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Confraternita di San Giovanni Decollato o della Misericordia, Viterbo fu fondata nel 1479, con lo scopo di esercitare rigorose pratiche religiose, vivere onestamente, soccorrere i poveri, proteggere i deboli, visitare i carcerati e confortare i condannati . Questa Confraternita, si riunì dapprima  nella Chiesa di Santo Spirito in Faul poi chiamata Santa Croce, e successivamente nella Chiesa di Santa Maria della Ginestra  che sarà ridenominata di San Giovanni Decollato nel 1597. Nel tempo si sposta di nuovo in Santa Croce, poi in S. Maria in Valleverde e  infine alla Chiesa di Faustino nel 1867. La Confraternita di San Giovanni Decollato gestiva l’Ospedale di Santo Spirito in Faul e il Cimitero per i Carcerati in Santa Maria in Valverde. Le finalità del sodalizio erano  la devozione, l'assistenza, il mutuo soccorso, la solidarietà, la preghiera per i poveri, per gli ammalati e per i defunti.

Ex Chiesa Santa Croce in Valle

ex chiesa santa croce in valle valle faul via faul info e foto anna zelli

Vedi: Ex Chiesa Santa Croce in Valle

Ex Chiesa Santa Croce in Valle , in precedenza chiamata Chiesa di Santo Spirito, con annesso Ospedale Santo Spirito gestito al’inizio dall’Ordine degli Speziali, e un Cimitero, dove venivano sepolti anche i deceduti di altri ospedali,  è a Valle Faul Viterbo, una volta chiamata anche valle del Tignoso, oggi, nel 2021, è ridotta ad un rudere, sono crollati il tetto e parte delle mura perimetrali. Spicca ancora il campanile di forma triangolare, anche questo ridotto in condizioni precarie. In questa zona fin dal 1206 viene ricordata la presenza dell’Ospedale di Santo Spirito, che fu ancora attivo tra il 1275 e il 1276, ed un ospizio per i trovatelli, sembra anche che questa chiesa avesse un chiostro presente tra il 1357 ed il 1436. Questa chiesa assunse il nome di Santa Croce nel 1400, quando i padri dell’Ordine dei Crociferi ne assunsero il possesso.  Lo storico Signorelli, colloca i frati Crociferi tra il 1436 e il 1473, che probabilmente gestivano anche l’Ospedale di Santo  Spirito. Sembra che nel 1489  il complesso passò dall’Ordine dei Crociferi alla Confraternita della Misericordia o della Pietà. Questa Confraternita istituita nel 1479, aveva il fine di assistere e confortare i condannati a morte, accompagnarli nell’esecuzione e seppellirli. Nel 1490 in uno statuto del Comune di Viterbo si stabiliva di dare un sussidio a questo Ospedale, che evidentemente aveva assunto una certa importanza per la Città di Viterbo. Un tempo sullo stipite della porta era indicata la data del restauro avvenuto nel 1530, c’era anche, un architrave ornato dalle teste del Salvatore e degli Apostoli e dall’Angelo con la spada, oggi questo insieme è al Museo Civico. Il soffitto era ornato da rose intrecciate e riquadri,  nel 1363 fu realizzato un tabernacolo in argento dove era dipinto lo Spirito Santo. La chiesa ha un corpo irregolare, in basso si possono notare dei piccoli archi tondi e mozzi, probabilmente facenti parte di un portico, che per la sovraelevazione della strada probabilmente è interrato. Nel 1538, infatti il piano stradale venne rialzato probabilmente per avere una maggiore protezione dall’umidità, dal momento che qui vi scorreva il fiume Urciorno e che spesso in occasione di forti piogge inondava la zona. Nel 1531 la chiesa venne abbandonata dall’Ordine dei Crociferi, e anche la Confraternita della Misericordia si trasferì sul lato opposto della valle alla Chiesa di Santa Maria della Ginestra. L’Ospedale venne incorporato agli altri ospedali di Viterbo, e nel 1538 si deliberò di ampliare l’Ospedale esistente che probabilmente doveva occupare parte della chiesa. Nel 1539, venne quindi aperto l’Ospedale della Misericordia detto anche Spedale Maggiore del Comune. Nel 1541, venne demolito l’arco della Chiesa di Santa Maria Maddalena, oggi sconsacrata e che è sulla stessa direzione attraversando via Faul, venne anche concesso un terreno nel quale si impiantò un Cimitero dove venivano sepolte le persone che morivano in ospedale.Nel 1545 il Vescovo Nicolò Ridolfi ordinò di chiudere l’Ospedale in quanto era divenuto pericoloso per le infezioni. Nel 1585 la parte dell’Ospedale vecchio venne data in concessione all’Arte della Seta e fu adibito a magazzino. Nei pressi di questa chiesa un tempo c’era la colonna di Ser Monaldo che ora si trova a piazza Martiri d’Ungheria.(mia nota: non si capisce perchè un bene tanto importante sia ridotto in questo stato)

