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Via Mazzini, Viterbo centro storico, la lunga via parte da via della Verità ed arriva alla via della casa di Santa Rosa, la via incrocia come piazze: Piazza Dante, Piazza della Crocetta, Largo Santa Rosa Venerini; come vie : Via della Volta Buia, via di Mezzo, via Fontanella del Suffragio, via del Giglio, via Bussi, Via Sant'Egidio, via casa di Santa Rosa, Via Santa Caterina, via Niccolò della Tuccia, via delle Maestre, via Cacciamele, via Tignosi, via di San Rocco. Da vedere la chiesa di San Giovanni in Zoccoli, qui c'era il Collegio San Giovanni chiuso nel 2022 al Largo Santa Rosa Venerini. Da ammirare il palazzo della Ex Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo un tempo appartenuto alla famiglia Pagliacci Sacchi.Su via Mazzini si possono ammirare la Chiesa di San Giovanni in Zoccoli, la chiesa di Santa Maria del Poggio a piazza della Crocetta, il palazzo Nini, di fronte a piazza della Crocetta su via Mazzini, su questa via c'è il collegio di San Giovanni fondato da Santa Rosa Venerini.che aveva anche un'altra sede a piazza San Carluccio. vedi. piazza San Carluccio. Lungo la via ci sono vari stemmi e una Edicola Sacra angolo via dei Tignosi.

Giuseppe Mazzini

giuseppe mazzini a lui è dedicata una via a viterbo centro info e foto anna zelli

Giuseppe Mazzini

Giuseppe Mazzini. A lui è dedicata una via a Viterbo,  nacque a Genova, il 22 giugno 1805 morì a Pisa, il 10 marzo 1872 è stato un patriota, politico, filosofo e giornalista italiano. Esponente di punta del patriottismo risorgimentale, le sue idee e la sua azione politica contribuirono in maniera decisiva alla formazione dello Stato unitario italiano; le condanne subite in diversi tribunali d'Italia lo costrinsero però alla latitanza fino alla morte poiché egli fu convinto sostenitore dell'istituzione repubblicana contro la monarchia sabauda. Le teorie mazziniane furono di grande importanza nella definizione dei moderni movimenti europei per l'affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello Stato. Giuseppe Mazzini, patriota e politico genovese. Il suo obiettivo era di trasformare l’Italia in uno Stato unitario, repubblicano e democratico. Mazzini assieme a Garibaldi e Cavour è considerato uno dei “padri della patria” e dei simboli del Risorgimento italiano. Giuseppe Mazzini nacque a Genova, allora parte del Regno di Sardegna, da una famiglia della borghesia medio-alta. Si era accostato fin dagli anni giovanili alle idee democratiche e patriottiche e aveva aderito alla Carboneria. Partecipò quindi alle cospirazioni contro il governo sabaudo, finendo arrestato nel 1830. Rilasciato per mancanze di prove, fu però costretto a emigrare a Marsiglia. Cominciò così a 26 anni la sua vita da esule. Nel 1831 Mazzini fondò in esilio a Marsiglia la Giovine Italia. La Giovine Italia era un’associazione clandestina di rivoluzionari di professione che volevano un’Italia unita e repubblicana con un governo eletto dal popolo. Convinti della necessità di un legame strettissimo tra «pensiero e azione» (la famosa formula mazziniana), Mazzini e i suoi seguaci non aspettarono il maturare di condizioni internazionali favorevoli per mettere in atto i loro progetti e organizzarono una serie di tentativi insurrezionali in Italia. I moti mazziniani, che esplosero tra il 1831 e il 1834, tuttavia fallirono, per la scarsa organizzazione e per la mancata diffusione degli ideali liberali e repubblicani tra operai e contadini. Da qui una profonda crisi di sfiducia verso le idee mazziniane. Mazzini però non rinunciò al suo sogno e superò in breve la «tempesta del dubbio», così come la chiamò Mazzini stesso, caratterizzata dal rimorso di aver sacrificato tante vite (tra cui quelle di veri amici come Jacopo Ruffini) senza aver centrato alcun obiettivo. Superò la crisi convincendosi che la causa nazionale italiana era più importante di ogni accidentale insuccesso. Rifugiatosi in Svizzera, nel 1834 fondò la Giovine Europa, che in due anni riuscì ad articolarsi in diverse organizzazioni nazionali: Giovine Germania, Giovine Polonia, Giovine Svizzera. La Giovine Europa rappresentò il primo tentativo di dare vita a un’organizzazione democratica europea. Si trattò però di un’iniziativa che ebbe un valore soprattutto simbolico e scarsi effetti sul piano operativo. Nel 1837 espulso dalla Svizzera si rifugiò a Londra, dove visse quasi in miseria. Tuttavia non interruppe mai la sua propaganda in Italia. Nel 1848, allo scoppio della Prima guerra d’indipendenza italiana, Giuseppe Mazzini rientrò in Italia dall’esilio, offrendo il suo aiuto al re Carlo Alberto di  Savoia. Era convinto che il re avesse dato inizio alla guerra per la riunificazione dell’intera Italia e per la sua trasformazione in uno Stato costituzionale moderno. Ma l’illusione durò poco. Carlo Alberto mostrò scarsa risolutezza nel condurre le operazioni militari e si preoccupò soprattutto di preparare l’annessione del Lombardo-Veneto al Piemonte. Il 29 marzo 1849 Mazzini è nominato triumviro della neonata Repubbblica romana insieme a Carlo Armellini e Aurelio Saffi. La Repubblica romana ebbe però vita breve. Infatti, dal suo esilio di Gaeta, papa Pio IX si era rivolto alle potenze cattoliche per essere ristabilito nei suoi territori. All’appello del papa risposero l’Austria, la Spagna, il regno di Napoli e la Repubblica francese. Luigi Napoleone Bonaparte attaccò Roma, dove nel frattempo erano arrivati pure il generale Giuseppe Garibaldi e volontari da tutta la penisola. Dopo una prima vittoria di Garibaldi, i francesi costrinsero alla resa il generale e i suoi uomini. Mentre Pio IX ritornava sul trono papale, Mazzini si recò esule prima in Svizzera e poi in Inghilterra. Nel corso degli anni Cinquanta Mazzini Giuseppe tentò di riprendere l’iniziativa rivoluzionaria in Italia. A questo scopo fondò nel 1853 il Partito d’Azione, ma tutte le azioni da lui promosse andarono incontro alla repressione. L’insuccesso più grave fu la spedizione di Carlo Pisacane a Sapri nel 1857. Negli anni successivi dedicò molte delle sue energie alla questione sociale e alla battaglia per l’elevazione delle condizioni delle classi lavoratrici. Nel 1864 partecipò a Londra alla fondazione della Prima internazionale dei lavoratori, opponendosi alle posizione dei marxisti e degli anarchici, perché, in quanto riformista democratico, non condivideva le loro teorie rivoluzionarie. Nel 1870, mentre si recava a Palermo per preparare un’insurrezione popolare, lo arrestarono e lo rinchiusero nel carcere di Gaeta per alcuni mesi. Morì il 10 marzo 1872 a Pisa, clandestino, sotto il falso nome di dottor Brown. Tratto da https://www.studiarapido.it/giuseppe-mazzini-chi-era-e-cosa-fece/.

