Porta della Verità,Porte storiche di Viterbo, Mura di Viterbo, Viterbo, isito ufficiale web www.annazelli.com
Porte di Viterbo centro |
porta della verità - porte storiche viterbo centro storico | |||||||||||||||||||||||||||
PORTA DELLA
VERITA' |
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Porta della Verità o dell'Abate
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Porta della Verità o porta dell'Abate o porta San Matteo , via della Verità, Viterbo, si trova nel luogo che un tempo era chiamato il Poggio del Tignoso,le cui mura risalgono al 1095. In origine la porta della Verità si chiamava Porta dell’Abate, probabilmente per la presenza nei pressi della Chiesa di San Macario , e sempre nei pressi un tempo c’era la chiesa di San Mattia dell’Abate, e per questo fu chiamata anche porta San Matteo. Durante l’aggressione dell’Imperatore Federico II contro la città di Viterbo, nel 1243, molte porte della città vennero chiuse, mentre la porta della Verità rimase aperta. Successivamente venne chiusa nel 1247 a causa di una carestia che aveva colpito la città. Nel 1414 i Gatti riuscirono a sconfiggere i loro rivali i Tignosi, che fuggirono da Viterbo da porta San Matteo, Successivamente nel 1454 la porta venne di nuovo chiusa. Nel 1456, Paolo Orsini con le sue truppe tentò da Porta San Matteo di attaccare la città, ma vennero sorpresi e cacciati via dai Viterbesei. Orsini tentò di nuovo un ulteriore attacco alla città, e lo sappiamo da un racconto di Niccolò della Tuccia, nelle sue Cronache di Viterbo, ma grazie alle mura e alla porta dovettero desistere. Niccolò della Tuccia aveva una casa nei pressi della attuale porta della Verità. Nel 1577 fu ordinata l’apertura della porta per consentire ai fedeli per partecipare alla messa nella antistante Chiesa di Santa Maria della Verità, a patto però che nessun forestiero entrasse nella città. Il 30 Luglio 1624, per prevenire la peste, la Sacra Congregazione ordinò che la porta restasse sempre serrata tanto di giorno, come di notte, e nel Consiglio generale del 1° Luglio 1630 la porta venne murata, sempre per paura del contagio della peste. Nel 1631 venne bruciata la vecchia porta e ne fu costruita una nuova. Successivamente nel 1642, venne di nuovo chiusa questa porta, per una guerra tra lo Stato Pontificio e la città di Castro. La porta subì negli anni successivi varie chiusure per la presenza della peste in città. Quando la porta venne riaperta si dispose che ci fossero a guardia dei soldati sia di giorno che di notte. Nel 1728 si ricostrui la porta San Matteo, che prese il nuovo nome di Porta della della Verità, più larga per il passaggio delle carrozze e munita di un’altra apertura per il passaggio pedonale. Nello stesso anno fu demolito anche un torrione che si trovava nelle vicinanze e venne rifatta anche la cinta muraria. Nel 1729 venne rifatta la porta di legno. Lapidi e Stemmi Porta Verità Lapidi e Stemmi a porta della Verità Lapidi e Stemmi a Porta della Verità, La porta presenta oggi, sul lato esterno cinque merli ghibellini, ed altri merli guelfi, al centro c’è lo stemma Orsini, in onore di Papa Benedetto XIII Orsini. Ai lati due semisfere con la scritta FAVL, sotto al grande stemma c’è una epigrafe in marmo. Che tradotta dal Dott. Mauro Galeotti : recita : “Nel 1728 il Comune di Viterbo per decoro della città e per comodità pubblica, aveva fatto erigere in più ampia ed ornata forma quella porta al posto di quella rozza e quasi per vetustà in ruina, già ivi esistente che era stata onorata dal ripetuto passaggio del detto sommo Pontefice e l’aveva nominata da Lui per gratitudine dei benefici che Egli aveva elargito alla città, concedendo la toga romana, ossia il rubbone d’oro ai conservatori e la mitra pontificale ai canonici e che del pari era grata a Giacomo Oddi, governatore vigilantissimo che avendo risarcito le vie della città, lastricandole con antica magnificenza di pietre levigate, si era reso benemerito dei cittadini e dei forastieri”. Ai lati dell’epigrafe sono due stemmi di più piccole dimensioni uno del governatore Giacomo Oddi, appena nominato, l’altro di Adriano Sermattei, vescovo di Viterbo (1719 - 1731), sotto l’epigrafe alla sommità dell’arco della porta è lo stemma del Comune con le sigle S.P.Q.V.La porta in legno è simile a quella di Porta Romana. (sintesi dal testo di Mauro Galeotti “L’Illustrissima Viterbo” 2002) Arco Porta della Verità Archi a via della verità, Viterbo, c'è il grande arco della porta e quello più piccolo sul lato destro per il passaggio pedonale.Un altro arco con casa ponte è a via San Girolamo che immette sulla via della Verità. Breve scalinata arco pedodale