Ex Chiesa Santa Maria della Ginestra

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Vedi: Ex Chiesa Santa Maria della Ginestra

Ex Chiesa di Santa Maria della Ginestra,Chiesa di Santa Maria della Ginestra, poi ex Chiesa San Giovanni Decollato, all'interno delle mura, altezza porta Faul, Viterbo, detta anche Lazzaretto, che apparteneva al Monastero di Farfa, ed era sotto la giurisdizione della ex Chiesa di Santa Maria della Cella che era sulla via San Clemente, e di cui oggi sopravvive solo il campanile, La Chiesa della Ginestra fu assegnata a Farfa, poi al Comune di Viterbo e poi ai Sassovivo di Foligno. I monaci benedettini di Sassovivo sotto la guida dell’abate Angelo ebbero in dono un terreno che andava da Porta Bove fino a Valle Faul, con la condizione di demolire la Chiesa di Santa Maria di Valverde, che era di fronte a porta Faul, dove oggi c’è un gommista (anno 2021), e l’annesso monastero. Quindi, l’abate Angelo dei Benedettini di Sassovivo, in un primo momento,pensò di edificare il monastero per i suoi monaci nei pressi della Chiesa di santa Maria di Valverde, I due unici monaci che erano rimasti nel convento di Santa Maria di Valverde, interpellati dall’abate Angelo, passarono sotto la sua giurisdizione, accettando di dipendere da lui, Anche perché nel 1274, per decreto del Concilio di Lione, era stata decretata la soppressione del Monastero di Santa Maria di Valverde. Successivamente, Papa Niccolò IV, con una bolla del 20 giugno 1292, impose all’abate Angelo di versare una somma per le spese in Terra Santa, ed in seguito sempre l’Abate Angelo stipulò un contratto con il Comune di Viterbo, ed ottenne la somma per edificare parte delle mura di valle Faul e la Torre detta Sassovivo L’Abate, ottenne quindi, l’autorizzazione dal Pontefice Niccolò IV; ma, sopravvenuta la morte del Papa il 14 aprile 1292, fu il Vescovo di Viterbo Pietro Capocci a rendere esecutiva la Bolla il 2 marzo 1293. Preso possesso del fatiscente convento di Valverde, i monaci iniziarono la costruzione di un fabbricato che avesse l’aspetto e tutte le comodità di un monastero Benedettino; ma, purtroppo la grandiosa opera progettata doveva rivelarsi impossibile, i frati di Sassovivo, lasciarono la Chiesa di Valverde, perché una costruzione di quel genere, appoggiata fuori delle mura della città, in caso di guerra poteva essere usata come fortilizio dai nemici. Magistrati e popolo infatti, si opposero alla costruzione del nuovo monastero in Valverde. L’abate Angelo, allora, pose l’occhio sulla vicina chiesa di S. Maria della Ginestra, che, situata entro le mura della città e circondata da ampio terreno fabbricabile, offriva maggiori garanzie di sicurezza e comodità per i monaci e fece iniziare la costruzione del monastero, dopo aver rafforzato le mura della città, che proteggevano quella zona ed alzata la Torre della Ginestra, che era anche una torre campaniaria otre che a difesa della Città. Nel 1297, i monaci aprirono sulle mura della nuova Chiesa chiamata Sassovivo,  feritoie e finestre e da qui ne nacque una diatriba con in Comune di Viterbo, il quale chiese al priore del tempo, tale Benvenuto, di chiudere le finestre e di alzare la torre che era più bassa rispetto a quanto precedentemente pattuito. Venne quindi alzata la Torre del Monastero di Sassovivo, in data 1297, e sul lato verso Valle Faul venne messa in bassorilievo la grande croce greca, ed una lapide in latino, che tradotta ; “Nel nome di Dio Amen, nell’anno del Signore 1297, l’abate Angelo, padre venerabile del monastero di Sassovivo, fece costruire questa torre a servizio del monastero e a difesa della Città.” La croce e l’epigrafe furono danneggiate da colpi di proiettile. La torre nella seconda metà del XV secolo, più precisamente nelle Riforme in data 19 Dicembre 1485, è menzionata  con il nome di Torre della Croce, la croce è quella dell’epigrafe. La Chiesa di Valverde, rimase comunque dei frati di Sassovivo, con destinazioni successive diverse 8era dove oggi, fuori porta Faul a destra c’è un gommista) . La torre è stata restaurata nel 1997.