Archi a via Mazzini

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Archi a via Mazzini

Archi via Mazzini, Viterbo, vi sono degli archi sul lato di via Mazzini che da a via della Verità, altri di fronte alla chiesa di San Giovanni in Zoccoli.

Chiesa San Giovanni in Zoccoli

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Chiesa S. Giovanni in Zoccoli

La chiesa di San Giovanni in Zoccoli  è tra via Mazzini e piazza Dante, Viterbo centro storico, è una delle chiese più antiche della città, l’origine del nome rimane incerta, ma l’ipotesi più attendibile è quella che vende nel termine “zoccoli” una corruzione del volgare “ciocole”, derivante da “ciotole”, in riferimento ai manufatti smaltati che decoravano anticamente la lunetta del portale principale dell’edificio, oggi perduti. La data della sua costruzione è incerta, probabilmente risale ai primi decenni dell'XI secolo. Prendendo per buona una notizia riferita dal Bussi su una campana colpita dal fulmine e rifusa nel 1607, era incisa la data 1037.  La chiesa era dedicata a San Giovanni Evangelista. Esterno : la chiesa, datata tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, è situata in uno dei quartieri più antichi della città, quello di Santa Maria in Poggio, oggi attraversato da via Mazzini: qui vi abitò anche Santa Rosa e qui avvennero i suoi primi miracoli. La facciata è suggestivamente preceduta da due archi paralleli a sesto ribassato che scavalcano la via e vanno ad appoggiarsi alla casa prospiciente l’edificio: un espediente statico per bilanciare le spinte degli archi delle navate. Essi inquadrano anche lo splendido rosone romanico, formato da tre cerchi concentrici ornati da colonnine marmoree ed archetti in peperino. Agli angoli del rosone troviamo il tetramorfo con i simboli dei quattro evangelisti e tutt’intorno una cornice a decorazione musiva. Ai lati due aquile connotano l’intitolazione della chiesa a San Giovanni Evangelista. Il resto della facciata, così come tutta la struttura, ha subito numerosi restauri nel corso dei secoli, in particolare nell’Ottocento ad opera di Giovan Battista Cavalcaselle, che ha ricostruito il fregio del portale sulla base di un frammento originale. Il rifacimento più consistente è stato quello postbellico, mentre l’ultimo intervento di restauro, conclusosi nel 2013, è stato affiancato da indagini archeologiche che hanno fornito dati interessanti riguardo la storia dell’edificio nelle sue prime fasi.  La chiesa di forma basilicale presenta una facciata a capanna spezzata impreziosita da due elementi architettonici molto particolari. L'interno della chiesa  è in stile romanico, basilicale a tre navate, scandite da una teoria di archi a tutto sesto e con copertura a capriate in legno, termina con tre absidi emergenti e il presbiterio leggermente rialzato. L’opera più importante è un polittico datato 1441 realizzato da uno dei più importanti protagonisti della pittura viterbese: Francesco d’Antonio Zacchi, detto il Balletta. Le colonne che dividono le navate non sono monolitiche ma costituite da grossi blocchi di pietra sovrapposti alla cui sommità sono posti dei capitelli a doppio toro scolpiti in maniera piuttosto rozza, su di esse poggiano degli archi a tutto sesto. Il presbiterio risulta innalzato rispetto alla chiesa e gli archi in quel punto sono più alti e più larghi. La chiesa è stata oggetto di numerosi interventi di restauro nel corso dei secoli, tra i più importanti ricordiamo quello del 1880 e quello seguito alla ricostruzione dopo i bombardamenti subiti durante l'ultimo conflitto. Nel corso del restauro ottocentesco è stato completamente ricostruito il portale di ingresso con decorazione a stelle basandosi per il suo rifacimento su un frammento originale, nella sua lunetta è affrescato San Giovanni in posa estatica come in preda a una sua visione dell'apocalisse. Nel corso di questo stesso restauro, sopra l'altare maggiore fu costruito un baldacchino tabernacolo in pietra che probabilmente non era presente nella chiesa originaria, esso andò distrutto nei bombardamenti dell'ultima guerra e non è stato più ricostruito. Nell'abside centrale, sotto una monofora istoriata con San Giovanni Evangelista, è collocata la sedia episcopale, in forma molto arcaica e probabilmente appartenuta alla chiesa primitiva. Essa è priva di schienale e presenta due braccioli leggermente ricurvi. Al centro del presbiterio è posto l'altare maggiore. Si tratta di un parallelepipedo di pietra che indubbiamente ha subito notevoli mutazioni nel corso dei secoli. Oggi possiamo ammiralo così come è stato restaurato nel corso dell'intervento dell'800. Risulta originale la parte anteriore a colonnine, la mensa o lastra di coperchio e parte della base. Nel corso del restauro furono ricostruiti un fianco e tutta la parte posteriore. All'interno della chiesa, degno di ammirazione, è conservato uno splendido polittico dipinto nel 1441 per l'altare maggiore da Francesco d'Antonio da Viterbo detto il Balletta. Decorato con cuspidi di forma gotica presenta nella parte centrale un'immagine della Vergine con Bambino. Alla sua sinistra San Pietro e San Giovanni Battista, alla sua destra San Giovanni Evangelista e San Paolo. Altre figure minori sono raffigurate nelle due cuspidi laterali, la predella invece presenta scene di miracoli operati dall'Evangelista. (tratto da Alessandra Ambrosini).

Palazzo Pagliacci Sacchi

palazzo pagliacci sacchi ex sede cassa di risparmio via mazzini viterbo centro info foto anna zelli

Palazzo Pagliacci Sacchi, Via Mazzini

Palazzo Pagliacci Sacchi poi sede ex Cassa di Risparmio di Viterbo, si trova a via Mazzini, Viterbo.Il Palazzo Pagliacci, sede storica della Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo in origine era di proprietà della Famiglia Maidalchini, poi nel 1702 divenne di proprietà dei Pagliacci, fu riedificato  per la famiglia Pagliacci intorno alla metà del XVIII secolo, sul progetto dell'architetto Filippo Prada .successivamente il palazzo fu venduto a Giuseppe Moscatelli, e dal 1874 passò alla Cassa di Risparmio di Viterbo, che ne fece la propria sede.Il Palazzo Pagliacci ospita alcune opere d'arte oggi di proprietà dell'Istituto, tra le quali alcuni reperti di Affreschi della Chiesa di S. Stefano in Bagnaia e opere di autori tra cui Matteo Giovannetti, Domenico Corvi, Giovan Francesco Romanelli e Marco Benefial.