Breve scalinata arco pedonale di porta della Verità. via della Verità Viterbo. Nasone Lato sinistro Porta Verità Nasone lato sinistro Porta Verità Nasone sul lato sinistro di porta della Verità a via della Verità Viterbo, addossato alle mura. Lapide a Memoria dei Garibaldini Lapide a memoria dei Garibaldini Lapide a memoria dei Garibaldini a Porta della Verità, via della Verità Viterbo, a ricordo dei Garibaldini uccisi nel 1867, Luigi De Franchis, maggiore garibaldino; Gioacchino Alluminati, trombettiere e padre Manetto Niccolini dell’Ordine dei Serviti. Il 24 Ottobre 1867 i Cacciatori del Tevere, comandati dal generale garibaldino Giovanni Acerbi (1825 - 1869), non riuscendo ad aprire Porta Fiorentina, difesa dai pontifici, si diressero a Porta della Verità. Il tratto di mura era difeso con meno soldati ed i Cacciatori accumularono vari pezzi di legna e li collocarono addosso alla porta, incendiandola. Cadute in terra le ante di legno, all’interno sembrava non ci fosse difesa. Allora il maggiore Luigi De Franchis dette ordine di entrare in città varcando egli stesso per primo la soglia, seguito dal trombettiere Gioacchino Alluminati e dal frate servita Manetto Niccolini. Un gruppo di pontifici però li colpì a morte uccidendo all’istante il De Franchis e il trombettiere, mentre il frate spirò in seguito all’ospedale. I volontari si ritirarono sul vicino colle dei frati Cappuccini di san Paolo e si avviarono verso Acquapendente. Bibliografia Mauro Galeotti. Sottopassaggio a Porta della Verità Sottopassaggio a porta della Verità Viterbo Sottopassaggio a Porta della Verità, Viterbo, uscendo da porta della Verità, di fronte si trova il sottopassaggio che porta a piazza Crispi e alla ex Chiesa di Santa Maria della Verità e al Museo Civico di Viterbo. Chiesa Santa Maria della Verità Chiesa Santa Maria della Verità Chiesa di Santa Maria della Verità, si trova fuori le mura di Viterbo, al’altezza di Porta della Verità, la sua edificazione si deve ad alcuni monaci della Francia, poi, verso la metà del Duecento passò all’ordine dei Frati francescani dell’ ordine Serviti di Monte Senario, rimase a loro fino al 1872, anno in cui a seguito dell’Unità d’Italia, gli ordini monastici passarono di proprietà del comune, il quale destinò la chiesa a Museo Civico, ed il convento ed il suo chiostro divennero sede dell’Istituto Tecnico Paolo Savi. Nel XV secolo l’edificio venne riedificato cosi come lo vediamo oggi. La chiesa oggi riaperta a culto, presenta l’interno a croce latina, l’incrocio tra la navata centrale e quella trasversale ha una copertura con volte ed archi a sesto acuto, il resto della copertura è a tetto. Una tradizione orale, d'altra parte sconfessata da ricerche storiche , narra comunque che nel 1446 tre fanciulli, chiamati dal cronista mammilini, entrano nella chiesa e vedono la Madonna, descritta dai medesimi come una bellissima signora che li intrattiene amorevolmente. Essi tornano nella chiesa alcuni giorni dopo e vedono la madonna tutta vestita di bianco, presso l'altare a Lei dedicato; ai suoi piedi un uomo prostrato che si flaggella e chiede perdono. I ragazzi corrono in città e narrano l'accaduto, la gente accorre e pur non vedendo nulla grida al miracolo. Interviene il vescovo che fa chiamare i ragazzi e nell'intento di appurare i fatti li minaccia, alcuni dicono che li abbia addirittura fatti frustare, ma essi rimangono fermi sulle loro posizioni continuando a ripetere: "verità, verità..." e appunto con il nome della Verità fu chiamata da allora la chiesa.L'intero complesso subì un pesante bombardamento durante l'ultima