippodromo su un basamento rettangolare c'era una iscrizione, ora scomparsa che diceva: "Ciriaco Mattei trasportō questo obelisco donato dal popolo romano dal Campidoglio a questi giardini del Celio come un monumento del pubblico onore conferitogli". Solo la parte superiore dell' obelisco Matteiano č originale, alta 2,68 metri recava il nome di Ramsete II, l'altra parte č quella pių moderna. Gli eredi di Mattei non si prenderanno cura nč della villa, nč dei giardini e nč dell'obelisco, infatti, l'obelisco cadde, e rimasero solo dei frammenti a terra, della villa non rimase nessun oggetto di valore, fino al 1812, quando la villa passō a Manuel de Godoy principe de La Paz, uomo appassionato di arte e di archeologia, il quale decise il trasferimento dello sfortunato relitto egizio nel boschetto delle Muse. Il trasferimento avvenne nel maggio del 1817. Le vecchie iscrizioni vennero sostituite con altre, una tradotta dice. "Avendo per primo ingrandito i terreni Manuel Godoy ha rimosso qui questo obelisco in passato donato a Ciriaco Mattei antico proprietario dei giardini, dal Senato e dal popolo di Roma. L'inclemenza del tempo ne aveva causato la caduta ma egli gli ha dedicato, sontuosamente decorato, le pacifiche Muse, il Genio e la protezione del guardiano delle Arti. Pacifiche Muse a voi consacro questo obelisco che con favori e propizie voi potete concedere e conferire a me un rifugio e un lungo desiderio di pace, senza venti o inverni. Come io non sono perito con il tempo o con il fuoco, con la furia civica o con la caduta del mondo romano in rovine, cosė la virtų non morirā mai". Obelisco Sallustiano piazza della Trinitā dei Monti, zona piazza di Spagna, Roma č alto 13,91 metri, con il basamento č alto 15,21 metri. Fu innalzato da Pio VI, le iscrizioni sono una copia di quelle dell'Obelisco Flaminio a piazza del Popolo e furono incise al tempo di Domiziano. Fu portato a Roma dopo il 79 d.C. in quanto non se ne trova menzione da parte di Plinio il Vecchio morto in quella data. E' di granito rosso, in epoca imperiale era collocato negli Horti di Sallustio Crispo, che erano tra il Quirinale ed il Pincio, la villa divenne poi proprietā degli Orsini, i quali la vendettero nel 1621 al Cardinal Ludovisi. Il Maderno, al quale venne affidato il compito di disegnare la pianta della Villa, disegnō anche l'obelisco che giaceva a terra in 3 pezzi. Papa Clemente XII chiese nel 1733 alla Principessa Ludvisi l'obelisco in dono, perchč voleva che fosse collocato a piazza San Giovanni in Laterano, fu dissuaso dagli architetti, e per 50 anni i 3 pezzi rimasero al suolo davanti alla Scala Santa, sotto Papa Pio VI ad opera del'Architetto Antinori e venne collocato di fronte alla Chiesa della Santissima Trinitā dei Monti, a piazza della Trinitā dei Monti, l'inaugurazione avvenne il 20 Aprile del 1787. L'obelisco Sallustiano si eleva al cielo nella platea Trinitatis, la piazza della Trinitā dei Monti, tra la facciata della chiesa voluta da San Francesco de Paola, costruita da Giacomo della Porta e ultimata da Domenico Fontana, e la scalinata di Francesco de Sanctis costruita tra il 1723 e il 1726. La chiesa della Trinitā dei Monti iniziata nel 1502, e consacrata nel 1587 da Papa Sisto V, diventō il punto chiave di un ambizioso piano urbanistico, realizzato con il rettifilo della via Felice, che portava i pellegrini alla basilica di Santa Maria Maggiore. L'obelisco Sallustiano č una sorta di raccordo tra la chiesa della Trinitā dei Monti e la sottostante scalinata, ed anche il punto di convergenza di diverse strade e assi prospettici, tra questi un asse partiva dallo scomparso porto di Ripetta di Alessandro Specchi e guardava a piazza di Spagna, qui c'era la via Gregoriana aperta da Papa Gregorio XIII e che conduceva alla salita della Trinitā dei Monti, con il palazzo Zuccari, e la via Felice. Come l'obelisco di Antinoo e l'obelisco Agonale di imitazione Romana, erano stati decorati a Roma, cosi avvenne anche per l'obelisco Sallustiano, questo