Famiglia Pagliacci

famiglia pagliacci sacchi viterbo proprietaria in passato del palazzo ex cassa risparmio viterbo via mazzini oggi intesa san paolo

Famiglia Pagliacci Sacchi

Famiglia Pagliacci  Viterbo, secoli  XVIII-XIX era originaria di Arlena di Castro e di Canino, si stabilì a Viterbo all’inizio del Settecento, venne inserita nella nobiltà di Viterbo nel  1702. Dei primi discendenti della famiglia Pagliacci di cui si ha conoscenza intorno al Seicento, si sa erano originari  di Arlena di Castro e furono militari, e verso la fine del ‘600 avevano qui una dimora importante e il Capitano Silverio Pagliacci venne nel 1698 ascritto al ceto nobile. Nel 1702, per cessione del marchese Andrea Maidalchini, indebitato con i Pagliacci, Silverio acquisì beni in Viterbo , come :poderi, vigne e case, e tra questi un palazzo a piazza Santa Caterina, che in  tempi recenti fu la la sede della Cassa di Risparmio. Suo figlio Giacomo ottenne l’appalto di una miniera di vetriolo, solfato di rame, sulla strada per Bagnoregio, per la cui commercializzazione aveva piena esclusiva in tutto lo Stato della Chiesa; alla sua morte, ne 1716,  questo diritto passò al fratello Antonio, suo erede. Antonio che fu il maggiore artefice delle fortune della famiglia, liquidato nel 1719 l’appalto della miniera, ebbe un importante incarico, almeno fino al 1750,  nelle dogane della provincia del Patrimonio, ne fu anche tesoriere generale e in seguito fu anche direttore delle Poste. Ottenuto un notevole benessere finanziario, fece decorare gli interni del palazzo di Canino e del Palazzo della ex Cassa di Risparmio dal pittore Domenico Corvi. Nel 1730 contribuì con 300 scudi all’edificazione del monastero domenicano del Rosario a Valentano, fondato da suor Cecilia Agnese Starnini; nel 1759 fu deputato per la festa viterbese di santa Rosa; nel 1762 ottenne da papa Clemente XIII il titolo di conte sulla tenuta di Villanova, che si trovava sulla via Cassia in direzione di Montefiascone, una tenuta un tempo appartenuta ai Maidalchini. Nel 1782 i fratelli Silverio (1747-1810) e Giacomo (1759-1831), figli di Antonio, strinsero società con Giuseppe Franceschini e Francesco Polidori per l’appalto dei forni di pane di Viterbo. Come il padre, Silverio fu direttore delle Poste , mentre Giacomo fu direttore dell’Ospedale Grande ed ebbe cariche civiche. Alla fine del Settecento il conte Antonio junior, 1794-1864,figlio di Giacomo e di Maria Felice Sacchi, assunse il cognome Pagliacci Sacchi. Fu guardia nobile di Napoleone. Suo figlio Giovanni ebbe un ruolo importante nell’età del Risorgimento, ai cui ideali contribuì con il suo operato e con i beni di famiglia . I Paglliacci si sono estinti nella prima metà del Novecento. Il loro palazzo cittadino fu venduto a Giuseppe Moscatelli, e dal 1874 passò alla Cassa di Risparmio di Viterbo, che ne fece la propria sede. Le sepolture di famiglia sono in Santa Maria della Verità. Arme: d’azzurro al destrocherio di carnagione, vestito di rosso, movente dal lato sinistro e impugnante tre spighe d’oro. Nell’Ottocento l’arme era partita con quella dei Sacchi (v.).BIBL. – Spreti, V, p. 35; Signorelli 1968, pp. 146, 158; Carosi 1997a, p. 170; Angeli 2003, pp. 143, 232, 373-375, 458, 474, 509, 572, 841, 901.[Scheda di Saverio Franchi – Ibimus. Pagliacci Sacchi Giovanni, esponente della famiglia Pagliacci, Patriota nacque a Viterbo nel 1823 e morì a San Martino al Cimino il 24 aprile1884, fu esponente del Circolo popolare di Viterbo,del quale fu consigliere e tribuno,nel 1848 combatté con i volontari romani in Veneto con il grado di tenente e partecipò nel 1849 alla difesa della Repubblica Romana. Esule a Parigi, rientrò in Italia nel 1859 entrando nell’esercito sardo con il grado di capitano nel 39° reggimento fanteria. Nel 1860 fu aiutante maggiore del colonnello Masi, partecipando con i Cacciatori del Tevere alla liberazione di Orvieto, all’avanzata verso Viterbo e al successivo ripiegamento su Orvieto. Lì per sette anni fu l’anima del comitato degli esuli viterbesi impegnati nella preparazione dell’insurrezione nello Stato Romano e, particolarmente, nella Tuscia.  Fu Caposquadra della colonna di volontari che il 30 settembre 1867 occupò Acquapendente e resistette a San Lorenzo allo scontro con le truppe pontificie, assunse il comando nel tentativo di occupazione di Bagnoregio, tentando inutilmente la resistenza all’interno del convento di San Francesco. Costretto alla resa, il 5 ottobre fu fatto prigioniero e condotto a Roma nelle carceri del San Michele; in base agli atti della capitolazione dei garibaldini arrestati con lui a Bagnoregio, avrebbe dovuto essere rimesso in libertà, ma per la sua attività di cospiratore, la sua posizione fu inserita nella “Causa Viterbese di Lesa Maestà” affidata al giudice Giuseppe Maggi. Il capo d’imputazione nei suoi confronti,come pure dei fratelli Mazzariggi,era : Cospirazione e corrispondenza epistolare antipolitica all’effetto di turbare l’ordine pubblico. In suo favore, forse presso il cardinal Antonelli, l’11 gen. 1868 intercesse la principessa Letizia Bonaparte che si rivolgeva all’eccellenza reverendissima chiedendo che il conte, ammalato e rinchiuso al San Michele, fosse liberato al più presto. Alla fine di maggio, il processo della causa denominata “Viterbese di Lesa Maestà” si concluse con la condanna alla pena dell’ergastolo, dopo soli quattro giorni commutata su sollecitazione dell’ambasciatore francese in detenzione per venti anni. All’indomani della presa di Roma, il conte era ancora l’unico dei coimputati ad essere ancora detenuto nel carcere di San Michele. Riacquistata la libertà rientrò a Viterbo, dove diede alle stampe” Canti del prigioniero”. Strenna per l’anno 1871 (Viterbo,Tosoni, 1871).Quando a Bagnoregio, il 6 ottobre 1878 venne posta la prima pietra del monumento ai caduti garibaldini, scrisse le parole di un inno che intitolò “Carabina” e che fu inviato a Garibaldi. Anche se ammalato, non cessò di partecipare alla vita pubblica della sua città, impegnandosi in particolar modo nella tutela e valorizzazione del patrimonio storico e culturale viterbese. Su sua proposta, nel 1874 il Consiglio comunale deliberò l’istituzione di una commissione per l’ordinamento dell’Archivio storico viterbese composta di tre membri originari della città, alla quale sarebbe spettato l’onere di svolgere un ricognizione dei documenti di maggiore rilevanza storica e d’interesse cittadino esistenti presso l’Archivio comunale e presso le corporazioni soppresse. La questione, discussa e contestata in seno allo stesso Consiglio comunale, diede luogo nel 1875 alla costituzione della Commissione, della quale Giovanni Pagliacci Sacchi faceva parte con il professor Raffaele Belli e il canonico Luca Ceccotti. Quest’ultimo lavorò alacremente per tre anni all’ordinamento dell’Archivio, ma non riuscì a terminare quel Compendio di storia patria del quale era stato incaricato. Dopo il tardivo matrimonio con Annalia Giacci celebrato nel dicembre 1875, dalla quale ebbe un figlio, Antonio, Giovanni Pagliacci Sacchi si dedicò negli ultimi anni della sua vita ad una prima sistemazione del materiale librario proveniente dalle corporazioni religiose soppresse, per un totale di circa 30.000 volumi,  pervenuto alla Biblioteca comunale. Rivestì inoltre la carica d’ispettore scolastico di Viterbo e Civitavecchia. Morì a San Martino al Cimino in casa di una sua defunta sorella ed ebbe funerali pubblici a Viterbo prima della sepoltura nel cimitero di San Lazzaro.
BIBL. – Gaetano Badii in DR, IV, p. 759 (in cui è riportato come luogo di nascita Acquapendente); Fonterossi 1962, pp. 24, 28; Carosi 1967, pp. 25, 45 (con rif. alle fonti d’archivio); Signorelli, III/2, pp. 377 n. 11, 409, 418 n. 48, 465-466, 517 n. 47; Di Porto 1970, p. 245; Quattranni 1995a, pp. 18, 19-20; Angeli 2003, pp. 374 (per la famiglia pp. 373-376, 788-789 con rif. alle fonti d’archivio e bibl.). Fonti: Cedido, Archivio della parrocchia di S. Martino al Cimino, Liber mortuorum 1873-1906. [Scheda di M. Giuseppina Cerri – Isri; integrazione di Luciano Osbat-Cersal]

