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Ordine dei Camilliani, i chierici regolari Ministri degli Infermi sono un istituto religioso maschile di diritto pontificio. I membri di questo ordine, sono detti comunemente Camilliani, pospongono al loro nome la sigla M.I. Le origini dell'ordine risalgono alla compagnia dei servi degli infermi istituita nel 1582 da San Camillo de Lellis per l'assistenza agli ammalati nell'Ospedale di San Giacomo degli Incurabili a Roma; fu approvato come congregazione da papa Sisto V il 18 marzo 1586 ed elevato a ordine di voti solenni da papa Gregorio XIV con bolla del 21 settembre 1591. Tutti i religiosii dell’Ordine dei Camilliani emettono voti di assistenza agli infermi, ancorché appestati, anche con pericolo della vita. L'elemento distintivo del loro abito è una croce di panno rosso cucita sul lato destro della tonaca, all'altezza del petto. L'ordine venne fondato da Camillo de Lellis (1550-1614): originario dell'Abruzzo, il quale aveva intrapreso in gioventù la carriera militare seguendo le orme del padre, ma una piaga al piede lo costrinse a trascorrere un lungo periodo presso l'ospedale di San Giacomo degli Incurabili a Roma; giudicato guarito, tornò alla sua professione. Dopo essere stato congedato venne assunto come inserviente dai frati cappuccini di Manfredonia, presso i quali maturò la sua vocazione religiosa e iniziò il noviziato. La riapertura della sua antica ferita lo costrinse a far ritorno all'ospedale di San Giacomo: durante questo soggiorno a Roma, conobbe Filippo Neri, che pure lavorava al San Giacomo, e si pose sotto la sua guida spirituale. Dopo quattro anni riprese il noviziato presso i cappuccini di Tagliacozzo, ma la sua piaga lo costrinse a far ritorno a Roma dove maturò definitivamente la sua vocazione al servizio degli ammalati.Camillo venne nominato maestro di casa dell'ospedale San Giacomo, con l'incarico di amministrare l'ospedale e dirigerne il personale. Il 15 agosto 1582, osservando gli infermieri al lavoro, ebbe la prima intuizione di istituire una compagnia di uomini "pii e da bene" che lavorassero al servizio dei pazienti non per la retribuzione, ma "volontariamente e per amor d'Iddio ... con quella charità et amorevolezza che sogliono far le madri verso i lor proprii figliuoli infermi". A Camillo si unirono cinque dipendenti dell'ospedale, Ludovico Altobelli, Curzio Lodi, Bernardino Norcino, Francesco Profeta e Benigno Sauri, e insieme si riunivano in preghiera in una stanzetta adibita a oratorio.Camillo riprese, con notevole difficoltà (non aveva una solida base di studi classici), gli studi teologici al Collegio Romano e il 26 maggio 1584 venne ordinato sacerdote. A causa di incomprensioni con i guardiani dell'ospedale, Camillo e i compagni (detti in origine "servi degli infermi") lasciarono San Giacomo e si stabilirono nella chiesa della Madonna dei Miracoli al Lungotevere. L'8 settembre 1584 il fondatore rivestì dell'abito clericale Bernardino Norcino e Curzio Lodi e la compagnia iniziò a prestare servizio presso l'ospedale di Santo Spirito in Sassia. Nel febbraio 1585 i Servi degli Infermi lasciarono anche la chiesa della Madonna dei Miracoli e si trasferirono in via delle Botteghe Oscure, dove trovarono alloggio in alcuni locali dietro l'attuale chiesa di Santo Stanislao dei Polacchi. Per chiedere il riconoscimento ecclesiastico della sua comunità, Camillo si rivolse al cardinale Vincenzo Laureo: la compagnia dei "ministri degli infermi" venne approvata il 18 marzo 1586 con breve Ex omnibus di papa Sisto V. Il breve autorizzò i membri a vivere in comune, osservando i consigli evangelici di povertà, obbedienza e castità ma senza emettere voti, a eleggersi un superiore (da scegliere tra i sacerdoti) con mandato triennale e la facoltà di esercitare il loro ministero in qualsiasi ospedale di Roma e a domicilio. Con breve Cum Nos nuper del 26 giugno 1586 i ministri degli infermi vennero anche autorizzati a portare una croce di panno tané (castano rossiccio) cucita sul lato destro della veste, che