Ex Chiesa San Giovanni Decollato

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Vedi: Ex Chiesa San Giovanni Decollato

Ex Chiesa San Giovanni Decollato o ex Chiesa Santa Maria della Ginestra o Lazzaretto, Viterbo, centro storico, è tra via San Giovanni Decollato e via del Lazzaretto, vie che mettono in comunicazione valle Faul con il quartiere di San Faustino, la chiesa oggi è sconsacrata  e si trova su una piccola collina di fronte a quello che un tempo era il Mattatoio, ci sono anche un giardino ed una fontana in peperino, in tempi recenti è stata adibita a pizzeria, la pizzeria, e meno male è stata chiusa nel 2015. La via San Giovanni Decollato un tempo era il tracciato di una antica via di origine etrusca che oggi da Porta Faul sale al colle della Trinità. La facciata è estremamente semplice, l’interno è a croce latina e presenta colonne in peperino, sono visibili i resti dei 3 altari, tutti gli arredi oggi sono custoditi nella Chiesa di San Faustino e Giovita, tra questi, tele, calici ed un crocifisso ligneo. All’interno della chiesa sono ancora presenti tre altari, ricordati già nel 1468. Sull’altare maggiore si trovava un quadro con la Decollazione di San Giovanni Battista opera di Anton Angelo Bonifazi. Sull’altare a sinistra era il quadro raffigurante la Madonna sul sepolcro e l’angelo della passione, opera di Ludovico Mazzanti. Sull’altare di destra era un Crocifisso ligneo descritto da Feliciano Bussi sulla sua storia di Viterbo. Tali opere oggi sono conservate nella chiesa dei Santissimi. Faustino e Giovita. La facciata si presenta con un impianto semplice a capanna, un portale centrale e i due portali minori in asse con le cappelle laterali. Un grande finestrone si apre perpendicolare sopra al portale centrale. Sulla sinistra della facciata è posto il campanile a vela: nel 1582 si ha notizia di una campana della Abbazia di S. Martino venduta alla chiesa. In origine il nome di questa chiesa era di Santa Maria della Ginestra e risale al XIII secolo, solo più tardi assumerà il nome di San Giovanni Decollato. La si conosce anche con il nome di Lazzaretto, perché ospitò i malati delle tante epidemie che colpirono la città, come il tifo, il vaiolo, la peste, la spagnola. Questa chiesa ai tempi dell’assedio dell’Imperatore Federico II, nel 1243, insieme al convento controllava tutta la zona di valle Faul, e quindi aveva anche una funzione strategica militare, ed infatti fu l’Imperatore Federico II che realizzò le due piazzole esterne  per posizionarvi le catapulte e con queste colpire Viterbo, che a quel tempo da porta Faul a porta Bove era sprovvista di mura. Questa chiesa era di proprietà dei monaci dell’abbazia di Sassovivo, in provincia di Perugia, i quali la diedero in enfiteusi ai frati francescani.(L'enfitèusi è il diritto reale di godimento su un fondo di proprietà altrui, generalmente agricolo; l’enfiteuta ha la facoltà di godimento pieno sul fondo stesso, ma per contro deve migliorarlo e pagare al proprietario un canone annuo in denaro o in derrate.) Nel 1524 Viterbo viene colpita dalla peste, i malati sono tantissimi, ed allora i Priori decisero di  mandare via i frati e di requisire questa chiesa per adibirla a Lazzaretto. L’epidemia durò 5 anni, ma i frati che erano stati sfrattati furono però cacciati definitivamente forse perché non furono del tutto rispettosi, durante quel periodo,  della regola di San Francesco. Poi nel 1855, ci fu un’altra epidemia a Viterbo, il colera, e la chiesa venne