Cassa di Risparmio Provincia Viterbo

cassa di risparmio provincia di viterbo via mazzini info foto anna zelli

Cassa di Risparmio Provincia Viterbo

Storia della Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo, via Mazzini,  nel 1927, La Cassa di Risparmio di Viterbo assorbì le Casse di Acquapendente, Bagnoregio e Carbognano, mentre con regio decreto 25 febbraio 1937 n. 318 incorporò le Casse di Risparmio Riunite di Ronciglione, Sutri, Capranica e Caprarola, modificando la propria ragione sociale in "Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo”. Alla fine della seconda guerra mondiale, l'Istituto concesse numerosi crediti ai cittadini viterbesi , per la ricostruzione delle proprie case, e partecipò con un fondo di 100.000 lire alla ricostituzione della Società per la Conservazione dei Monumenti, che trovò ospitalità presso la sede dell'Istituto, e si occupò anche dei lavori di restauro di importanti edifici storici danneggiati dai bombardamenti. Dal 1999 l'istituto, entrò a far parte delle "Casse del Centro", società di Banca Intesa. Il 23 novembre 2015 è stata fusa per incorporazione nella capogruppo Intesa Sanpaolo S.p.A. Nell'ultimo periodo di attività, era controllata dal gruppo Intesa Sanpaolo attraverso la Banca CR Firenze.(tratto da Wikipedia)

Banca Intesa San Paolo

banca intesa sanpaolo viterbo di fronte piazza dante info foto anna zelli

Banca Intesa Sanpaolo

Banca Intesa Sanpaolo S.p.A. di Viterbo, Via Mazzini, 135. Ecco i principali servizi e prodotti disponibili in filiale: Consulenza personalizzata, Conti correnti, Libretti di risparmio, Conto corrente per minorenni, Mutui, Surroga mutuo, Mutuo casa, Mutuo liquidità, Assicurazioni, Assicurazione auto, Assicurazione casa, Bancomat, Carte di debito, Carte di credito, Carte prepagate, Prestiti, Finanziamenti tasso zero, prestiti personali, Piani di Previdenza, Fondi pensione, Investimenti, Fondi comuni di investimento, Gestione patrimoniale, Investimenti assicurativi, Certificates, Piani di risparmio, Piani di accumulo

Palazzo Nini

palazzo nini via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli

Palazzo Nini, via Mazzini, Viterbo

Palazzo Nini, via Mazzini, Viterbo centro storico, davanti alla fontana di piazza della Crocetta,  c'è un palazzo che avrebbe bisogno di un immediato restauro, molto bello, un tempo della famiglia Nini, i quali avevano palazzi anche a via Annio. Questo palazzo fu costruito nel XVI secolo da Giovan Battista, un discendente del quale Paolo, sposò la giovanissima Olimpia Maidalchini, destinata ad essere insignita del titolo di Principessa di San Martino, dal secondo marito Giovan Battista Pamphili, quando il fratello venne eletto Papa con il nome di Innocenzo X. Un tempo all'ultimo piano di questo palazzo c'era una loggia, oggi sopravvivono le colonnine al secondo piano.vedi anche via Annio

Collegio San Giovanni
Largo S. Rosa Venerini

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Ex Collegio San Giovanni
Largo S. Rosa Venerini - Via Mazzini

Collegio San Giovanni, Largo Santa Rosa Venerini, via Mazzini, Viterbo centro storico,qui ci fu la prima scuola femminile gratuita  voluta dalla viterbese Santa Rosa Venerini, nata nel 1656 e morta nel 1728. La Santa era sposata si occupava sia dei figli che di aiutare il marito nel lavoro dei campi. Abitava in un palazzo nobile sito in via Mazzini, quello dove c’era fino al 2022  il Collegio San Giovanni,  purtroppo oggichiuso, la Santa lavorava anche come educanda nel monastero di Santa Caterina a piazza Dante. Era una donna intelligente, colta e di buona famiglia.Fin da adolescente decise di seguire gli insegnamenti cristiani, ma senza rinchiudersi in convento. Ancora adolescente vedendo che molte bambine a causa della povertà crescevano senza avere una istruzione adeguata, decise di aiutarle, invitò quindi, un piccolo numero di bambine e ragazze a casa sua, occupando una stanza della casa, per delle “lezioni di ascolto”, dei passi del Vangelo e della Bibbia .Le ragazze che dovevano lavorare come sarte o ricamatrici, apprezzarono l’ascolto e la conoscenza delle Sacre Scritture, e fu allora che Rosa decise di dare loro lezioni di alfabetizzazione. Aiutata da alcune sue amiche aprì la prima scuola popolare gratuita femminile, era il 30 agosto 1685. Il suo motto era “ Educare e Liberare”.In quel tempo infatti non c’era l’abitudine di vedere un gruppo di donne vivere insieme senza Monastero, senza voti e senza grate, con il compito di insegnare a leggere e a scrivere; ma la popolazione capì e presto tutte quelle che potevano corsero in quella scuola, la cui sede fu ampliata grazie all’aiuto economico di una nobile viterbese Artemisia Bugiotti. Il suo insegnamento era apprezzato e famoso, tanto che Rosa venne invitata dal Cardinale Marcantonio Barbarigo, Vescovo di Montefiascone, che lodò il progetto e fece aprire ben 10 scuole nella sua diocesi. A Montefiascone Rosa conobbe Lucia Filippini che amava anche lei l’Apostolato e divenne sua stretta collaboratrice nelle scuole di Montefiascone. Rosa fondò altre scuole, che ancora esistono, in tutta la Tuscia, in Umbria, in tutta Italia e soprattutto a Roma. Le scuole si diffusero anche in tutti i continenti tranne l’Oceania. Con questo progetto Santa Rosa Venerini aiutò a diffondere nelle persone i valori culturali, civili e religiosi. Ora il Collegio San Giovanni è stato chiuso a settembre del 2022, davvero una grave perdita. Vedi piazza Dante.