divenne l'elemento distintivo del loro abito. Divenuta inadeguata la casa in via delle Botteghe Oscure, il 24 dicembre 1586 la compagnia si trasferì presso la chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio, ottenuta dalla confraternita del Gonfalone. La chiesa di Santa Maria Maddalena a Roma,fu sede della curia generale dell'ordine. I ministri degli infermi crebbero rapidamente di numero e la loro fama superò i confini degli Stati della Chiesa: nel 1588 il viceré di Napoli li chiamò ad assistere i soldati spagnoli malati di tifo petecchiale posti in quarantena a Pozzuoli e nel 1589 il cardinale Gabriele Paleotti li invitò a fondare una casa a Bologna. Avendo Camillo difficoltà a reclutare sacerdoti e a inviarli fuori Roma, Paleotti gli suggerì di far elevare la sua congregazione a ordine di voti solenni. Camillo, insieme a Francesco Profeta e a Biagio Oppertis, preparò delle regole e le sottopose all'esame della Congregazione dei riti che, non senza contrasti, diede il suo parere favorevole. La morte di papa Sisto V ritardò notevolmente le procedure; fu il nuovo papa Gregorio XIV a elevare la compagnia a ordine con la bolla Illius qui pro gregis, promulgata il 21 settembre 1591. Il 7 dicembre 1591 il fondatore, nonostante avesse espresso il desiderio di continuare a dedicarsi esclusivamente al servizio dei malati, venne eletto all'unanimità prefetto generale dell'ordine; il giorno successivo, nella chiesa della Maddalena, Camillo emise la sua solenne professione dei voti nelle mani di Paolo Albero, vescovo di Ragusa e delegato di papa Innocenzo IX, e poi accolse personalmente la professione di altri venticinque aspiranti. I ministri degli infermi aggiunsero un quarto voto solenne ai tre comuni a tutti gli ordini (povertà, obbedienza e castità), quello di assistenza agli infermi, ancorché appestati, anche con pericolo della vita. Con breve Cum sicut accepimus del 22 febbraio 1592 papa Clemente VIII nominò protettore dei ministri degli infermi il cardinale Vincenzo Laureo. I camilliani intervennero ad assistere la popolazione in occasioni delle grandi pestilenze che colpirono l'Italia nel XVII secolo: particolarmente significativa fu la loro opera presso il lazzaretto di Santa Lucia a Palermo durante l'epidemia del 1624; doveva appartenere all'ordine anche il "buon frate" citato da Alessandro Manzoni nel capitolo XXXI dei promessi sposi, quello che assistette il soldato che aveva introdotto la malattia a. Alla morte del fondatore (1614), l'ordine contava quindici case: Roma, Napoli, Milano, Genova, Bologna, Firenze, Ferrara, Messina, Palermo, Mantova, Viterbo, Bucchianico, Chieti, Borgonovo Val Tidone e Caltagirone; i religiosi professi erano 242, di cui 88 sacerdoti, e i novizi oltre 80. Questo ordine si diffuse in Europa e nel resto del mondo. (tratto da wikipedia)

Ordine dei Crociferi d’Italia, Viterbo, piazza della Crocetta, era un ordine ospitaliero attivo dal XII al XVII secolo. Il nome di crociferi deriva dall'uso di portare sempre in mano una croce di legno o di metallo. L'ordine fu approvato da papa Alessandro III nel XII secolo e le costituzioni dell'ordine furono confermate da papa Urbano III nel 1187 con la bolla Cum antecessor, diretta al priore dell'ospedale di Bologna, in cui appare che i Crociferi seguivano la regola di sant'Agostino, come canonici regolari e ospitalieri. Successivamente anche papa Innocenzo III confermò le costituzioni e concesse privilegi all'ordine. Furono presenti a Venezia e a Rimini e successivamente ebbero in Italia cinque province: Milano, Bologna, Venezia, Roma e Napoli. Nel 1231 secondo le volontà del dominus Ainardo Umberto sorse un ospedale per i pellegrini donato all'ordine dei Crociferi nei pressi di Torino, oltre la Dora. Nella primavera dello stesso anno giunsero nel capoluogo piemontese il maestro dell'ordine, Bartolomeo (residente a Bologna), frate Alberto, il priore di Santa Maria di Milano e frate Marchisio, precettore dell'ospedale di San Marco di Asti (nel Rione Santa Caterina). Nel 1460 papa Pio II