guerra. leggi tutto a Chiesa Santa Maria della VeritàMuseo Civico Museo Civico, piazza della Verità, Viterbo, fuori porta della Verità, si trova appena fuori del centro storico di Viterbo, ci si arriva comodamente a piedi. L'edificio presenta un bel chiostro gotico e ambienti che facevano parte dell'antico convento. Vi sono esposti reperti che vanno dal periodo arcaico, a quello medioevale fino al Rinascimento. ed anche opere risalenti a tempi più recenti. Tra i reperti archeologici vi è la collezione privata donata da Luigi Rossi Danielli, mentre tra i reperti pubblici vi sono opere collezionate già dalla fine del '400 per volere di Frate Annio da Viterbo, il primo etruscologo d'Italia. In questo museo si possono ammirare oggetti provenienti dalla antica città di Ferento e risalenti al periodo imperiale romano. Nella sala della Pinacoteca posta al primo piano c'è la Deposizione di Sebastiano del Piombo, risalente al 1515, che nel retro presenta disegni eseguiti con il carboncino attribuiti a Michelangelo. Sempre di Sebastiano del Piombo è la Flagellazione di Cristo del 1517. Notevoli sono le opere di artisti viterbesi consistenti in tavole e tele di Antonio del Massaro, Giovan Francesco Romanelli pittore del Louvre, Anton Angelo Bonifazi. Sculture in marmo, bronzo e terracotta, tra queste opere si Andrea della Robbia, si alternano con vasi di ceramica ed epigrafi medioevali, collezioni numismatiche ed una serie di ritratti di religiosi, cardinali e pontefici. Vi sono inoltre una serie di acquerelli di Francesco Sabatini riproducenti gli affreschi di Benozzo Gozzoli che adornavano la vecchia chiesa di Santa Rosa oggi scomparsa per fare posto alla nuova più grande. Sempre qui si possono ammirare 56 bozzetti delle numerose macchine si Santa Rosa che si sono succedute nei secoli a partire dal 1690.vedi Museo Civico. Mura da porta della Verità Mura da porta della Verità, uscendo dalla porta si ammira la cinta muraria di Viterbo con le sue torri. Ruderi palazzo Federico II Ruderi del palazzo dell'Imperatore Federico II di Svevia via Raniero Capocci, uscendo da porta della Verità, andando a sinistra, qui vi era il suo imponente palazzo, che Federico II eresse in un momento in cui aveva buoni rapporti con le locali Magistrature, probabilmente nel 1240. Vi fu poi un contrasto e tre anni dopo le sue truppe sveve misero sotto assedio la città di Viterbo, il figlio di Federico II D'Antioca nel 1247 distrusse il palazzo di Raniero Capocci e si impadroni della città di Viterbo. A pochi anni di distanza vi fu la vendetta del porporato di Viterbo, e dopo la morte di Federico II ordinò la demolizione del palazzo imperiale.Storia del palazzo da uno scritto di M. Ambrosini, tratto dal web. A partire dalla seconda metà del XII secolo, Viterbo conosce una rapida crescita urbana e aumenta la sua influenza politica sul territorio circostante. Questo processo scatena forti rivalità con gli altri comuni limitrofi e in modo particolare con Roma. Le mire espansionistiche del senato romano sono la causa di numerosi scontri armati con Viterbo, scontri che deteriorano in maniera preoccupante i rapporti tra le due città, rapporti fortemente condizionati dagli equilibri altalenanti tra Papato e Impero. Nel 1172 Viterbo rade al suolo la città di Ferento e aggiunge la palma, simbolo della città distrutta, al proprio stemma; il legato dell'imperatore, l'arciviscovo Cristiano di Magonza, concede alla città l'indulto per la distruzione perpetrata. Numerosi abitanti di Ferento, dopo la distruzione della loro città, si trasferirono a Viterbo sul luogo ove sorge il rione di San Faustino. E' da tale data che scompare nei documenti la notazione di castrum Viterbiie si inizia a parlare di un vero e proprio insediamento urbano. Tutta la prima metà del '200 è caratterizzata da continui scontri con Roma fino a che nel 1235 la situazione finì per coinvolgerla direttamente nello scontro tra il Papa e l'Imperatore. Ad un certo punto, per contrastare l'espansione di Roma i Viterbesi invocano l'aiuto imperiale e dal 1239 il controllo dell'imperatore Federico II sulla città si intensifica