Ex Chiesa Monastero S. Caterina

ex convento santa caterina a piazza dante viterbo centro storico

Ex Convento e Chiesa Santa Caterina

Ex Chiesa e Convento di Santa Caterina, piazza Dante, Viterbo, qui vi soggiornò Vittoria Colonna, per 3 anni dal 1541 al 1544. Vittoria  Colonna venne a Viterbo, la prima volta, nel 1525 dove le giunse la notizia della morte del marito, infermo a Milano. Si chiamava don Ferrante Francesco d’Avalos, marchese di Pescara ed era il più valoroso dei capitani di Carlo V. La gentildonna rimase talmente sconvolta dal dolore che si ritirò nel Monastero di santa Caterina. Vi fece più tardi ritorno e dal 1° Ottobre del 1541 vi dimorò, seppur con brevi spostamenti, fino al Giugno del 1544. In questo periodo frequentò il cardinale Reginald Pole, che ricoprì, dal 12 Agosto 1541, la carica di legato del Patrimonio di san Pietro a Viterbo, essendo stato nominato da papa Paolo III. Il Pole si recava volentieri di persona, nel Monastero di santa Caterina, per far visita a Vittoria, la quale ritornò a Viterbo, per un breve periodo, nel 1545. Vittoria Colonna ebbe anche in questo periodo viterbese, una intensa corrispondenza epistolare con Michelangelo Buonarroti. Il complesso del convento di Santa Caterina, fu fondato nel 1520  dai domenicani per accogliere più in là nel tempo,  una comunità di monache benedettine, fu realizzato grazie al sostegno economico di due nobili viterbesi Nicola Bonelli e Giambattista Cordelli. Con l’Unità d’Italia nel 1870 la chiesa e il monastero vennero soppressi, il complesso fu adibito prima a Biblioteca, poi a palestra,  e poi in Liceo nel 1912.Dell'antica struttura è rimasta all'interno la ex Chiesa.
BIBL. Wikipedia e  Dal libro Mauro Galeotti: "L'illustrissima Città di Viterbo", Viterbo, 2002 e Bruno Blasi, Tusciaup.com

Suor Maria Teresa Crescini

suor maria teresa crescini istituto san giovanni via mazzini viterbo

Suor Maria Crescini

Lettera  di Suor Maria Teresa Crescini Maestra Pia Venerini pubblicata on line su Etrurianews 12-11-2022
Carissime ex alunne/i della Scuola S. Giovanni di Viterbo, dalle pagine di Etrurianews, in questi giorni, è scaturita una cascata di nostalgia e le vostre segnalazioni ci hanno dato un sussulto di gioia che era nascosta nei vostri ricordi e si è riaffacciata alla chiusura di un portone, quello della Scuola di S. Giovanni.Siete state stupende nelle vostre memorie e avete sollevato una coltre di generosa testimonianza che oltrepassa i confini di Viterbo. I vostri messaggi sono arrivati al cuore di tutte le Maestre Pie Venerini e hanno aperto quel portone serrato oltre il quale tutte voi siete passate e ripassate da bambine, da adolescenti, da giovani, da adulte. Avete richiamato alla luce le Maestre passate nella Scuola di S. Giovanni con una stima e una simpatia che gli anni non possono cancellare. Grazie ! ! Grazie !! Suor Filomena, suor Giuseppina, suor Annunziatina, suor Albina, suor Andreina, …. i Professori e le Maestre laiche…. hanno sorriso alle vostre espressioni appassionate e nostalgiche per una Scuola che non è più, ma che nessuno può cancellare dalla vostra vita. Quella che ha provato il maggiore sussulto è stata la Fondatrice, Rosa Venerini che nel lontano 1685 aprì quel portone e accolse le figlie del popolo. Il fatto suscitò scalpore nella “Viterbo bene”, e lei, antesignana della Scuola Pubblica in Italia e nel mondo, da donna intelligente, accolse tutte le dicerie e continuò la strada senza mai indietreggiare. A Viterbo le scuole divennero due, tre quattro fino a cinque: S. Maria in Poggio 1685, S. Giovanni, 1687, S. Sisto 1705. S. Carluccio 1705, S. Faustino 1721, La scuola viterbese arrivò a Roma, si sparse nella Tuscia intera, oltrepassò il Lazio e divenne il fiore all’occhiello dello Stato Pontificio. Carissime, Il tempo logora, ma prima di cancellare Viterbo ( che certamente è solo sopita, non morta) la Scuola della ragazza Viterbese, Rosa Venerini, ha raggiunto gli U.S. A , l’America Latina, l’Africa, L’India , l’Albania, la Romania…..Sentitevi alunne e sostenitrici di tutte le Scuole Venerini del mondo perché Viterbo è solo un’espressione del Cerchio Massimo che Rosa Venerini sognava di realizzare e di cui Voi, insieme a Noi, siete pietre vive. Un grazie e un abbraccio infinito, con simpatia. Suor Mariateresa Crescini Maestra Pia Venerini.

Beata Rosa Venerini

santa rosa venerini viterbo vita opere storia

Beata Rosa Venerini

Beata e Santa Rosa Venerini, nacque a Viterbo il 9 Febbraio del 1656 e morì a Roma il 7 Maggio del 1728, a lei si deve la fondazione della Congregazione delle Maestre Pie Venerini, fu beatificata nel 1952 da Papa Pio XII, e fu proclamata Santa da Papa Benedetto XVI il 15 Ottobre del 2006. Era la figlia di Da Goffredo medico di origine marchigiana che si adoperò in aiuto ai viterbesi durante la peste del 1657. La madre era Marzia Zampichetti, che apparteneva ad una delle più importanti famiglie dell’alto Lazio, che sposò essendo rimasta vedova, il Da Goffredo in seconde nozze. Rosa aveva altri 3 fratelli, Domenico che morì giovane e Maria Maddalena ed Orazio. La madre Marzia educò i figli secondo i dettami religiosi avendo la zia materna Anna Cecilia, superiora del convento di Santa Caterina a Viterbo. Rosa insieme a Porzia Baci e a Girolama Coluzzelli, istituirono una Scuola Pia, per l’educazione religiosa delle giovani più povere, e con l’appoggio del Cardinale Marcantonio Barbarigo, fondò la sua Congregazione. Questa sua opera educatrice, ben presto si estese a Roma ed in altre città del Lazio. A quell’epoca era considerato inconcepibile che delle donne sole insegnassero il catechismo che a quell’epoca era compito esclusivo dei sacerdoti ad ogni modo, grazie alla benevolenza degli ecclesiastici e di Papa Clemente XI, la sua missione si estese a Corneto, a Bagnoregio, a Montefiascone ed in altre località, dove le Maestre vennero bene accettate ed amate. Rosa Venerini, rimase a Roma a dirigere le scuole insieme alla Madre Generale Lucia Filippini. Rosa morì per un tumore al seno il 7 maggio del 1728 a Roma, e venne tumulata nella Chiesa del Gesù. Sulla lapide in latino, la scritta : qui giace Rosa Venerini maestra delle fanciulle. Nel 1752 ci fu a Roma una alluvione, la tomba venne invasa dall’acqua, ed il corpo intatto venne ritrovato e posto all’interno di un’urna di vetro e argento nella Casa Generalizia in via Belli a Roma. A Santa Rosa, gli successe nel ruolo di madre Generale, Chiara Candelari, una maestra di origine anconetana che era stata da sempre al fianco della Santa.. Le Maestre Pie Venerini hanno le loro sedi non solo in Italia, ma anche in America, Africa, Romania, Argentina e Brasile. A lei sono attribuiti dei miracoli, tra questi la guarigione nel 2005 da un gonfiore toracico inspiegabile di un bambino africano, che viveva in Uganda, il quale miracolosamente guarì, dopo le numerose preghiere e suppliche alla Santa. Un’altro precedente miracolo avvenne nel 1952, dove una maestra guarì da un grave glaucoma infiammatorio, mentre un altro portò alla guarigione di una maestra affetta da tubercolosi,la quale nel delirio invocò la Santa e al mattino si alzò completamente sanata.