obelischi recavano la copia di una iscrizione di etā faraonica con l'aggiunta di nuovi testi redatti in egiziano per onorare gli imperatori che li avevano portati a Roma. L'obelisco di Trinitā dei Monti, alto 13,91 metri e in granito rosso, riporta incise le iscrizioni di Sethi I e di Ramsete II, che si trovano anche sull'obelisco Flaminio di Augusto a piazza del Popolo, qui i geroglifici dell'obelisco Flaminio, erano stati letteralmente copiati, alcuni segni sono errati ed altri sono capovolti. Di solito il promotore del nuovo monumento sostituiva il suo nome a quello del predecessore. Probabilmente l'obelisco Sallustiano fu portato a Roma dopo il periodo Augusteo, e servė come ornamento degli Horti del Generale romano Sallustio, che erano divenuti un possedimento imperiale e si estendevano dal Pincio fino a porta Salaria, l'area includeva le parti settentrionali della profonda vallata che separava il Pincio dal colle Quirinale. L'epicentro della zona era il palazzo di piazza Sallustio che era stato costruito ai tempi di Adriano, tra il 126 e il 128, e probabilmente l'obelisco giā in questa epoca abbelliva la zona. Resti della villa Sallustio sono visibili a fondo valle sostenuti dai muraglioni appoggiati alle mura Serviane, l'obelisco in origine si trovava a via Sicilia, fu scoperto il punto dove era, quando nel 1912 furono fatti gli scavi per le fondamenta della Chiesa Luterana. Per secoli l'obelisco venne abbandonato a terra , e solo con Papa Sisto V ci fu l'idea di portarlo davanti alla basilica Santa Maria degli Angeli, ma il progetto non ebbe seguito. Poi con Papa Clemente XII, al soglio dal 1730 al 1740, chiese l'obelisco Sallustiano alla Principessa Ippolita Ludovisi e lo portō nel 1734 al Laterano, e qui rimase ancora a lungo, finchč Papa Pio VI, al soglio dal 1775 al 1799, lo fece portare a piazza della Trinitā dei Monti, incastrandolo tra la chiesa e la scalinata di piazza di Spagna. L'obelisco Sallustiano venne spostato dal Laterano nel 1786 sotto la direzione dell'architetto Giovanni Antinori, e faceva parte dei 3 obelischi del quadrivio della via delle Quattro Fontane, insieme all'obelisco Esquilino e all'obelisco Quirinale. Fatte le fondamenta, l'obelisco venne issato il 15 Aprile del 1789. La sommitā dell'obelisco č adornata dai simboli di Papa Pio VI e dalla croce, come reliquiario di un frammento della Croce Santa di Gesų e per le reliquie di San Giuseppe e San Francesco di Paola, di Pio V e degli apostoli Pietro e Paolo. Sulla base ci sono quattro epigrafi. Gli Obelischi moderni di Roma Obelisco o Stele di Axum era a piazza d Porta Capena, che fa parte di vari rioni, rione Ripa, rione Celio, rione San Saba, rione Campitelli, Roma, nei pressi del palazzo della FAO, zona Aventino, scomparso, perché č stato restituito allėEtiopia. L'obelisco di Axum era sulla piazza di porta Capena che si apre in un punto tra le propaggini dei colli Palatino, colle Celio e colle Aventino, era collocato al centro della piazza, l'obelisco di Axum era del IV secolo a.C. alto 24 metri, in origine si trovava nella cittā Santa di Etiopia, era stato trafugato e portato a Roma da Mussolini nel 1937 come trofeo di Guerra. La stele di Axum, fino al 2003 si trovava quindi all'estremitā del Circo Massimo, di fianco al palazzo della FAO, la stele era del IV secolo d.C., contrariamente agli altri obelischi di Roma che provenivano dall'Egitto, la stele di Axum proveniva dall'Etiopia, da Axum sua antica capitale, il nome Axum significa "giardino verdeggiante", gli obelischi etiopi avevano una sezione rettangolare anzichč quadrata, al posto dei geroglifici aveva delle decorazioni con motivi a disco e piccole finestre ripetuti su tutto il fusto, sui lati principali erano scolpite due finte porte con grandi battenti circolari, questa stele non veglia pių sui giardini della passeggiata Archeologica, né sulla zona del Circo Massimo e né del Casino Boccapaduli. Obelisco di Villa Medici, detto anche obelisco di Boboli, era a villa Medici al