prescrisse ai membri dell'ordine di indossare una veste di colore ceruleo e di portare in mano una croce d'argento, mentre per l'innanzi avevano vestito un abito cinerino. L'ordine fu confermato per l'ultima volta da papa Gregorio XIV nel 1591. Dopo che papa Innocenzo X aveva ridotto l'ordine a quattro monasteri, papa Alessandro VII con il breve Vineam Domini del 28 aprile 1656, ravvisando che l'ordine non aveva osservato le sue costituzioni, lo soppresse e stabilì che le proprietà fossero applicate alle opere pie, dedotto un compenso per quei religiosi che si volessero sottomettere all'autorità del vescovo come preti secolari. Di quest’ordine si ha ricordo nella Chiesa di Santa Maria del Poggio, e nel nome della fontana a piazza della Crocetta, chiamata appunto fontana della Crocetta. (tratto da wikipedia)

San Camillo de Lellis vita opere storia,  nacque a Bucchianico, il 25 maggio 1550, morì a  Roma, il 14 luglio 1614, fu il fondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi : Ordine dei Camilliani. Fu proclamato Santo nel 1746 da papa Benedetto XIV e con San Giovanni di Dio, è patrono dei malati, degli infermieri e degli ospedali, patrono anche della Sanità militare e della Regione Abruzzo. Camillo nacque da una famiglia appartenente alla piccola aristocrazia della cittadina abruzzese di Bucchianico: alla nascita, gli venne imposto il nome della madre, Camilla Campellio originaria di Loreto Aprutino, che lo aveva partorito a quasi 60 anni di età e che morì quando Camillo aveva 13 anni; il padre, Giovanni, era un ufficiale al servizio della Spagna. Camillo fu da giovane pigro e rissoso, il padre decise allora di avviarlo alla carriera militare. Ma, nel 1570, un'ulcera ad un piede lo costrinse ad abbandonare la compagnia. Per farsi curare fu costretto a recarsi a Roma, nell'Ospedale di San Giacomo degli Incurabili, dove giunse il 7 marzo 1571. Dopo la guarigione venne assunto come inserviente presso l'ospedale, ma l'esperienza fu breve, dato che venne allontanato per la sua scarsa propensione al lavoro. Tornò a dedicarsi alle armi, come soldato di ventura, mettendosi a servizio, prima di Venezia, poi della Spagna. Ma presto tornò a condurre una vita dissoluta. Iniziò a vagabondare per l'Italia, fino a quando non venne assunto dai Cappuccini del convento di Manfredonia. Questi lo mandarono per una commissione presso il vicino convento di San Giovanni Rotondo. Il 2 febbraio 1575, mentre era in viaggio per far ritorno a Manfredonia, nella "Valle dell'inferno" avvenne la sua conversione: decise di abbracciare la vita religiosa e di diventare un frate cappuccino a Trivento. Ma l'antica piaga al piede tornò a dargli problemi: fu così costretto a tornare a Roma per curarsi. rimase nell'ospedale di San Giacomo degli Incurabili dal 23 ottobre del 1575 al 20 giugno del 1579, e infine ancora un’altra volta come economo e Maestro di Casa, dall'ottobre 1579 al 1 settembre 1584. Durante questo periodo San Giacomo titolare dell’omonimo ospedale, che oggi dismesso si trovava a Roma nei pressi dell’Odierna via del Corso,  maturò la sua vocazione all'assistenza dei malati e con i primi cinque compagni decise di dare vita, nell'agosto del 1582 alla "Compagnia dei Ministri degli Infermi", i cui primi statuti vennero approvati da papa Sisto V il 18 marzo 1586. In quel Periodo San Camillo era presso l’Ospedale di San Giacomo, e diede  grande disciplina nel redigere la contabilità dell'ospedale, tanto che il suo impegno attrasse generose donazioni, in particolare tra i guardiani prelati del San Giacomo, tra cui si distinse la figura dell’eminente cardinal Salviati,  il quale ricostruì e ampliò la struttura dell’ospedale San Giacomo. In seguito, Camillo si trasferì  nel convento della Maddalena, sempre a Roma, vicino al Pantheon, per prestare servizio principalmente presso l'ospedale di Santo Spirito in Sassia, ospedale ancora attivo oggi sull’omonimo lungotevere di Roma, dove vi rimase fino alla morte avvenuta nel 1614. Fu tumulato nel convento della Maddalena. (tratto da wikipedia).