Istituto Maestre Pie Venerini

istituto maestre pie venerini piazza san carluccio viterbo centro fondato da Beata Venerini

Istituto Maestre Pie Venerini

Istituto delle maestre Pie Venerini, piazza San Carluccio, Viterbo, si trova sulla piazza San Carluccio. La scuola venne fondata nel 1705 con addossata una fontana del XIII secolo. Qui le ragazze ricevevano una buona istruzione ed in più imparavano a ricamare e a cucire. vedi per maggiori informazioni e fotografie piazza San Carluccio:

Edicola Beata Rosa Venerini

edicola facciata collegio san giovanni via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli

Edicola Beata Rosa Venerini
Largo Santa Rosa Venerini
Via Mazzini

Edicola Santa Rosa Venerini, Largo Santa Rosa Venerini, lugo la via Mazzini, raffigura la Santa mentre insegna ai bambini.

Luigi Fantappiè

luigi fantappiè matematico viterbese una lapide a lui dedicata è via mazzini

Luigi Fantappiè

Luigi Fantappié, a lui è dedicata una lapide in memoria a via Mazzini, ed una scuola a via Vetulonia, Viterbo, questo insigne scienziato, un matematico,nacque a Viterbo il 15 settembre 1901 e morì a Viterbo il 28 luglio 1956. Si laureò in matematica alla Normale Superiore di Pisa nel 1922, fu insegnante universitario fino al 1934, anno in cui si trasferì in Brasile .a San Paolo, qui fondò l'Istituto di Matematica nella locale università. Andò in Brasile non solo come membro della Missione Italiana del Dipartimento di Matematica ma anche come colui che doveva tramite accordi precedentemente presi tra Italia e Brasile, prima della sua partenza, di diffondere la cultura e l’educazione italiana fascista. Nel 1940 tornò in Italia e fu docente all'Istituto Nazionale di Alta Matematica, a Roma. Dal 1954 fu socio nazionale dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Nel 1955 fu insignito della medaglia d'oro dei Benemeriti della cultura. La sua tomba si trova a Bagnaia, frazione di Viterbo. A lui sono intitolate una via di Bagnaia e una scuola secondaria di I grado a Viterbo. Fra i suoi allievi, Giuseppe Arcidiacono, che ne ha continuato l'opera. In ambito prettamente matematico, Fantappié è ricordato soprattutto come il fondatore della teoria dei funzionali analitici,a cui si dedicò fin dagli studi universitari a Pisa. Successivamente si rivolse alle applicazioni in fisica e biologia. Nel 1942 elaborò una “teoria unitaria del mondo fisico e biologico”, dove tra l'altro introdusse il concetto di sintropia, formalmente equivalente a quello di informazione elaborato per la prima volta da Ralph Hartley nel 1928 e a quello di negentropia (o entropia negativa) proposto da Erwin Schrödinger nel 1943.La teoria unitaria proposta da Fantappié è basata sull'idea che le soluzioni progressive e regressive dell'equazione delle onde rappresentino processi entropici e "sintropici": precisamente, le soluzioni che procedono in avanti nel tempo darebbero origine ai comuni fenomeni fisici in cui l'entropia aumenta, mentre le soluzioni che procedono indietro nel tempo darebbero origine all'organizzazione in opposizione all'aumento del disordine. Il concetto di negentropia, analogalmente a quello di sintropia, è stato affrontato da alcuni scienziati russi sulle basi degli esperimenti condotti da Nikolaj Kozyrev nonché sulla sua teoria dei flussi di densità di tempo. In seguito, i suoi studi e le sue ricerche riguardarono propriamente la teoria della relatività di Albert Einstein e su alcune sue possibili ulteriori formulazioni e perfezionamenti matematici. Nel 1952 elaborò una teoria degli universi fisici basata sulla teoria dei gruppi. In questo ambito, nel 1954, con il suo scritto Su una nuova teoria di "relatività finale", Fantappié propose una possibile estensione, su scala cosmica, della relatività ristretta. Tratto da wikipedia.

Scuola Luigi Fantappiè
via Vetulonia Viterbo centro

scuola luigi Fantappiè via Vetulonia iviterbo info e foto anna zelli

Scuola Luigi Fantappiè
via Vetulonia Viterbo

Porta della Verità

porta della verità viterbo centro storico informazioni turistiche e foto anna zelli

Porta della Verità o dell'Abate

Porta della Verità o dell’Abate o San Matteo, Viterbo, chiamata anche porta dell’Abbate, La porta prende il nome dalla vicina chiesa di Santa Maria della Verità. Anticamente era chiamata porta dell'Abate per la vicinanza dell'abbazia della suddetta chiesa ed anche di porta San Matteo per la piccola chiesa dedicata a questo santo che sorgeva non molto lontano. Sulla porta campeggia un grande stemma di papa Benedetto XIII affiancato da altri due stemmi più piccoli del governatore Oddi e del vescovo Sermattei oltre allo stemma del Comune di Viterbo. In basso due stemmi del comune. Una grande epigrafe, sulla facciata, ricorda la storia della porta. L’aspetto attuale lo si deve ad una ricostruzione del 1728, sopra vi sono i merli ghibellini, che si affiancano a quelli guelfi delle mura. All’interno una lapide di marmo ricorda la sanguinosa battaglia dei garibaldini del 1867, da questa porta fino a porta Romana si vedono l’alternarsi delle torri e i vari periodi costruttivi delle mura.

Altre informazioni su via Mazzini Viterbo centro storico

Edicole Sacre a via Mazzini Viterbo

edicole sacre e madonnelle a viterbo

Edicole Sacre Madonnelle - Via Mazzini

Edicole sacre a via Mazzini, Viterbo, una si trova all'angolo tra via Mazzini e via dei Tignosi, una edicola è dedicata alla Beata Rosa Venerini posta alla scuola di San Giovanni chiusa nel 2022 a largo S. Rosa Venerini, di fronte a via Mazzini, una edicola è alla facciata della chiesa di San Giovanni in Zoccoli, un'altra edicola è su via Mazzini.

Stemmi lapidi iscrizioni scritte a via Mazzini Viterbo

stemmi di viterbo centro storico

Stemmi Viterbo centro - Via Mazzini

Stemmi a via Mazzini, Viterbo, lungo la via alcuni stemmi e scritte sulle finestre.