colle del Pincio, Roma, č la copia del gemello Obelisco Dogali, l'originale dell'obelisco di villa Medici oggi č a Firenze, in sostituzione c'č una copia realizzata nel XIX secolo. L'obelisco originale č dunque a Firenze, innalzato nei giardino di Boboli, da cui il nome, nel qualie vi era la residenza fiorentina dei Medici, č in granito rosso, alto 9,25 metri, era stato eretto in coppia ad un altro a Heliopolis da Ramsete II, rimase a villa Medici fino al 1790, poi, fu portato a Firenze. Nella zona ove oggi sorge la villa Medici un tempo vi erano gli horti di Lucullo, trasformati poi in vigna e i terreni di 25 ettari vennero acquistati nel 1564 da Giovanni Ricci da Montepulciano insieme ad una piccola dimora con la torre dei Crescenzi, l'edificio principale di villa Medici fu costruito tra il 1564 e il 1565 su progetto dell'architetto Giovanni Lippi, detto Nanni di Baccio Bigio, autore del palazzo del Sangallo poi Ricci a via Giulia, e del figlio Annibale, i lavori proseguirono fino al 1572 con la realizzazione di una loggia, di un grande salone e di un corpo meridionale lasciato interrotto. Il giardino fu ampliato con l'acquisto di terreni dai frati di Santa Maria del Popolo. Il livello del terreno venne pareggiato e sopraelevato per nascondere la volta di una cisterna romana. La villa Medici venne acquistata nel 1576 dal cardinale Ferdinando de Medici, e la modesta residenza di campagna venne trasformata in una splendida villa, tra il 1576 e il 1600 ci furono i lavori di abbellimento sotto la direzione dell'Architetto Ammannati che la definirono nell'edificio come oggi lo vediamo. Vennero anche sistemati i giardini, con bassorilievi, busti di personaggi illustri, statue antiche. Per la decorazione della Villa Medici venne ingaggiato Iacopo Zucchi, allievo del Vasari. Quando Ferdinando de Medici succedette al fratello sul trono di Toscana nel 1587, la villa venne abbandonata, le statue pių preziose vennero portate a Firenze, e pių tardi i Lorena eredi dei De Medici, alla fine del XVIII secolo misero in vendita la villa sul Pincio, dopo aver inviato a Firenze tutta la collezione delle opere d'arte, ad eccezione dei bassorilievi, degli Hermes e dei sarcofagi. Nel 1803 Napoleone insediō qui l'Accademia di Francia, fondata da Luigi XIV nel 1666, dove gli artisti francesi vincitori del Prix de Rome vi trascorrevano un triennio di perfezionamento. Obelischi di Villa Torlonia a Roma, sono a villa Torlonia, sulla Nomentana, la villa venne edificata tra il 1802 e il 1806 dall'ingegno dell'architetto Giuseppe Valadier, che trasformō la vigna dei Pamphilj fuori Porta Nomentana in una splendida villa nobiliare l'ultima nella storia di Roma. Il Casino Nobile era il perno del complesso, in puro stile neoclassico ha sul fronte portici palladiani opera di Battista Caretti e un frontone templare in terracotta con soggetto mitico, il "Trionfo di Bacco", opera di Rinaldo Rinaldi allievo del Canova. Con gli anni si aggiunsero altri edifici e decorazioni ad abbellire il parco. Il figlio del principe Torlonia, Giovanni Alessandro, continuō l'opera del padre con l'aiuto dell'architetto Quintiliano Raimondi che costruė il teatro e l'arancera, oggi ci sono limoni. Mentre Giuseppe Jappelli creō i viali e gli arredi molto fantasiosi, come la Capanna Svizzera che oggi si chiama Casina delle Civette, la serra, la torre, la grotta Moresca ed infine il campo da tornei. Il grandioso programma autocelebrativo dei Torlonia culminō nel 1842 con l'erezione, da parte di Alessandro Torlonia di due obelischi alti 10,27 metri, a cui va aggiunto il basamento, dedicati alla memoria dei genitori Giovanni e Anna Maria Torlonia. Gli obelischi sono in granito rosa, proveniente dalle cave del Sempione e fatti trasportare sul Lago Maggiore e per vie fluviali e marittime fatti arrivare fino a Roma. I due obelischi passarono tra la folla in festa la via del Quirinale, la via Pia per varcare i cancelli della villa Torlonia. Furono decorati con geroglifici incisi a cura