Chiesa Santa Maria del Poggio, oggi Chiesa della Crocetta, piazza della Crocetta, Viterbo, centro storico,la chiesa risale al 1076, Fu qui che inizialmente venne sepolta Santa Rosa, e solo poi trasferita nel santuario a lei dedicato in via di Santa Rosa. Il tempio prese la denominazione Crocetta quando agli inizi del Seicento venne annessa alle proprietà dei Crociferi, ministri degli Infermi. Accanto alla chiesa si conserva una delle più antiche case dell’ordine dei Crociferi, che derivava dall'ordine dei Camilliani di  San Camillo de Lellis. Notevole la doppia scalinata che da accesso alla chiesa. Si hanno notizie di questa chiesa fin dal 1076, che alcuni documenti ne indicano la presenza in Vico de Poju, che in quell'epoca era solo un povero villaggio di contadini. Altri documenti del XII e del XIII secolo attestano che la chiesa venne elevata a parrocchia nel 1236. Faceva parte insieme alla Chiesa di  San Marco ad una delle chiese minori. La notorietà di questa chiesa, modesta nelle dimensioni e nelle scelte architettoniche, è dovuta alla presenza di  Santa Rosa, che apparteneva a questa piccola parrocchia e che una volta diventata Santa divenne anche Patrona della città di Viterbo. La Santa si raccolse spesso in preghiera in questa chiesa, ed è qui che alla sua morte venne sepolta per 7 anni, presso l'altare di sinistra. In seguito venne traslata presso la Chiesa di San Damiano, oggi Chiesa di Santa Rosa, per volere di Papa Alessandro IV, al soglio dal 1254 al 1261. Del primitivo impianto romanico la chiesa conserva solo la facciata a capanna, il resto è il frutto di molti rimaneggiamenti. Nel XV secolo vi fu il rilancio di Santa Maria del Poggio, ma ben presto, per le scarse rendite e per il numero esiguo dei parrocchiani la parrocchia venne soppressa ed aggregata alla Collegiata di San Matteo in Sonza. Nonostante questo abbandono, la chiesa rimase legata ai monasteri vicini e nel 1558 divenne il centro di propagazione religiosa e sede dei Fratelli della Dottrina Cristiana affidati alla protezione di San Girolamo. Nel 1590 la chiesa venne di nuovo abbandonata ma la sua ubicazione  di centro spirituale, fece si che Camillo De Lellis, la scelse come sede viterbese del suo ordine e venne assimilata alle proprietà dei religiosi Crociferi Ministri degli Infermi. Il nuovo ordine, fondato dal Santo abruzzese detto dei Camillieri era volto soprattutto all'assistenza dei malati e degli infermi. Recavano una croce rossa o sul vestito o sul mantello e per questo l'appellativo di questa zona, e della Chiesa la "Crocetta". Questo nuovo insediamento comportò il rifacimento dell'intero edificio, che poi durante la Seconda Guerra Mondiale fu gravemente danneggiato.  Nel 1949 venne ricostruito ex novo, conservando la grande scalinata circolare a doppia rampa simmetrica che era stata eretta nel '600 di fronte alla facciata. La chiesa oggi è dedicata a Santa Rosa Venerini e a San Camillo De Lellis. L'impianto interno è a navata unica, conclusa da un abside semicircolare, un altare maggiore e altari laterali, scanditi da marmi policromi. La Chiesa nel 1944 subì un crollo ed andò perduta una tavola del '400 raffigurante la Madonna con Bambino attribuita a Francesco D'Antonio da Viterbo, detto il Balletta.

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