Come arrivare a via Mazzini Viterbo centro storico

piazza dante viterbo centro info e foto anna zelli

piazza della crovetta viterbo centro storico info e foto anna zelli

largo santa rosa venerini viterbo centro storico

piazza Dante piazza della Crocetta

Largo S.Rosa Venerini

via del giglio viterbo centro traversa via mazzini info e foto

via della volta buia viterbo centro info e foto anna zelli

via di mezzo viterbo centro storico info e foto anna zelli

via del Giglio

via della Volta Buia

via di Mezzo

via nicolò della tuccia viterbo centro storico info e foto anna zelli

via sant'egidio viterbo centro info e foto anna zelli

via bussi viterbo centro info e foto anna zelli

via Nicolò della Tuccia via Sant'Egidio via Bussi

via cacciamele viterbo centro storico info e foto anna zelli

via casa di santa rosa viterbo centro storico informazioni e foto anna zelli

via santa caterina viterbo traversa via mazzini centro info e foto anna zelli

via Cacciamele via Casa di Santa Rosa via Santa Caterina

viterbo via dei tignosi viterbo centro info e foto anna zelli

via fontanella del suffragio viterbo centro info e foto anna zelli

via delle maestre viterbo traversa via mazzini centro info e foto anna zelli

via dei Tignosi via Fontanella del Suffragio via delle Maestre

via san rocco viterbo centro info e foto anna zelli

via del suffragio viterbo centro info e foto anna zelli

vie di viterbo centro storico

via San Rocco

via del Suffragio

Vie di Viterbo centro

via della marrocca viterbo centro storico info e foto anna zelli via palazzaccio viterbo centro storico info foto anna zelli largo vittoria colonna viterbo centro storico
via della Marrocca via Palazzaccio Largo Vittoria Colonna

Mappa zona Piazza della Crocetta - Mappa Salita di Santa Rosa - Mappe di Viterbo

Fotografie Via Mazzini Viterbo centro storico informazioni e fotografie

via mazzini viterbo centro storico informazioni e foto anna zelli

 Via Mazzini Viterbo centro storico, info e foto Anna Zelli - Vie di Viterbo centro

via mazzini viterbo info e foto anna zelli

 Via Mazzini Viterbo centro storico, info e foto Anna Zelli - Vie di Viterbo centro

via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli

 Via Mazzini Viterbo centro storico, info e foto Anna Zelli - Vie di Viterbo centro

via mazzini viterbo info e foto anna zelli

 Via Mazzini Viterbo centro storico, info e foto Anna Zelli - Vie di Viterbo centro

Chiesa San Giovanni in Zoccoli via Mazzini Viterbo

chiesa san giovanni in zoccoli via mazzini viterbo info e foto

Chiesa San Giovanni in Zoccoli, via Mazzini, Viterbo -Chiese di Viterbo centro

Gradini di accesso alla Chiesa di San Giovanni in Zoccoli via Mazzini info e foto

gradini di accesso alla chiesa di san giovanni in zoccoli via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli

Gradini di accesso Chiesa S. Giovanni in Zoccoli, via Mazzini - Scalinate Viterbo centro

Edicola Chiesa San Giovanni in  Zoccoli via Mazzini Viterbo centro storico

edicola chiesa san giovanni in zoccoli via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli

Edicola Chiesa San Giovanni in Zoccoli via Mazzini Viterbo - Edicole sacre a Viterbo

Rosone Chiesa San Giovanni in  Zoccoli via Mazzini Viterbo centro storico

rosone alla chiesa di san giovanni in zoccoli via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli

Rosone alla Chiesa S. Giovanni in Zoccoli, via Mazzini, info e foto Anna Zelli Chiese di Viterbo centro

Abside Chiesa San Giovanni in Zoccoli via Mazzini Viterbo centro storico info e foto

abside chiesa san giovanni in zoccoli via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli

Abside Chiesa S. Giovanni in Zoccoli, via Mazzini, info e foto Anna Zelli Chiese di Viterbo centro

abside via san giovanni in zoccoli via mazzini veduta da piazza dante viterbo info e foto anna zelli

Abside Chiesa S. Giov. in Zoccoli  veduta da piazza Dante Viterbo Chiese di Viterbo centro

Campanile a vela chiesa san Giovanni in Zoccoli da piazza Dante -

campanile a vela e abside chiesa san giovanni in zoccoli veduta da piazza dante viterbo centro storico

Campanile a vela chiesa san Giovanni in Zoccoli da piazza Dante - Campanili di Viterbo centro

Collegio San Giovanni via Mazzini Viterbo centro storico

collegio san giovanni via mazzni centro storico info e foto anna zeli

Collegio San Giovanni Via Mazzini Viterbo centro, info e foto Anna Zelli - Palazzi di Viterbo centro

Edicola raffigurante Beata Rosa Venerini
alla facciata Collegio San Giovanni via Mazzini Viterbo

edicola facciata collegio san giovanni via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli

Beata Rosa Venerini, Via Mazzini Largo Santa Rosa Venerini - Edicole sacre a Viterbo

Lapide Maestre Pie Venerini largo Santa Rosa Venerini Viterbo

lapide maestre pie venerini largo santa rosa venerini viterbo info e foto anna zelli

Lapide Maestre Pie Venerini Largo Santa Rosa Venerini - Lapidi Viterbo centro

Lapide alla Santa Rosa Venerini a Corso Italia Viterbo

lapide a santa rosa venerini corso italia viterbo info e foto anna zelli

Lapide Beata Rosa Venerini a Corso Italia lapide Santa Rosa Venerini, Lapidi Viterbo centro

Beata Rosa Venerini

santa rosa venerini viterbo vita opere storia

Beata Rosa Venerini - Santi vita opere storia

Palazzo Pagliacci Sacchi via Mazzini Viterbo centro storico informazioni e foto

palazzo pagliacci sacchi ex sede cassa di risparmio via mazzini viterbo centro info foto anna zelli

Palazzo Pagliacci Sacchi, ex Cassa di Risparmio  Via Mazzini Viterbo - Palazzi di Viterbo centro

Banca Intesa San Paolo via Mazzini Viterbo

banca intesa sanpaolo via mazzini viterbo info e foto anna zelli

Banca Intesa Sanpaolo via Mazzini Viterbo - Palazzi di Viterbo centro

Palazzo Nini di fronte a piazza della Crocetta via Mazzini Viterbo

palazzo nini via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli

Palazzo Nini, via Mazzini, Viterbo - Palazzi di Viterbo - Palazzi di Viterbo centro

Edicola sacra tra via Mazzini e via dei Tignosi Viterbo centro storico

edicola sacra a via dei tignosi angolo via mazzini viterbo info e foto anna zelli

Edicola via Mazzini - Viterbo centro, foto Anna Zelli Edicole sacre a Viterbo

nuova edicola sacra ottobre 2023 tra via mazzini e via dei tignosi viterbo info foto anna zelli