del poeta Ungarelli, il quale scrisse anche il testo della iscrizione che recita. "La Cittade eterna di Roma avrā in perpetua ricordanza il IV giugno 1842, giorno in cui tra il plauso dei cittadini e il paterno sorriso del Sommo degli Imperanti Gregorio XVI il principe Alessandro Torlonia, fautore magnanimo delle lettere e delle nobili arti in sua villa Nomentana, monumento glorioso del genio italico, a memoria dell'estinto parente, rizzava il magnifico obelisco, imitato dagli egizi, emulando in tal maniera la grandezza e la magnificenza degli antichi". Obelisco Mussolini al Foro Italico Roma, č a lungotevere Maresciallo Diaz, il monolito di Mussolini č alto 36,59 metri, ed č innalzato davanti al Foro Italico, foro, voluto da Mussolini, che fino alla caduta del Fascismo, si chiamō Foro Mussolini. L'obelisco venne eretto nel 1932, durante gli anni del fascismo, proprio all'ingresso di questo complesso e reca la scritta "Mussolini". Il Foro Italico č un complesso sportivo multiforme costruito da Enrico del Debbio alle pendici di Monte Mario. Il Foro era grandioso e ispirato alle architetture della Roma Imperiale vista attraverso la prospettiva metafisica da cui ne derivō uno stile squadrato ed essenziale, la piazza ha edifici, stadi e palestre e corrispondeva all'idea fascista di riunire l'attivitā sportiva alla formazione ideologica. L'obelisco che reca la scritta "Mussolini" come una sentinella svetta all'entrata del Foro, ed č uno dei pių grandi obelischi al mondo; il gigantesco blocco di marmo di Carrara fu estratto dalle cave della Carboniera, ingabbiato con una poderosa rete di cavi in acciaio, e posto su un treno speciale, trainato poi da 100 buoi, su un enorme bastimento chiamato "Apuano" che portō il blocco fino al Tevere, da cui risalė fino alla zona di ponte Milvio, e finalmente sbarcō il 6 maggio del 1932. L'architetto Costantino Costantini gettō una vasta platea di cemento armato e pose 16 blocchi di marmo per comporre la parte del piedistallo. Sulla base venne posta l'iscrizione e prima di alzarlo, venne inciso il nome di Mussolini, nelle fondamento furono posti alcuni aurei coniati per l'occasione insieme ad una pergamena scritta in latino che conteneva un testo scritto da Amatucci che glorificava ed incensava l'opera di Mussolini, venne inaugurato di fronte alla folla e con tutti gli onori. Obelisco Stele Marconi a piazza Guglielmo Marconi,nella zona dell'EUR, č alta 45 metri e fu ideata da Mussolini durante la costruzione del luogo deputato per l'Esposizione Universale di Roma che doveva celebrare il Ventennio Fascista, e che doveva sorgere nella allora chiamata "Piazza Imperale". La stele, bianca, doveva ricordare il grande scienziato italiano Guglielmo Marconi. L'opera č composta da enormi blocchi di marmo di Carrara sovrapposti e da 92 altorilievi su quattro file scolpiti dallo scultore carrarese Arturo Dazzi, con allegorie ed i momenti significativi di Marconi. La stele venne commissionata da Mussolini nel 1937, e sempre ad Arturo Dazzi, si deve anche la statua di Sant'Ambrogio, a piazza Augusto Imperatore, il monumento ad Enrico Toti al Pincio, alcune delle monumentali statue dei giureconsulti davanti al prospetto sul fiume Tevere del Palazzaccio. L'entrata in guerra dell'Italia per opera di Mussolini interruppe tutta l'opera della Stele Marconi, che venne terminata da Arturo Dazzi e solennemente inaugurata nel 1959, durante i lavori di migliorie dell'Eur e di Roma in occasione dei giochi olimpici del 1960. Obelischi di piazza dei Cavalieri di Malta , sono in zona Aventino, a piazza dei Cavalieri di Malta, in una piazza che sembra quasi un luogo astratto, un quadro architettonico la cui cornice sono i cipressi e gli attori sono gli obelischi, i festoni, le stele bianche dell'arabescato recinto del Piranesi, che era un raffinato incisore veneto, nato a Mestre nel 1720, che immortalō Roma in una vasta serie di vedute, incisioni, acqueforti che raccolse in 4 volumi, dal titolo "I Monumenti della antica