di nuovo adibita a lazzaretto e gestita dal Comune di Viterbo. Successivamente gli ambienti di San Giovanni Decollato, vennero adibiti a magazzino comunale, a sede della banda comunale, a garage dei mezzi della nettezza urbana ed infine a pizzeria. Attualmente è chiusa e non visitabile, come la maggior parte dei siti di interesse turistico e che si trovano nel centro storico di Viterbo, purtroppo e molti di questi sono in condizioni miserrime. (anno 2021). Storia della Chiesa :  Nel 1262 papa Urbano IV confermò al monastero di Farfa il possesso della chiesa di Santa Maria della Ginestra. Nel 1280 la parrocchia di Santa Maria della Ginestra, che si estendeva da porta Bove all’Ospedale di Santo Spirito nella valle di Faul, (dove oggi si vede il rudere della Chiesa di Santa Croce), passò nel 1293, per concessione del vescovo di Viterbo, ai Benedettini del monastero di Sassovivo, a cui fu data la facoltà di costruirvi un convento. La chiesa entrò nella giurisdizione della chiesa di Santa Maria di Valverde, fuori porta Faul, oggi sconsacrata, e nel 2021 i locali adibiti ad attività di gommista.. A partire dal 1450 la chiesa passò ai frati del Terzo ordine Francescano. Un inventario dei beni risalente al 1468 ricorda che all’interno del complesso si trovavano una sacrestia, l’oratorio, una tavola con la Madonna, una statua di gesso, la cucina, il tinello e l’oliario. Subentrarono, nel 1520, al terzo ordine Francescano sino al 1553 i Minori Osservanti, poi fu la volta della Confraternita della Pietà, quindi della Misericordia o di San Giovanni Decollato. Dal 1525, fino al 1527 la chiesa fu ridotta a lazzaretto per lo scoppio della peste nel 1524. Nel 1530 furono allontanati i frati francescani perché, secondo il Signorelli, “malviventi viene richiesta da altri frati e si fanno voti che ve se ne pongano beneviventi senza però cedere loro la chiesa”. Nel 1542 erano responsabili della chiesa due rettori laici. Nel 1549 la Confraternita della Pietà si unì a quella della Misericordia: le due confraternite sono ricordate nella chiesa ancora nel 1553. Dal 1613 quella della Misericordia assunse il nome di Confraternita di San Giovanni Decollato, che ben presto impose anche alla chiesa il nome del proprio patrono. Papa Paolo V, il 21 Luglio 1611, concesse alla Confraternita, il privilegio di liberare ogni anno un condannato a morte nella ricorrenza di San Giovanni Decollato, facoltà che fu esercitata fino al 1643. Nel 1612 viene citata, tra i beni della chiesa, una piccola effige raffigurante la Decollazione di San Giovanni Decollato e una immagine “antiqua”. Nel 1855, a causa di un epidemia di colera il Comune riutilizza la chiesa a Lazzaretto Nel 1875 la chiesa passò di proprietà allo Stato Italiano, e da allora venne abbandonata. Ai primi del ‘900 il parroco della chiesa dei Santissimi Faustino e Giovita, don Oreste Guerrini, salvò vari oggetti in essa conservati. Successivamente fu destinato a magazzino comunale, poi a sede della Banda musicale di Viterbo e, tra il 1970 e il 1980 divenne garage della nettezza urbana del Comune. Sul finire degli anni ‘80 la Cooperativa Centro Arte e Restauro “Andrea Scriattoli” stipulò un contratto col Comune, in cui era previsto il completo restauro dell’edificio in cambio della concessione in affitto dell’intero complesso. Successivamente la chiesa fu trasformata nel Ristorante Pizzeria il Lazzaretto che nel novembre 2015 cessa l’attività.

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