Edicola via Mazzini - Viterbo centro, foto Anna Zelli Edicole sacre a Viterbo

Edicola sacra via Mazzini  Viterbo centro storico

edicola sacra via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli

Edicola via Mazzini - Edicole Sacre Madonnelle a Viterbo centro

Stemmi Lapidi scritte iscrizioni a via Mazzini Viterbo

Stemma al palazzo Pagliacci Sacchi via Mazzini Viterbo

stemma al palazzo pagliacci sacchi via mazzini viterbo info e foto anna zelli

Stemma al palazzo Pagliacci Sacchi via Mazzini Viterbo - Stemmi a Viterbo

stemma via mazzini 6 viterbo info e foto anna zelli

Stemma palazzo via Mazzini 6 Viterbo -Stemmi a Viterbo

stemma via mazzini 61 viterbo info e foto anna zelli

Stemma palazzo via Mazzini 61 Viterbo - Stemmi a Viterbo

Simbolo San Bernardino via Mazzini Viterbo

simbolo san bernardino facciata palazzo via mazzini 105 viterbo info e foto

Simbolo San Bernardino via Mazzini 105 Viterbo -

Scritte a via Mazzini Viterbo

scritta portone via mazzini 89 viterbo info e foto anna zelli

Scritta palazzo via Mazzini 89 Viterbo -

stemma via mazzini 29 viterbo info e foto anna zelli

Scritta palazzo via Mazzini 29 Viterbo

scritta finestra palazzo nini via mazzini viterbo info e foto anna zelli

Scritta palazzo Nini via Mazzini 29 Viterbo

scritta data 1874 palazzo cassa di risparlio di viterbo info e foto anna zelli

scritta data 1874 palazzo Cassa di Risparmio di Viterbo via Mazzini

Bassorilievo Mucca e Vitello via Mazzini Viterbo

bassorilievo mucca e vitello via mazzini viterbo info e foto anna zelli

Bassorilievo mucca e vitello via Mazzini Viterbo

Finestra decorata via Mazzini 1 Viterbo

finestra decorata via Mazzini 1 viterbo info foto anna zelli

Finestra decorata via Mazzini 1 Viterbo

Archi e case ponte a via Mazzini Viterbo centro storico fotografie e informazioni

archi a via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli

Archi a via Mazzini Viterbo centro storico, informazioni turistiche e foto, Anna Zelli

arco a via mazzini viterbo info e foto anna zelli

Arco a via Mazzini Viterbo centro storico, informazioni turistiche e foto, Anna Zelli

Casa ponte via Mazzini Viterbo

casa ponte via mazzini viterbo info e foto anna zelli

Casa Ponte a via Mazzini Viterbo

Profferlo a via Mazzini Viterbo

profferlo a via mazzini viterbo info e foto anna zelli

profferlo via Mazzini Viterbo

Balcone Palazzo Cassa di Risparmio di Viterbo

balcone palazzo cassa di risparmio di viterbo via mazzini info e foto anna zelli

Balcone via Mazzini Viterbo

Lapide a Luigi Fantappiè Matematico Viterbese

lapide in memoria a luigi fantappiè matematico viterbese via mazzini viterbo

Lapide a Luigi Fantappiè via Mazzini Viterbo

Luigi Fantappiè Matematico Viterbese

luigi fantappiè matematico viterbese una lapide a lui dedicata è via mazzini

Luigi Fantappiè vita opere storia a lui è dedicata la scuola a via Vetulonia Viterbo

Giuseppe Mazzini a lui è dedicata la via

giuseppe mazzini a lui è dedicata una via a viterbo centro info e foto anna zelli

Giuseppe Mazzini

Nasone a via Mazzini Viterbo centro storico

nasone a via Mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli

Nasone a via Mazzini Viterbo centro storico - Fontane lavatoi nasoni Viterbo

da vedere a Via Mazzini Viterbo centro storico informazioni e fotografie

palazzo nini via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli chiesa san giovanni in zoccoli via mazzini viterbo info e foto palazzo pagliacci sacchi ex sede cassa di risparmio via mazzini viterbo centro info foto anna zelli
Palazzo Nini
via Mazzini
Chiesa S. Giov. in Zoccoli
via Mazzini
Palazzo Pagliacci Sacchi
poi ex Cassa di Risparmio
collegio san giovanni via mazzni centro storico info e foto anna zeli

cassa di risparmio provincia di viterbo via mazzini info foto anna zelli

banca intesa sanpaolo viterbo di fronte piazza dante info foto anna zelli

Collegio S. Giovanni
Via Mazzini
Cassa di Risparmio Provincia Banca Intesa Sanpaolo
famiglia pagliacci sacchi viterbo proprietaria in passato del palazzo ex cassa risparmio viterbo via mazzini oggi intesa san paolo santa rosa venerini viterbo vita opere storia Collegio San Giovanni Largo Santa Rosa Venerini Viterbo centro storico
Famiglia Pagliacci Sacchi Beata Rosa Venerini
Piazza San Carluccio
Collegio San Giovanni
Largo Santa Rosa Venerini
ex convento santa caterina a piazza dante viterbo centro storico edicola facciata collegio san giovanni via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli gradini di accesso alla chiesa di san giovanni in zoccoli via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli
Ex Convento e Chiesa Santa Caterina - piazza Dante Edicole sacre lapidi Mazzini Gradini di accesso Chiesa San Giovanni in Zoccoli
campanile a vela e abside chiesa san giovanni in zoccoli veduta da piazza dante viterbo centro storico nasone a via Mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli suor maria teresa crescini istituto san giovanni via mazzini viterbo
Campanile a vela chiesa S. Giovanni in Zoccoli
piazza Dante
Nasone a via Mazzini Suor Maria Crescini
archi a via mazzini viterbo centro storico info e foto anna zelli stemmi di viterbo centro storico porta della verità viterbo centro storico informazioni turistiche e foto anna zelli

Archi a via Mazzini

Stemmi Viterbo centro

Porta della Verità

Dintorni via Mazzini Viterbo

via vetulonia viterbo centro storico info e foto anna zelli

via della verità viterbo centro storico info e foto anna zelli

via orologio vecchio viterbo centro storico info e foto anna zelli

via Vetulonia

via della Verità

via Orologio Vecchio

porta della verità viterbo centro storico informazioni turistiche e foto anna zelli

viterbo casa di santa rosa

chiesa di santa rosa viterbo centro storico info foto anna zelli

Porta della Verità Casa di Santa Rosa e Museo Santa Rosa

Chiesa di Santa Rosa

Via Mazzini Viterbo centro storico

via mazzini viterbo centro storico informazioni e foto anna zelli

Via Mazziini Giuseppe Viterbo info e foto Anna Zelli

Mappa Colle Crocetta - Mappa Salita S. Rosa - Mappa Corso Italia

mappa colle della crocetta viterbo centro storico info e foto anna zelli mappa colle salita di santa rosa viterbo centro storico info e foto anna zelli corso italia e dintorni viterbo centro storico info e foto anna zelli
Mappa Colle della Crocetta Mappa Colle salita Santa Rosa Mappa Corso Italia

Mappe di Viterbo centro storico

mappe vie piazze zone di viterbo centro storico informazioni e fotografie anna zelli

Mappe colli vie piazze zone Viterbo

Vie di Viterbo centro - Piazze Viterbo centro - Quartieri Viterbo centro storico

vie di viterbo centro storico vterbo piazze di viterbo quartieri viterbo centro storico informazioni e fotografie anna zelli

Vie di Viterbo
centro storico

Piazze di Viterbo
centro storico

Quartieri Viterbo
centro storico

Viterbo centro storico - Viterbo dintorni

VITERBO INFORMAZIONI TURISTICHE Viterbo dintorni luoghi da vedere
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Viterbo guida centro storico - Viterbo dintorni

 Viterbo informazioni turistiche e fotografie

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