Roma". La piazza dei Cavalieri di Malta č avvolta da una leggenda affascinante, secondo la tradizione massonica, il colle Aventino sarebbe in realtā una immensa nave sacra ai Templari in attesa di salpare di nuovo verso la Terra Santa. Piranesi ottenne dal nipote di Papa Giovanni XIII l'incarico di adattare nel 1765 tutta la zona ad un luogo di culto. L'artista era un ammiratore dell'Ordine dei Cavalieri Templari, e qui raccolse simboli, riferimenti, architetture, cifre e motti occulti interpretabili solo dagli iniziati. Il Piranesi interpretō il colle Aventino come una nave templare, e le diverse parti come pezzi di una gigantesca imbarcazione, la zona meridionale era la prua la porta di ingresso della villa dei Cavalieri dell'Ordine di Malta, l'entrata al veliero, i labirinti dei giardini dietro al portone il dedalo delle funi mentre i parapetti del parco, gli spalti e la selva degli obelischi che adornano la piazza come alberi della imbarcazione occulta. I disegni sugli obelischi sono simboli esoterici, messaggi segreti interpretabili solo dai massoni. Gli obelischi esaltavano la triplice costituzione energetica dell'uomo, fisica, animistica, e spirituale, suggerendo un richiamo attraverso la pietra alle origini primordiali dell'uomo. Il gioiello č la chiesa di Santa Maria del Priorato nata nel 939 come abbazia benedettina dedicata a San Basilio di Cappadocia, poi nel XII secolo passō ai Templari, monaci guerrieri difensori della cristianitā. Nel 1312 venne soppresso l'ordine dei Templari ed il convento passō ai Cavalieri di Rodi, confraternita religiosa istituita in Terra Santa dal monaco Gerardo per dare assistenza ai pellegrini in visita al Santo Sepolcro, poi nel 1522 l'istituzione cambiō nome in Sovrano Ordine di Malta. L'ordine era arrivato qui in questa piccola chiesa da una palazzina che era sul Foro di Augusto per sfuggire alla malaria, ed il Piranesi trasformō la primitiva chiesa in un vero capolavoro, la facciata bianca, con semplici linee geometriche che superavano i moduli dell'architettura tardo barocca, intelaiata da due coppie di lesene scanalate con un affastellamento di simboli cristiani e pagani, aggregati in modo solo apparentemente casuale. L'interno aveva richiami del Borromini di San Giovanni in Laterano, ad una sola navata e interamente rivestito di stucchi del Piranesi, come una sorta di erudito libro d'arte. Sul buco del portone dell'Ordine dei Cavalieri di Malta si ammira la prospettiva alberata dei giardini e sullo sfondo la cupola di San Pietro. Obelischi della porta Egizia di Villa Borghese a Roma, sono appunto a villa Borghese, nel 1831 per volere di Camillo Borghese, sull'attuale viale Fiorello la Giardia fu eretto un monumentale portico colonnato e turrito come l'ingresso di un tempio di colore rossastro ad imitazione del granito di Aswan, al complesso sono affiancati due obelischi gemelli in stile egizio a sentinella della villa. La villa Borghese all'inizio del Seicento era una vigna, si trovava fuori la Porta Pinciana e apparteneva al nipote di Papa Paolo V, Scipione Borghese, il quale riqualificō la zona edificando una splendida villa con giardini e con un magnifico Casino. La villa Borghese doveva essere una villa Museo, oggi c'č il Museo Borghese, che raccoglie la nutrita collezione d'arte del cardinale, l'opera fu eseguita dall'architetto Flaminio Ponzio nel 1612, e alla morte di questi a Jan Van Santen, detto Giovanni Vasanzio, che portō a termine i lavori nel 1620. Nei secoli successivi i giardini di Villa Borghese subirono molti cambiamenti, Marcantonio IV Borghese tra il 1790 e il 1800 fece rimodernare il parco con spunti neoclassici. Nel 1803 Camillo Borghese sposō Paolina Bonaparte, sorella di Napoleone, la cui bellezza venne immortalata dal Canova tra il 1805 e il 1808. Il Principe Camillo Borghese acquistō anche altri terreni portando la villa alla sua massima espansione che arrivō fino a piazza del Popolo, poi ulteriori modifiche e abbellimenti vennero continuati dal