tramite la nomina a podestà di funzionari imperiali. Per consolidare il suo controllo sulla città, Federico II decide di costruire a Viterbo un palazzo imperiale sul poggio del Tignoso "partim intus et partim extra Civitatem" (parte dentro e parte fuori la città), come si legge nelle antiche cronache. Le vicende storiche (la disfatta del 1243, la peste del 1246) rallentarono notevolmente la costruzione del palazzo ma esso doveva essere a buon punto nel 1247 allorché la cronaca cittadina riporta che in occasione della visita effettuata in quell'anno l'Imperatore ed il suo seguito vi alloggiarono ed il giuramento di fedeltà del popolo viterbese avvenne al suo interno. L'importanza strategica del palazzo è notevole permettendo una postazione militare imperiale permanente, ma il sogno di Federico II è destinato a non avverarsi: la sua morte avvenuta nel 1250 rende per Viterbo quasi obbligatoria la scelta di schierarsi con il papa. I lavori vengono interrotti e nel 1251 il comune diviene proprietario di tutti i beni che furono dell'Imperatore. Il Pinzi narra che nel 1252, per ordine del cardinale Raniero Capocci, l'intero palazzo fu smantellato e le pietre utilizzate per dotare di mura la città dato che in quel punto ne era sprovvista. La data è sicuramente errata visto che il Capocci, acerrimo nemico dell'imperatore, morì ad Avignone il 27 maggio del 1250. Del palazzo restano comunque solo le fondamenta che spuntano da sotto la cinta muraria nonché l'ingresso a cisterne e cunicoli sotterranei, indicati dal Pinzi nel suo "I principali monumenti di Viterbo" come essere probabilmente delle orribili prigioni. Bibliografia Angelo M. Ambrosini Porta della Verità o dell'Abate o San Matteo Viterbo centro storico Porta della Verità o dell'Abate o San Matteo lato estero su via Raniero Capocci Porta della Verità o dell'Abate o San Matteo lato interno su via della Verità Porta della Verità o dell'Abate o San Matteo lato interno su via della VeritàArco Porta della Verità Viterbo centro storico Arco porta della Verità - Viterbo - Archi di Viterbo centro Arco accesso pedonale porta della Verità Viterbo centro Arco porta della Verità - Viterbo - Archi di Viterbo centro Stemmi e Lapide a porta della Verità Viterbo Stemmi e Lapide a porta della Verità Viterbo - Stemmi a Viterbo - Lapidi Viterbo centro Stemma Orsini a porta della Verità Viterbo Stemma Orsini porta della Verità - Viterbo - Stemmi a Viterbo Stemma Oddi lato destro porta della Verità Viterbo centro Stemma Oddi porta della Verità - Viterbo - Stemmi a Viterbo Stemma Stermattei porta della Verità lato sinistro Viterbo centro Stemma Stermattei porta della Verità - Viterbo - Stemmi a Viterbo Stemma Viterbo SPQV Porta della Verità Viterbo Stemma Viterbo SPQV a porta della Verità - Viterbo - Stemmi a Viterbo Lapide a porta della Verità Viterbo Lapide a porta della Verità Viterbo - Lapidi Viterbo centro Semiglobo scritta FAVL porta della Verità Viterbo centro Semiglobo Scritta FAVL porta della Verità Viterbo centro - Stemmi a Viterbo Lapide in ricordo Garibaldini uccisi porta della Verità Viterbo Lapide in ricordo Garibaldini uccisi a porta della Verità Viterbo - Lapidi Viterbo centro Lapide in ricordo Garibaldini uccisi a porta della Verità Viterbo - Lapidi Viterbo centro Nasone Lato sinistro porta della Verità Viterbo Nasone lato sinistro porta della Verità - Viterbo - Fontane lavatoi nasoni di Viterbo Sottopassaggio a Porta della Verità verso piazza Crispi Viterbo Sottopassaggio a porta della Verità Viterbo Chiesa Santa Maria della Verità Chiesa Santa Maria della Verità Museo Civico Mura da porta della Verità Viterbo Mura e Torri da Porta della Verità Viterbo - Cinta muraria Viterbo centro Mura e Torri da Porta della Verità Viterbo - Cinta muraria Viterbo centro Ruderi palazzo Federico II Ruderi palazzo Federico II su via Raniero Capocci Viterbo Mura e Porte di Viterbo centro storico
Via della Verità Viterbo centro storico via della Verità Viterbo centro storico Vie di Viterbo centro - Piazze Viterbo centro - Quartieri Viterbo centro
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Aggiornato Marzo 2024