fratello Francesco Borghese. I lavori di miglioria vennero affidati all'architetto Luigi Canina, che nel frattempo aveva restaurato la villa Lante di Giulio Romano al Gianicolo e che i Borghese avevano rilevato nel 1817. Nei giardini della villa si respirano memorie classiche, greche, romane ed egizie. Con i monumentali Propilei si rievocava l'acropoli ateniese. Camillo Borghese, volendo un nuovo ingresso, che facesse da confine tra la vecchia e la nuova proprietā fece edificare un ingresso dalle memorie egizie, e fece innalzare i due obelischi. Obelischi di via della Conciliazione a Roma sono a via della Conciliazione, la via che si trova davanti a piazza San Pietro. In antico una via che collegasse Castel Sant'Angelo e San Pietro venne aperta per la prima volta nel 1498-1499 da Papa Alessandro VI in vista del Giubileo dell'anno 1500, e si chiamō via Alessandrina, detta anche la "strada avanti camera" del Vaticano, per farla venne sacrificata la "meta Romuli", un sepolcro piramidale che si riteneva fosse la tomba di Romolo. La strada si riempė presto di importanti palazzi eseguiti dai migliori architetti dell'epoca, dei capolavori, come il palazzo di Domenico della Rovere, il palazzo Castellesi del Bramante, il palazzo Caprini del Bramante, il palazzo Branconio dell'Acquila di Raffaello. Si diede vita cosi ad una cittadella, detta cittā Leonina, e poi nota con il nome di Borgo, un insieme di case e palazzi e piccole viuzze, che poichč "ostacolavano" la vista della piazza San Pietro, e della basilica di San Pietro, in epoca Fascista nel 1936 si decise di togliere di mezzo i palazzi della spina di Borgo, gli autori del "progetto" furono gli architetti Marcello Piacentini e Attilio Spaccarelli e cosi si distrussero per sempre i vicoli e i palazzi storici, tra questi: palazzo Caprini, palazzo dei Convertendi, palazzo Rusticucci, la casa di Giacomo da Brescia, la fontana di piazza Scossacavalli del Maderno, che fu smontata e trasferita davanti alla chiesa di Sant'Andrea della Valle a Corso Vittorio Emanuele II, in fondo a Corso Rinascimento. Scomparve la piazza Scossacavalli la chiesa di San Giacomo, la chiesa di San Michele Arcangelo, insieme a tutte le case che erano a ridosso di Passetto. Il commento di Mussolini fu : "Abbiamo dato un ingresso al maggior tempio della cristianitā degno dell'Urbe al posto del meschinissimo ingresso dei Borghi" (beata ignoranza !). La nuova via della Conciliazione, voluta da Mussolini puntava scenograficamente alla piazza San Pietro. In occasione dell'anno Santo del 1950 vennero erette due file di obelischi con la funzione di lampioni, ventotto obelischi in tutto corredati anche di sedili per il riposo dei pellegrini. Gli obelischi di via della Conciliazione sono delle repliche in travertino dell'obelisco egizio Vaticano davanti alla basilica di San Pietro e circondato dal colonnato del Bernini. Gli obelischi di via della Conciliazione sono un pō simboli pagani, dallo squadrato gusto fascista e un pō simboli della fede. Obelischi antichi di Roma :
Obelisco Lateranense,
piazza San Giovanni in Laterano (proviene dal: Circo Massimo) Obelischi moderni di Roma
Obelisco Stele di Axum alla Fao oportato a Roma da Mussolini č stato restituito
all'Etiopia Obelischi del Rione Monti Obelischi del Rione Monti, Roma, clicca sulla foto e ti si aprirā una scheda con le fotografie ed una descrizione storica ed artistica degli obelischi del rione Monti, tra questi : l'obelisco Lateranense, l'obelisco Esquilino Liberiano, l'obelisco del Quirinale. Obelischi di Roma fotografie e informazioni Obelischi di Roma, foto Anna Zelli Le Colonne Trionfali di Roma fotografie informazioni
Colonne Trionfali di Roma, foto Anna Zelli Obelischi del Rione Monti a Roma fotografie informazioni Obelischi del Rione Monti, foto Anna Zelli Obelischi di Roma Obelischi di Roma, foto Anna Zelli Torna Obelischi di Roma - Guida Turistica di Roma Obelischi di Roma - Guida turistica di Roma
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